Un'immagine condivisa da chi, a distanza di quasi trent'anni, quel "Programma", ha inteso realizzare, ampliandone i presupposti e gli obiettivi. Nel frattempo è maturata l'esigenza di appropriarsi di una tradizione scrittoria sconosciuta perlopiù, e nello stesso tempo, di guardarla da un nuovo punto di vista: «Non con l'occhio straniero di chi ha in mente la gerarchia delle grandi letterature europee, ma con lo sguardo nuovo di chi è interessato all'inventario e alla prima classificazione di un patrimonio genetico percepito come proprio e, almeno per questo motivo, ritenuto degno di interesse».
Secondo l'italianista Giuseppe Marci, direttore del Centro di studi filologici sardi, che dal 2001 ha avviato l'impegnativo progetto editoriale, il senso dell'impresa è proprio nel suo essere supporto storico-culturale irrinunciabile al sentimento identitario dei sardi.
Sorto nel 1990, il Centro che ha una sede a Cagliari, in via Bottego 7 (telefono 070 344042), e una a Sassari in via Principessa Iolanda 68, è presieduto dal filologo Nicola Tanda e si regge sulla collaborazione di un gruppo di professori dei due atenei sardi. Nella sede cagliaritana inoltre, lavora un équipe di quattro laureati in Lettere impegnati nell'elaborazione dei testi.
La summa immaginata dal Cardia, si articolava in 212 voci, ma l'elenco è aperto e attualmente il Centro ha pubblicato, in edizione critica, ventisei opere prodotte in un arco di tempo che va dal Medioevo al Novecento, dai Condaghi a L'autografo de Il giorno del giudizio di Salvatore Satta. Nella collana intitolata "Scrittori sardi", edita dalla Cuec, i titoli rimandano ai temi più vari: accanto a Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, a cura di Maurizio Virdis, si trovano: Su patriota sardu a sos feudatarios di Francesco Ignazio Mannu, a cura di Luciano Carta, La coltivazione de' gelsi e propagazione de' filugelli in Sardegna, a cura di Giuseppe Marci, il Registro di San Pietro di Torres, a cura di Sara Silvia Piras e Gisa Dessì, Poesia ininterrompia e Campusantu marinu di Antonio Mura, a cura di Duilio Caocci, Alpinismo a quattro mani di Saragat e Rey, a cura di Marci, De bello et interitu Marchionis Aristanis di Giovanni Proto Arca, a cura di Maria Teresa Laneri, e molti altri libri ancora.
L'ultima imponente pubblicazione è l'Historia general de la isla y regno de Serdena di Angelo de Vico, a cura di Francesco Manconi: sette volumi volumi in cofanetto, al costo di 130 euro. Altri dieci titoli usciranno entro dicembre, tra cui accanto a un libro curioso: Battesimo di fuoco di Sardus Fontana, una memoria della seconda guerra di un ufficiale della Brigata Sassari, una vera e propria chicca: alcune carte inedite di Salvatore Satta.
Copertina cartonata, sovracoperta e cofanetto, le opere che in media costano 18 euro, un prezzo molto contenuto, hanno un nutrito apparato critico, un glossario e introduzioni ampie che collocano ogni opera e la sua genesi nel proprio tempo.
Il valore letterario del libro, almeno per la produzione meno recente, è secondario rispetto al suo valore come testimonianza di una tradizione linguistica di cui è utile ricostruire l'evoluzione. E, nello stesso tempo, attestazione di una cultura e di usi la cui conoscenza ci restituisce la consapevolezza ragionata della nostra identità. Sarà per questo che, a dispetto di ogni pregiudizio, i volumi pubblicati dal Centro, accompagnati da un'intelligente attività di promozione culturale, hanno un buon successo di pubblico.
L'Autobiografia di Vincenzo Sulis, edita in 2000 copie è stata esaurita nel giro di breve tempo, e sta per essere ristampata. Uguale destino è toccato a un altro volume: Agricoltura di Sardegna, di Andrea Manca, già edito in edizione critica, ma tra qualche mese pubblicato nella collana "Scrittori sardi" del Centro.
Il segreto, dice Giuseppe Marci, docente di filologia italiana nella facoltà di Lingue a Cagliari, è creare il bisogno di cultura. A questo scopo l'Istituto organizza seminari, convegni, conferenze ed assegna borse di studio per ricerche di carattere filologico e bibliografico. Un riconoscimento per le attività svolte è appena arrivato dal ministero per la Pubblica Istruzione che ha inserito il Centro sardo nell'elenco nazionale degli istituti scientifici speciali approvandone il nuovo e più ancor ambizioso progetto: realizzare un archivio degli autografi degli scrittori sardi.
Franca Rita Porcu