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Collana: Scrittori sardi
Anno: 2008
Dimensione: 12x19 cm
Pagine: 372
Prezzo: € 20,00
ISBN: 978-88-8467-474-6
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Antonio Maccioni
Arte y Vocabulario de la lengua Lule y Tonocoté
a cura di Riccardo Badini, Tiziana Deonette, Stefania Pineider introduzione di Riccardo Badini, Raoul Zamponi

L'autore

Antonio Maccioni (o Machoni, come il suo cognome veniva scritto in castigliano) nacque a Iglesias nel 1672; nel 1688 entrò nella Compagnia di Gesù e, nel 1698, venne inviato nelle missioni della Provincia gesuitica del Paraguay. Agli inizi del XVIII secolo, insieme ad alcuni confratelli, si spostò nella vasta regione del Chaco, corrispondente al nord dell’attuale Argentina, al seguito del governatore del Tucumán, don Esteban de Urízar, che aveva deciso di intraprendere una campagna militare contro le popolazioni locali. Ricoprì la carica di Rettore del Collegio Massimo di Cordova del Tucumán e studiò la lingua parlata o capita da “cinco numerosas Naciones, Lule, Ysistiné, Toquistiné, Oristiné, y Tonocoté”.

I curatori

Riccardo Badini, ricercatore di Lingua e Letterature Ispanoamericane presso l’Università degli Studi di Cagliari. Tra le sue pubblicazioni: Intrecci di Culture. Marginalità ed egemonia in America latina e Mediterraneo (2008).
Tiziana Deonette è ricercatrice del Centro di Studi Filologici Sardi e insegna Lingua e letteratura spagnola.
Stefania Pineider, esperta di letteratura di viaggio, ha pubblicato vari saggi con attenzione particolare ai rapporti culturali fra viaggiatori italiani e Nuovo Mondo.
Raoul Zamponi, professore di Etnolinguistica l’Università degli Studi di Siena, si è occupato, in ambito americanistico, di lingue estinte poco note.

L'opera

Nella colonizzazione d’America si distingue l’opera dei missionari gesuiti che sperimentano, nell’ambito delle missioni, un’incursione nei codici culturali indigeni, portando avanti una marcata difesa strumentale dell’uso delle lingue precolombiane nel processo di evangelizzazione. Di questa sensibilità linguistica è prova l’opera di Antonio Maccioni che consta di una grammatica, di un vocabolario e di un catechismo redatto in duplice versione, estesa e semplificata come era in uso nella letteratura religiosa dell’epoca. Il testo, pubblicato per la prima volta a Madrid nel 1732 e ristampato a Buenos Aires nel 1877, è l’unica testimonianza di una lingua amerindiana scomparsa probabilmente tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.

 
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