L'autore
Carlo Buragna (1634-1679), dopo l’infanzia cagliaritana visse nell’Italia meridionale, soprattutto a Napoli, dove fu membro dell’Accademia degli Investiganti, che propugnava un rinnovamento in campo filosofico e scientifico, con l’abbandono del rigido aristotelismo e l’accoglimento degli insegnamenti di Galileo. Fu molto attivo e apprezzato nei campi della geometria e della filosofia naturale, ma delle opere scritte in materia quasi nulla gli è sopravvissuto. La buona rinomanza acquisita presso le generazioni successive si deve alle sue Poesie, interpretate come campione dell’antimarinismo.
Il curatore
Luigi Matt insegna Storia della lingua italiana nell’Università di Sassari. È condirettore degli «Studi linguistici italiani». Si occupa principalmente della lingua letteraria cinque-secentesca e novecentesca e di lessicografia. Ha pubblicato i seguenti volumi: Teoria e prassi dell’epistolografia italiana tra Cinquecento e primo Seicento. Ricerche linguistiche e retoriche (Roma, Bonacci, 2005), Gadda. Storia linguistica italiana (Roma, Carocci, 2006), La narrativa del Novecento (Bologna, Il Mulino, 2011), Glossario romanesco di «Quer pasticciaccio brutto de via Merulana» (Roma, Aracne, 2012).
L'opera
Stampate postume nel 1683, le Poesie di Buragna anticipano il cambiamento di gusto che troverà piena realizzazione pochi anni dopo nella costituzione dell’Accademia dell’Arcadia. Le scelte dell’autore, a livello sia tematico sia stilistico, vanno in direzione di un netto rifiuto delle pratiche più innovative della poesia barocca, e di un deciso ritorno al petrarchismo, interpretato però in modo non dogmatico, tenendo ben presente la lezione di autori che hanno saputo conciliare antico e moderno come Giovanni Della Casa e Torquato Tasso. L’influenza dei due più grandi poeti del secondo Cinquecento è evidente, oltreché nelle molte riprese puntuali, in alcune soluzioni sintattiche e metriche.