Maria Teresa Laneri e Francesca Piccioni
L'autore
Della vita di questo letterato non abbiamo molte informazioni. Sappiamo che il suo nome era Rodrigo Baeza, che si addottorò all’Università di Valencia e che qui iniziò a insegnare nel 1548, ottenendo nell’anno successivo la cattedra di Poesia. Resta ignoto il motivo per cui decise di lasciare il prestigioso incarico per trasferirsi a Cagliari, dove dall’autunno del 1551 lo ritroviamo nel ruolo di insegnante di Grammatica (ovvero di lingua latina) presso la locale Scuola Civica.
L’ultima notizia della sua presenza nell’isola è del 21 febbraio 1561. Il noto umanista Juan Lorenzo Palmireno, suo allievo e successore nella cattedra di Poesia all’Università di Valencia, a distanza di anni lo ricorderà come uno dei docenti più autorevoli di quell’Ateneo.
I curatori
Maria Teresa Laneri è ricercatrice di Letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università di Sassari, dove ricopre gli insegnamenti dell’omonima disciplina e di Storia della lingua latina. I suoi interessi scientifici vertono principalmente sulla letteratura latina dei secoli XIV-XVI. Ha pubblicato saggi su importanti figure dell’Umanesimo italiano, quali Lorenzo Valla, Pomponio Leto e Marcantonio Sabellico, del cui Epistolario sta attualmente allestendo l’edizione critica. Nell’ambito della cultura sarda, ha curato la traduzione italiana della Chorographia Sardiniae di Giovanni Francesco Fara e l’edizione della Biblioteca di Monserrat Rosselló. Per questa Collana ha già curato, sempre in edizione critica, opere di Proto Arca (2003), Giovanni Arca (2005) e Sigismondo Arquer (2007).
Francesca Piccioni ha conseguito il dottorato di ricerca europeo in Storia, letterature e culture del Mediterraneo tra le Università di Sassari e di Oxford. Dopo alcuni anni come assegnista di ricerca presso le Università di Torino e di Cagliari, oggi insegna Storia della lingua latina, in qualità di docente a contratto, presso l’Università di Sassari. Si è interessata principalmente della tradizione manoscritta e dei problemi testuali di De magia e Florida di Apuleio, in vista dell’edizione critica in preparazione per la serie Oxford Classical Texts. Si è occupata altresì di Carmina Latina Epigraphica e dei papiri della ‘Nuova Saffo’; ha curato inoltre l’edizione dei carteggi inediti relativi a pubblicazioni di classici degli archivi storici Loescher.
L'opera
La produzione superstite di Baeza (ms. Cagliari, Biblioteca Comunale, Sanjust 55, cc. 80-109) è costituita dall’orazione Caralis panegyricus civibus Caralitanis dictus e da una raccolta di raffinati componimenti metrici greci e latini. Il Caralis panegyricus, composto
nell’estate del 1551, è di notevole interesse perché ci mostra la Cagliari cinquecentesca attraverso gli occhi di un dotto visitatore forestiero, con dovizia di notizie e di curiosità di carattere storicoantiquario.
L’antologia poetica, che consta di 13 carmina in metri dattilici di varia estensione, argomento e tipologia (la redazione copre un ampio arco cronologico che va dalla giovinezza di Baeza, verisimilmente trascorsa in Spagna, alla maturità del suo soggiorno cagliaritano), si configura come un interessante tassello della ricezione degli auctores classici nell’Umanesimo sardo-ispanico del XVI secolo. In questa sede viene offerta la prima edizione critica di quanto di questo autore è tràdito dal manoscritto cagliaritano.