introduzione di Gianfranco Tore
L'autore
Antonio Canales de Vega nacque a Cagliari verso la fine del XVI secolo e vi morì nel 1659. Figlio di un modesto commerciante cagliaritano, completò gli studi universitari a Pisa e Barcellona. Rientrato in Sardegna nel 1624, insegnò all'Università di Cagliari e contemporaneamente esercitò l'avvocatura. Alla vigilia del Parlamento del 1631 era considerato uno dei giuristi più capaci e, per tale ragione, venne nominato dall’Arcivescovo di Cagliari Ambrogio Machín Avvocato del Braccio Ecclesiastico. Per i meriti politici acquisiti durante le Corti divenne assessore del Tribunale al patrimonio regio e, successivamente, giudice della Reale Udienza. Scrisse alcune opere storiche e diverse allegazioni di diritto.
I curatori
Antonello Murtas è ricercatore del Centro di Studi Filologici Sardi. In questa collana ha pubblicato: Il condaghe di San Michele di Salvennor (2003).
Gianfranco Tore (Tonara, 1946) insegna Storia Moderna presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari. Unitamente a C. Valenti ha curato Sanità e Società in Italia: Sicilia e Sardegna secoli XVI-XX, vol. III (Udine, 1988); successivamente ha pubblicato La fabbrica del vino. Terra, Lavoro e azienda nella Sardegna moderna (Sassari, 1995); Il regno di Sardegna nell’età di Filippo IV (Milano, 1995); Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel, 1626 (Cagliari, 1999) e numerosi altri saggi di storia politica e sociale.
L'opera
Discursos y apuntamientos sobre la proposición hecha en nombre de su Magestad a los tres Braços Ecclesiástico, Militar y Real è un'opera che costituisce una pietra miliare nella storia politica dell'isola. Per la prima volta il ceto ecclesiastico, coinvolgendo anche la nobiltà e le oligarchie urbane, presentò alla Corona la richiesta di un programma di governo che andava al di là degli angusti interessi di ceto e affrontava nodi strutturali dell’economia e della società sarda. I Discursos delineano un'organica piattaforma politica attraverso la quale le élite dirigenti sarde fanno conoscere alla Corona le condizioni poste dai ceti privilegiati per rinnovare il patto di collaborazione. Fra le richieste più rilevanti spicca quella di un'effettiva integrazione del regno nel sistema imperiale, da realizzare riconoscendo ai ceti sardi i medesimi diritti e privilegi di cui godevano gli altri territori appartenenti alla corona d'Aragona e a quella di Castiglia. Sebbene redatta dal Canales de Vega, l'opera è presumibilmente frutto di una riflessione politica che ha coinvolto anche l'arcivescovo di Cagliari Ambrogio Machín, e quello di Alghero, Gaspare Prieto nel tentativo di impegnare anche la Sardegna nella strategia di difesa territoriale ideata dal ministro de Olivares.