Flora e fauna
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 201
S'erano cucinate gustosissime vivande di selvaggina e delle prelibate anguille pescate dall'amico, né vi mancavano vini generosi e altre cosette, che so io, quanto mi venissero grate. Terminato il mangiare, Riccardo disse alcune parole all'orecchio di Paolo, dopo di che, con la scusa di fare una scorreria alle pernici, chiamatosi Moltke, si licenziò da noi.
p. 211
Ricordai l'infanzia trasvolata giuliva come farfalla da fiore in fiore.
p. 213
Questi ed altri argomenti m'addusse Giuliano che mi disposero alla fuga, e dato un mesto addio alla casa paterna, salì sulle groppe del palafreno di Giuliano e partimmo di carriera.
pp. 223-224
Quei berrettacci frigi – quei tabarri greggi – quelle bracche alla romana – e le pilose calzature. Danno all'uomo aspetto ruvido e selvaggio... Abbiamo persino di quelli che vestono la melote – detta dagli antichi Romani mastrucca – in cui stanno nicchiati come testuggini nel guscio! - Cotestoro, anziché ritenere ormai un tale arnese per oggetto d'archeologia, s'ostinano a portarlo qual caro retaggio dell'illustse loro Capo, il fiero Amsicora.
p. 224
Io penso, che se il celebre naturalista Beffon, avesse da lungi scorto un crocchio di codesti pelliti, avrebbe messo il capo a credere ch'essi fossero veramente uomini; e piuttosto sarebbesi affidato al vago pensiero d'aver scoperto una nuova razza di vertebrati, giusto anello fra il perfetto uomo e il chimpanzè.