Colori
Milano, Arnoldo Mondadori Editore
Canne al vento
Grazia Deledda
p. 400
Una siepe di fichi d'India recingeva come una muraglia pesante il cortile di zia Kallina: anche lei filava, piccola, con le scarpette ricamate, senza calze, col visetto bianco e gli occhi dorati di uccello da preda lucidi all'ombra del fazzoletto ripiegato sul capo.
p. 400
Galline sonnolente che si beccavano sotto le ali, gattini allegri che correvano appresso ad alcuni porcellini rosei, colombi bianchi e azzurrognoli, un asino legato a un piuolo e le rondini per aria davano al recinto l'aspetto dell'arca di Noè: la casetta sorgeva sullo sfondo della vecchia casa riattata del Milese, alta, quest'ultima, col tetto nuovo, ma qua e là scrostata e come graffiata dal tempo indispettito contro chi voleva togliergli la sua preda.
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La botteguccia era piccola ma piena zeppa come un uovo: sulle scansie rosseggiavano le pezze dello scarlatto e accanto brillava il verde delle bottiglie di menta; i sacchi di farina sporgevano le loro pance bianche contro le gobbe nere delle botti d'aringhe, e nella piccola vetrina le donne nude delle cartoline illustrate sorridevano ai vasi di confetti stantii ed ai rotoli di nastri scoloriti.
p. 401
Mentre il Milese traeva da una scatola le lunghe berrette di panno nero, ed Efix ne misurava con la mano aperta la circonferenza, qualcuno apri la porticina che dava sul cortile; e nello sfondo inghirlandato di viti apparve, seduta su una lunga scranna, una donna imponente che filava placida come una regina antica.
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Rivedeva la chiesetta grigia e rotonda simile a un gran nido capovolto in mezzo all'erba del vasto cortile, la cinta di capanne in muratura entro cui si pigiava tutto un popolo variopinto e pittoresco come una tribù di zingari, il rozzo belvedere a colonne, sopra la capanna destinata al prete, e lo sfondo azzurro, gli alberi mormoranti, il mare che luccicava laggiù fra le dune argentee.