Flora e fauna

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Ci fu servito dell'eccellente brodo e del lesso da manzo – del pollo in tegame – dell'arrosto d'agnello e d'altri cibi gustosissimi ed identici; del burro e dei latticini abbondantemente – delle uve, delle pesche, senza badare al vino che era generoso, e al pane che era fresco e bianco.

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pp. 31-32
Ecco, ripigliava io, trinciando un pollo ben rosoluto e poi di essermi sghermito alquanto degli effimeri assalti della fame >> ecco, questo si chiama mangiare da Cristiani.... A Sassari invece, in quelle locande lì, t'asciugano la borsa per benino, e ti rimpinzano lo stomaco con dei intingoletti camuffati da nomi barbareschi, e che in fondo non sono che carni stantie e verdure di assai basso nome... Ora si hanno preso l'uso di servire alla carta; vò aggiornarvi di questo servizio in voga.

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E'vero, mi dicete, che spesso vi accadrà – come infatti avvenne a me – d'ordinare v. g. delle braciuole di vitello, e d'offrirvele di montone - dello stufato di capretto e servirvelo d'agnello, di gatto e che so io.

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Intanto, signori miei, qui mi pare d'aver trinciato per benino questo pollo, - e se non secondo le regole della Grammatica, come pretendeva dal figlio quella buon'anima d'un babbo, secondo quella della sculcheria, che come sapete è quell'arte, che insegna a ben trinciare le carni. Ora a voi, miei buoni commensali, tocca a voi far onore al pollo, servendovene copiosamente come faccio io.

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Ah, comprendo... inallora bisogna dire che voi siate stato un gran babbeo... e non siete corso alla funicella, quando vi si offerse la vitella. 

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