Flora e fauna
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 105
Ora Grazia aveva quella perspicacia del rettile, ch'è tutta propria delle nature malvage e per la triste esperienza delle vie torte, onde la virtù si maschera e si tradisce.
p. 106
V'ha un ingegno splendido, generoso, che tende al bene e lo comanda; ve n'ha un altro abbietto, tenebroso, illuminato, direi quasi dalle vampe dell'inferno a spire di satana, che tende al male e trova mille vie al delitto con un'acutezza, con un'ostinazione veramente spaventevoli. E questo talvolta prevale a quello, come il serpente prevale all'aquila, avviluppandola insidioso, colle sue spire, e trafiggendola con suo dardo avvelenato.
pp. 107-108
Ma bada bene che, se tu m'inganni, io ti caccerò via di casa, come un cane.
p. 112
Ed è da parecchie notti che egli invano si agita sopra la stojetta di giunco lunghesso il focolare, come costumano dormire i giovani dell'Ogliastra e della Barbagia.
pp. 112-113
Balza in piedi, sale una scala, striscia come serpe lungo un andito e tenton tentoni s'inoltra fino ad un usciuolo, ove tende l'orecchio.