Geografia
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1945
Cenere
Grazia Deledda
p. 173
- Quella è Nuoro? - gridò Anania.
- Sì: la collina di Sant'Onofrio la divide in due.
- Sì, è vero. Si vede distintamente.
- Peccato che questo vento sia così rabbioso! Va al diavolo, vento maledetto! - urlò la guida. - Altrimenti si poteva mandare un saluto a Nuoro, tanto oggi sembra vicina!
p. 188
Gli pareva d'esser caduto in un abisso roccioso, fra montagne erte desolate che soffocavano il breve orizzonte; ricordi lontani gli risalivano dal profondo dell'anima: le notti di febbre a Roma, il fragore del vento su Bruncu Spina, una poesia del Lenau: I Masnadieri nella Taverna della landa, la canzone del mandriano che era passato nella straducola la sera in cui zia Tatàna aveva chiesto la mano di Margherita.
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1941
Colombi e sparvieri
Grazia Deledda
p. 147
Ai suoi piedi i torrenti precipitavano rumoreggiando nella vallata, e in lontananza, nelle pianure e nell'agro di Siniscola, le paludi e i fiumicelli straripati scintillavano ai raggi del sole che sorgeva dal mare.
p. 185
Il bimbo ero io; i miei occhi non si staccavano dal bastone dorato dello stendardo che stringevo con le mie manine; e la seta azzurra della bandiera mi sembrava un lembo di quel gran cielo chiaro che si stendeva da una montagna all'altra sopra l'altipiano roccioso coperto di boschi e di macchie.
p. 189
La primavera calma e quasi austera dell'altipiano e quel grandioso paesaggio chiuso dal mare erano degno sfondo al quadro popolato di tipi bellissimi, dal vescovo decorativo seduto ai piedi di una quercia come un sacerdote druidico, ai vecchi pastori che neppure per mangiare si levavano il cappuccio dalla testa; dal prefetto pallido e sarcastico vestito da cacciatore, al segretario del comune che per l'occasione s'era comprato un abito da società e un
cappello duro.