introduzione di Giuseppe Marci
L'autore
Nato a Sassari nel 1841, Enrico Costa compì nel capoluogo turritano gli studi medi ma, rimasto orfano di padre, dovette ben presto affrontare le responsabilità della vita. Impiegato di banca prima presso la Commerciale e in seguito all’Agricola Sarda dove raggiunse il grado di ispettore, passò alla Tesoreria municipale e infine all’Archivio del Comune. Esperto in materia bancaria scrisse diverse relazioni, di cui la più importante è quella sui Monti di Soccorso di Porto Torres.
Giovanissimo iniziò a scrivere poesie e novelle, continuò gli studi da autodidatta dedicandosi anche al giornalismo. Fondò e diresse il periodico “La Stella di Sardegna”. Autore di romanze, ballate, libretti d’opera e inni, fu anche romanziere e storico, in particolare si dedicò allo studio delle vicende della città natale dove morì nel 1909.
I curatori
(Furtei, 1985), laureata in Lingue e culture europee ed extraeuropee, è attualmente iscritta al corso di Laurea specialistica in Lingue e letterature moderne europee ed americane dell’Università di Cagliari.
(Oristano, 1980) ha conseguito la laurea specialistica in Lingue e linguaggi per la comunicazione multimediale e il giornalismo all’Università di Cagliari. Attualmente si occupa in proprio di pratiche auto e assicurazioni.
(Cagliari, 1984), laureata in Lingue e culture europee ed extraeuropee all’Università di Cagliari, è attualmente impiegata in un’attività di marketing e selling.
L'opera
Inizialmente pubblicato a puntate in Appendice al quotidiano “La Sardegna” (1886), Alla Grotta di Alghero. Appunti e spigolature viene raccolto in volume nel 1889 per i tipi dell’editore milanese Brigola. Lo stile di Costa emerge anche in questa prova nella quale l’episodio romanzesco della gita alla grotta fra amici, cui è sottesa la storia di un innamorato deluso, funge da sfondo al reale intento dell’Autore che passa in rassegna i testi dei visitatori a vario titolo ammiratori dell’Antro di Nettuno: dal Peretti al Della Marmora, dal Delessert al Valery, dal von Maltzan fino al Tyndale; descrive l’aspetto originario della grotta e si sofferma sul devastante intervento dell’uomo, iniziato nel Settecento e ancora in atto.