Flora e fauna
Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, 1875
Violetta del Goceano. Romanzo contemporaneo
Marcello Cossu
p. 109
Disgraziatamente si annoverava fra costoro il signor maestro, spinto dall'esempio del dottore, che poi ci aveva un briosissimo puledro.
p. 110
Il cavallo fu rimesso in gambe dai domestici, ai quali pure consegnammo tutti i nostri, avendo preso consiglio di terminare il cammino a piedi. Riprendemmo lena e coraggio onde vincere la difficil'erta; ma il sentiero diventava ognora più angusto, stipato di pruni e d'arbusti che ci aggrappavano le vesti con non molta cortesia, e ci careggiavano il viso con nessuna urbanità.
p. 111
Sù, su, signor Cataplasma, diceva il dottore rivolto allo Speziale << con quella vostra schiena convessa mi sembrate addirittura piantando ravani e cipolle.. >> << Assistito, già s'intende, dalla sua affettuosa Verdiana, osservava Riccardo << che sa ben porgergli la semente!
p. 112
Il tuo lembo pria cinereo e annebbiato, s'è di repente tinto di fuoco, l'ampia tua distesa s'è cosparsa dei gigli e delle rose di Titone, ed io t'ho assomigliato ai cinquanta talami del dio Ercole.
pp. 114-115
E primo mi colpì agli occhi l'immenso vallone del Goceano, solcato dal sardo amazzone, il Tirso che scende gorgogliando, impinguendo le vicine campagne e porgendo abbondante pesca di trote d'anguille e finchè metta nel mare – e frastagliato dai suoi villaggetti, più o meno discosti l'uno dall'altro.