Flora e fauna
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
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La discesa dal colle fu assai più agevole della salita, quando giungemmo al piano i domestici si dettero premura di levare ai cavalli le moleste bardature e lasciarli pascere liberamente sull'erboso prato.
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Fu scelto un verde praticello accanto a uno scoglio ricoperto di musco, e d'onde zampillava una vena d'acqua freschissima. Noi intanto, vinti dalla stanchezza, ci eravamo lasciati cadere sotto una frondosa quercia, che protendeva i rami a larghe distese.
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Inallora Riccardo propose alla comitiva un nostro particolar esercizio – il tiro al bersaglio, che fu da tutti accettato di grand'animo; tanto più, che ognuno di noi all'indomani, doveva far prova di sua valentia nella difficile caccia del cinghiale. A bersaglio fu scelto un annoso cerro, sul cui grosso fusto s'attaccò il segno; tosto s'incominciò il tiro.
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Egli, con la disinvoltura di un sardo alpigiano, tolse il suo fucile, l'inarcò e spianò con garbo, prese un momento la mira e sparò.
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Noi prendemmo a salire una vicina collinetta ingombra di alberi dal grosso fusto e dai rami che s'intrecciavano selvaggiamente, formando fantastiche volte con ombre cupe e misteriose. Giunti al sommo, sostammo; Paolo volse lo sguardo all'opposta china, e ve lo tenne fisso alcuni momenti, senza rivolgermi verbo – Certo in quel punto la sua mente trasvolò in un tempo, che gli avea lasciato nel cuore incancellabili ricordanze. - Lo udì poi sospirare, e mentre coll'indice m'accennava un bosco ai piedi della collina e vicino a una vasta prateria, così prese a dirmi.