Storia
Roma, Tip. G. Ciotola
L'eremita di Ripaglia ossia l'antipapa Amedeo VIII di Savoia
Stefano Sampol Gandolfo
p. 95
E […] quel Vittorio Amedeo II, duca di Savoia nel 1675, re di Sicilia nel 1713 e re di Sardegna nel 1720, che sposata Anna d’Orleans ed ottenutine 7 figli legittimi, rinunzia alla corona, e non sapendo più che fare, procrea quel suo bastardo Vittorio, che fu marchese di Susa, e quella bastarda Vittoria, che fu sposa a un principe del ramo di Savoia-Carignano.
p. 96
Soggiungiamo, che perfino quell’Amedeo VII, che sposo di Bona di Berrì, fu padre al nostro Eremita di Ripaglia, e scese nel sepolcro nella giovine età di soli anni 31, non contento del suo legittimo successore Amedeo VIII, della sua legittima figliuola Bona, ita a marito con Ludovico principe d’Acaja, e dell’altra sua legittima figliuola Giovanna, che andò sposa a Giovan Giacomo Paleologo, Marchese di Monferrato, volle seguire le tradizioni e gli esempi dei suoi illustri e galanti antenati. Ed un bel giorno, adocchiata una delle più belle e giovani dame della sua Corte, le chiese il favore di dare al suo erede un fratello, e l’ottenne nel Bastardo Umberto.
pp. 113-114
Fu il così detto Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, avo del nostro Eremita di Ripaglia, che a cattivarsi l’affezione della nobiltà Savoiarda, ed a stringere sempre più in forti legami i potenti feudatari dei suoi stati al trono, soppressa la Compagnia Cavalleresca, da lui denominata in principio del Cigno Nero, fondò pel primo dal 1360 al 1363 il famoso Ordine del Collare.
pp. 118-119
La comitiva dei nostri brillanti cavalieri è già alla Chiusa, borgo per tradizione volgare così denominato in memoria di un muraglione, che dicesi innalzato da Desiderio re dei Longobardi per impedire a Carlo Magno la invasione d’Italia.
Sovrasta alla Chiusa, fra gli altri, il dirupato monte di Pirchiriano, ove un Ugone Marino di Francia, conte di Montebuono, in unione alla sua devota consorte Isergarda, non è noto se per voto, o per penitenza papale, gettò le fondamenta di quella celebre Abbadia di San Michele della Chiusa, che anche oggi colle sue sorprendenti vedute forma l’ammirazione e la delizia di chi la visita.
p. 134
In un decreto pontificio di Papa Innocenzio III, del 1202, si trovano già enumerate come dipendenti dell’Abate di San Michele delle Chiusa sulla vetta del Pirchiriano, centoquaranta chiese. E non già tutte del Piemonte e della Savoia, ma alcune anche di Lombardia, di Francia e persino di Gerona nella Spagna.