La CUEC editrice e il Centro di Studi Filologici Sardi hanno pubblicato altri dieci titoli della collana Scrittori sardi. Si tratta dell’epistolario Innocenzo III e la Sardegna (curato da Mauro G. Sanna), dell’operetta latina tardo-cinquecentesca De bello et interitu marchionis Oristanei di Proto Arca Sardo (curato da Maria Teresa Laneri), dell’Autografo de Il giorno del giudizio , l’edizione integrale del manoscritto di Salvatore Satta (curato da Giuseppe Marci ), della raccolta di notizie, curiosità, annedoti, riflessioni Note sarde e ricordi di Giuseppe Manno (curato da Aldo Accardo, Giuseppe Ricuperati ed Eleonora Frongia), di un classico del récit d’ascension Alpinismo a quattro mani di Giovanni Saragat e Guido Rey (curato da Giuseppe Marci ), delle traduzioni in lingua sarda da Eluard e Valery Poesia ininterrompia e Campusantu marinu di Antonio Mura (curato da Duilio Caocci), dell’Index libri vitae di Giovanni Delogu Ibba (curato da Giuseppe Marci ), del Registro di San Pietro di Sorres , introduzione storica di Raimondo Turtas (curato da Sara Silvia Piras e Gisa Dessì), del Condaghe di San Michele di Salvennor (curato da Paolo Maninchedda e Antonello Murtas), degli Scritti economici sulla Sardegna di Giuseppe Todde (curato da Pietro Maurandi e Tiziana Deonette).
Sono così sedici i volumi pubblicati nell’arco di due anni. Numerosi gli studiosi coinvolti e, soprattutto, i giovani ricercatori che hanno avuto la possibilità di misurarsi con testi complessi e difficili. Il Centro di Studi filologici sardi, presieduto dal prof. Nicola Tanda, e la CUEC sono stati incoraggiati ad intensificare l’attività dalla lusinghiera accoglienza che la critica e il pubblico hanno tributato ai primi titoli pubblicati nel 2002. I libri sono letti e discussi non solo dagli addetti ai lavori ma da un pubblico ampio che comprende insegnasti, studenti, intellettuali e operatori culturali. L’aspetto più interessante e promettente per il futuro è che i libri della collana Scrittori sardi stanno sempre più fornendo occasione di dibattito nel territorio, soprattutto nei piccoli centri, a riprova che la comunità sarda desidera riappropriarsi di un patrimonio letterario ampio e solo in parte conosciuto che comprende le opere degli scrittori sardi dall’antichità fino ad oggi.
La mancata conoscenza (che molte volte si configura come una vera e propria perdita) di un patrimonio culturale così importante per coloro che da quella tradizione derivano, determina minori consapevolezze sulla propria fisionomia sociale e intellettuale: una sorta di identità diminuita, in quanto priva di un apporto qualitativamente elevato. Proprio per la consapevolezza dell’importanza di tali materiali il Centro di Studi Filologici Sardi e la Cuec hanno voluto fare uno sforzo tendente a coniugare l’esigenza del massimo rigore scientifico e del rigore filologico nel trattamento dei testi con la volontà di coinvolgere il maggior numero possibile dei lettori, anche non specialisti, cui si è cercato di offrire i supporti necessari per entrare all’interno di universi testuali articolati e compositi. I volumi sono, infatti, corredati da introduzione e note illustrative.
L’auspicio è che questa seconda uscita, anche per l’importanza dei testi pubblicati, contribuisca ad intensificare un dibattito al quale partecipino gli studiosi, i mezzi di comunicazione, i lettori, numerosi e appassionati, che tanto in Sardegna quanto, più ampiamente, nell’orizzonte nazionale, seguono con crescente interesse lo sviluppo degli studi riguardanti il ricchissimo panorama culturale italiano, nella specificità delle singole aree geografiche.
R.G.