Italia ed Europa
Cagliari, Centro di Studi Filologici Sardi / Cuec, 2007
La bella di Cabras
Enrico Costa
p. 208
Quell'amoreggiamento alla spagnuola, sotto gli occhi di un pubblico indifferente, dava loro una cert'aria di maturità.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 385
Lia intanto, mentre le sorelle disonorate dalla fuga di lei non trovavano marito, scrisse annunziando il suo matrimonio. Lo sposo era un negoziante di bestiame ch'ella aveva incontrato per caso durante il suo viaggio di fuga: vivevano a Civitavecchia, in discreta agiatezza, dovevano presto avere un figlio.
p. 395
- Il ragazzo è bravo e la provvidenza lo aiuterà. Bisogna però stare attenti che non prenda le febbri. Poi bisognerà comprargli un cavallo, perché in continente non si usa andare a piedi. Ci penserò io. L'importante è che le loro signorie vadano d'accordo.
p. 416
Com'era sfacciata, Natòlia! Per piacere allo straniero si beffava persino delle capanne, che dopo
tutto erano sacre perché abitate dai fedeli e appartenenti alla chiesa.
- Neanche a Roma ci son palazzi come questi! Guardi che cortine! Le han messe i ragni, gratis, per
amor di Dio.
p. 422
Ma Giacinto ascoltava desolato a testa bassa, torcendo un poco la bocca con disgusto, e d'improvviso si buttò col gomito appoggiato sull'erba e il viso alla mano, masticando con rabbia l'avena.
- Se sapessi, tu! Ma che puoi sapere, tu? C'è a Roma un principe che possiede terre quanto tutta la Sardegna, e un altro, uno che s'è fatto grande da sé, che quando succede qualche disastro nazionale offre denari più del re.