Nuoro, Il Maestrale, 1996
L'oro di Fraus
Giulio Angioni
Non so come darò misura alle mie idee, e tono a sentimenti che non domino: alla paura specialmente, che in me adesso io scopro intemperante, e ciarliera quanto l'ira, se le do la stura, come in auto poco fa, tornandomene a casa tutto solo. Finora la paura m'ha sospinto e la paura m'ha ritratto. Anche la lepre però sa risolversi alla lotta, e sceglie l'ira, se fuggire o nascondersi non serve più.
Chissà se tutti sentono così, davanti al foglio bianco del loro testamento. Io sono incredulo al cospetto d'una fine da tenere per scelta in preventivo.
Intanto è meglio ripassare tutto, ma daccapo, e vedere dove arrivo: dopo quello che stasera m'è successo all'aeroporto, con quest'ultima minaccia, che mi tocca nel vivo molto più che la mia carne: rivedere tutto, anche se non c'è l'agio di riflettere, su cosa dire, a come dirlo, e dovrò mettere in piazza cose mie, di casa nostra. Ma non è per questo che temo ascoltatori, spero di non averne: è perché averne vorrà dire non essere più che questa voce, in messaggio differito, memoriale postumo.
Chissà se tutti sentono così, davanti al foglio bianco del loro testamento. Io sono incredulo al cospetto d'una fine da tenere per scelta in preventivo.
Intanto è meglio ripassare tutto, ma daccapo, e vedere dove arrivo: dopo quello che stasera m'è successo all'aeroporto, con quest'ultima minaccia, che mi tocca nel vivo molto più che la mia carne: rivedere tutto, anche se non c'è l'agio di riflettere, su cosa dire, a come dirlo, e dovrò mettere in piazza cose mie, di casa nostra. Ma non è per questo che temo ascoltatori, spero di non averne: è perché averne vorrà dire non essere più che questa voce, in messaggio differito, memoriale postumo.