Flora e fauna
Lanusei, Tipografia Sociale, 1885
Ritedda di Baricau
Marcello Cossu
p. 75
Si, si, e intanto sospenderò il mio peplo da nozze sull'altarino della Madonna del Carmine sino al tuo ritorno. Ogni mattina vi recherò un mazzolino di fresche viole raccolte nella valle. alla sera, cantando le litanie in Parrocchia, penserò al mio Daniele.
p. 77
Questi, rientrato in casa di zio Vissenteddu, poco dopo montava a cavallo e partiva alla volta di Cagliari, per incominciare il suo militare servizio.
p. 78
Oh! Meglio d'un razzo che vola per aria, o di quattro cocchi che girano, o di due cavalli impauriti che fuggono; Oh! Meglio d'assai lo spettacolo aperto della natura; oh! Meglio assai d'una moltitudine oziosa, il vasto teatro delle montagne coronate di boschi, il rumore dei torrenti che precipitano a valle, il canto solitario del mandriano, che guidando l'armento, sé stesso ascolta; oh! Meglio i prati, le selve, il cielo e le mille feste della sempre varia natura!
p. 78
Va in le valli de' tristi roveti, Su pe' greppi ove salta il camoscio, Giù per balze ingombrate d'abeti Che la frana da' gioghi rapi.
p. 80
Di natura svegliata e irrequieta, Vissenteddu preferiva correr pei campi per darla caccia alle farfalle, salire sui colli, sugli alberi a snidare gli uccelli, saltellare, ruzzolare sul prato come un torello, far la sassaiuola coi compagni, e abboriva i libri, la scuola e il maestro.