Geografia
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Elias Portolu
Grazia Deledda
p. 101
Oltrepassando il varco della tanca sollevò lentamente gli occhi e guardò come trasognato il paesaggio che gli si stendeva davanti, silenzioso e verde, di un triste verde invernale: le roccie, la linea del bosco, grave ed immobile sul cielo grigio, tutto gli parve mutato, tutto corrucciato contro di lui.
p. 103
Al cader della sera fu vinto da una tristezza, da un languore invincibile. Cominciò a guardare l'orizzonte, verso Nuoro, col desiderio di tornare, di veder Maddalena; vederla almeno da lontano, e stringerle almeno la mano, o chinare almeno la testa sul suo grembo e piangere come un bambino.
p. 103
Per alcuni giorni combatté così; vintosi la prima sera gli fu meno terribile vincersi gli altri giorni in seguito, e non fece ritorno a Nuoro. Ma le forze lo abbandonavano, una tristezza mortale non gli concedeva riposo né di giorno né di notte: e sentiva che ritornando in paese e rivedendo Maddalena non avrebbe più resistito contro la tentazione.
p. 105
- Ebbene, sì, - proseguì Elias, sempre più disperato e irritato, - sì, sono venuto per chiedervi ancora consiglio, e sono certo che il vostro consiglio sarà buono; e sono venuto per chiedervi aiuto e sono certo che voi, per impedirmi di tornare a Nuoro finché la tentazione non avrà cessato di tormentarmi, sarete capace di legarmi, di nascondermi; ma cosa ne so io se potrò seguire il vostro consiglio, se mentre mi legherete non cercherò di mordervi le mani e di scappare e andare a fare quello che vuole il demonio?
p. 106
- È Nuorese?
- Non è Nuorese, ma vive a Nuoro.