Il corpus innocenziano, però, così come può evincersi dalle numerose testimonianze contenute nelle minute superstiti, deve essere stato decisamente più consistente: 147 sarebbero - secondo Sanna, curatore di Innocenzo III e la Sardegna - le missive tra il pontefice e i vari interlocutori sardi. È indubbiamente un patrimonio documentario di inestimabile valore, consegnato al pubblico come eloquente e variopinto spaccato della vita politica, sociale, economica e religiosa della nostra isola al tempo dei giudicati.
Il rinvenimento delle nuove minute presso l'Archivio Capitolare di Anagni e di altrettanto nuovi regesti presso l'Archivio Segreto Vaticano ha reso necessario l'assemblaggio di un unico strumento documentario, non solo contenutisticamente esaustivo ma anche e soprattutto rigoroso da un punto di vista critico ed esegetico.
È quanto ha realizzato il curatore del testo, con somma perizia e straordinaria passione. Ne scaturisce una lettura destinata in prima luogo agli addetti ai lavori e ai cultori del tema. Anche un pubblico più ampio e diversificato, però, può trovare, nelle pagine in oggetto, notevoli suggestioni di indubbio interesse: i documenti, infatti, narrano, con piglio e gusto per il dettaglio, le vicissitudini storiche di uno scorcio di medioevo giudicale sardo dominato dalle imponenti figure dello stesso Papa Innocenzo III e di Guglielmo di Massa, tra sottili schermaglie negoziali, episodi bellici e ardite tattiche di politica matrimoniale. Non sono inoltre estranei all'epistolario innocenziano spunti di diverso tenore, quali i puntuali richiami all'osservanza delle norme di diritto canonico ed ecclesiastico, rivolte, con ferma ma paterna sollecitudine, al clero sardo.
Ma l'intento, neanche troppo velato, della fiorente produzione documentaria della cancelleria pontificia al tempo di Innocenzo III non può non essere rintracciato nella precisa volontà di sostenere i diritti politici e patrimoniali pontifici sull'isola attraverso un'oculata quanto vigorosa strategia diplomatica. Vale la pena scorrere le pagine del testo quindi non solo per gettare uno sguardo discreto su un'epoca storica mai abbastanza esplorata, ma anche e soprattutto per apprezzare le arguzie e le ricercatezze retoriche, declinate nella politica e nella diplomazia, attraverso le quali, parallelamente alle epiche battaglie sul campo, si giocavano le sorti dei popoli
Corrado Ballocco