Il curatore
Giuseppe Meloni, docente di Storia medioevale e attualmente Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari. È autore di volumi su svariate tematiche. Tra i principali ambiti di ricerca vanno segnalati gli studi sulla politica e l’economia degli stati mediterranei nel basso medioevo (Genova e la Corona d’Aragona). Inoltre l’edizione di diverse cronache catalane del XIV secolo (Ramon Muntaner e Pietro IV d’Aragona) e di documenti prodotti in Sardegna, come i condaghes di Barisone II. Tra la documentazione inedita pubblicata, di rilievo quella sull’attività mercantile di Giovanni Boccaccio, impegnato in traffici commerciali con la Sardegna. Ha quindi concentrato i suoi studi sui problemi dell’insediamento umano nella Sardegna medioevale, proponendo una nuova illustrazione del tema. Il volume più recente consiste nella pubblicazione di una cronaca scritta in lingua logudorese che offre una nuova chiave di lettura sul mondo agro-pastorale della Sardegna settentrionale nei secoli XVIII e XIX.
L'opera
Una delle più controverse fonti narrative di origine popolare viene riproposta in una nuova edizione critica, preceduta da un’analisi storica. Si tratta di un esemplare a stampa del 1620 nel quale l’erudito sassarese Francesco Rocca offrì ai suoi contemporanei la possibilità di leggere quanto veniva attribuito alla leggenda del ritrovamento dei corpi dei martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario e ai fatti che ruotano attorno alla fondazione della basilica di S. Gavino di Porto Torres. Al di là del significato culturale dell’opera, il documento è permeato di aspetti di carattere storico che, rivalutati per la prima volta in un’ottica che supera vecchi preconcetti, possono offrire nuove chiavi di lettura. La matrice medioevale dei fatti leggendari così come quella degli avvenimenti storici narrati vengono rivalutate e riproposte. Si definisce una datazione sull’origine della tradizione in un momento nel quale sono ancora vivi consistenti elementi culturali e politici di area italiana e si affacciano i primi di matrice iberica, catalanoaragonese. L’origine dell’istituzione giudicale, della quale si offre una serie di particolari originali ed unici, l’illustrazione di quelle che potrebbero essere le prime figure al vertice dell’istituzione, così come la definizione del territorio, descritto a fondo con precisi riferimenti a particolari toponimici che solo le ricerche attuali hanno recuperato, sono gli argomenti di punta della ricerca. Così articolato, questo studio si presenta come una proposta di rivalutazione di una tradizione che non può che arricchire i dati a nostra disposizione su un passato che merita di essere conosciuto più a fondo.