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Collana: Scrittori sardi
Anno: 2006
Dimensione: 12x19 cm
Pagine: 272
Prezzo: € 18,00
ISBN: 88-8467-376-3
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PAGINE CORRELATE

pubblicazioni

Sa Vitta et sa Morte, et Passione de sanctu Gavinu, Prothu et Januariu

Il carteggio Farina - De Gubernatis (1870-1913)

Il ritorno del figlio

Introduzione alla letteratura. Questioni e strumenti

Quiteria

L'edera

Le carte di Michele Boschino

documento testuale

Dino Manca

Antonio Mura Ena
Memorie del tempo di Lula
edizione critica a cura di Dino Manca
prefazione di Nicola Tanda

L'autore

Antonio Mura Ena nasce a Bono nel 1908. Trascorre l’infanzia a Lula presso lo zio Giovanni Antonio Mura, autore del romanzo La tanca fiorita. Frequenta a Lula le scuole elementari. Continua gli studi, prima a Nuoro, al ginnasio, poi a Cagliari, all’Istituto Magistrale. Dopo il diploma si iscrive a Roma alla Facoltà di Magistero e si laurea in Pedagogia nel 1938 con Guido De Ruggero. Dal 1935 al 1938 insegna a Nuoro, all’Istituto Magistrale, dove ha come preside Remo Branca. Nel 1938 pubblica una raccolta di poesie, L’Isola e la città. Nello stesso anno traduce dal tedesco in sardo una lirica di Heine, Eo e tue. Nel 1939, esce Nuove poesie. Nell’estate del 1940 conosce in Abruzzo Leone e Natalia Ginzburg. Fa parte del Comitato di Liberazione Nazionale. Nel 1945 scrive per il settimanale di Ernesto Buonaiuti e nel ‘46 licenzia un saggio su Palmiro Togliatti. È incaricato dell’insegnamento di Storia della pedagogia all'Università di Roma. Col passare degli anni intensifica la sua attività creativa. Traduce L'Apologia di Socrate in sardo. Nel 1988 vince un premio speciale al «Pompeo Calvia» di Sassari e riprende a lavorare ai racconti Memorie del tempo di Lula e alla raccolta di poesie Recuida. Muore a Roma nel 1994.

I curatori

Dino Manca (Nuoro 1965) insegna Materie letterarie e Latino al Liceo Scientifico «G. Spano» di Sassari e Letteratura e filologia sarda presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari. Ha scritto su diversi autori. Tra i saggi: Voglia d’Africa, Nuoro, Maestrale, (1996) e Il tempo e la memoria, Roma, Aracne, 2006. In questa collana ha pubblicato: Sa Vitta et sa Morte, et Passione de sanctu Gavinu, Prothu et Januariu (2002), Il carteggio Farina De-Gubernatis (1870-1913) (2005) e Il ritorno del figlio (2005) di Grazia Deledda. Ha inoltre curato il Glossario e gli Indici del Condaghe di San Gavino (2005) e scritto con Nicola Tanda una Introduzione alla letteratura (Cagliari, Cuec, 2005).
Nicola Tanda (Sorso 1928) si è laureato in Lettere a Roma con Natalino Sapegno e Giuseppe Ungaretti e ha concluso la carriera accademica come professore ordinario di Letteratura e filologia sarda presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Sassari dove per anni ha insegnato Letteratura italiana. Ha fatto parte del Consiglio direttivo nazionale dell’Associazione internazionale pergli Studi di Lingua e Letteratura Italiana (A.I.S.L.L.I). È attualmente direttore editoriale della collana «Biblioteca di Babele» (Edes) e presidente del «Premio Ozieri». Tra le sue opere più importanti: Narratori di Sardegna (con Giuseppe Dessì, 1965), Realtà e memoria nella narrativa contemporanea (1970), Contemporanei (1972), Il teatro di idee del Monti, (1979), Letteratura e lingue in Sardegna (1984),Pandolfo Collenuccio: il dramma della saviezza (1988), Dal mito dell’isola all’isola del mito (1992), Un'odissea de rimas nobas (2003). Ha scritto con Dino Manca una Introduzione alla letteratura (Cagliari, Cuec, 2005).

L'opera

È sufficiente leggere alcune pagine di Memorie del tempo di Lula per comprendere come il narratore si collochi proprio al centro del sistema culturale sardo. Protagonisti veri del racconto sono oltre che i ragazzi delle elementari, l’atmosfera senza tempo di Lula, che diviene paradigma di tanti paesi della Sardegna negli anni precedenti e seguenti la prima guerra mondiale. L’autore rievoca l’esperienza dello scoprire il mondo e gli uominie dell’affrontare insieme le difficoltà e la dolorosa fatica del vivere. È davvero il racconto dei riti di iniziazione di una piccola comunità educante, della difficoltà di un cambiamento della coscienza dell’esserci, del collettivo che doveva ristrutturarsi sulla base della scrittura.

 
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