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I.S.B.E.S.

Catalogo storico ragionato

Prefazione

Introduzione

Indice dei nomi

Schede degli autori

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Istituto bibliografico editoriale sardo
Schede degli autori
Scrittori sardi dal IV al XX secolo

Schede degli autori

 

1. Lucifero

 

Nato verso il 300, morto nel 370 o 371. Fu uno dei più zelanti difensori della fede cattolica contro gli ariani. La notizia più certa sulla sua attività risale al 354, anno in cui il papa Liberio lo mandò in legazione dall’imperatore Costanzo ad Arles, per ottenere la convocazione di un concilio che condannasse l’eresia di Ario. Presiedette, con altri due legati pontifici, al concilio di Milano. Arrestato per l’eccessivo zelo nella lotta contro gli ariani, fu mandato in esilio, per volontà dell’imperatore Costanzo, prima in Cappadocia, poi in Siria, in Palestina e nella Tebaide superiore. Dopo l’esilio cominciò un apostolato per le Chiese d’Oriente. La sua posizione rispetto agli ariani determinò un nuovo scisma che diede origine alla setta dei Luciferiani. Nel 363 ritornò alla sede cagliaritana dove rimase fino alla morte.

 

Opere

-         Epistole ad Eusebio, 355;

-         De regibus apostaticis, 356-58;

-         Pro S. Athanasio, 360;

-         De non parcendo in Deum delinquentibus, 360;

-         Moriendum esse pro filio Dei, 361.

(La prima edizione risale al 1568, ad opera di Giovanni di Tilet, vescovo di Meaux; la seconda in “Maxima biblioteca patrum”, volume IV, Lione, 1687; la terza a cura di Domenico e Giacomo di Sebastiano Coleti, Venezia, 1778).

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario bibliografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 189-196;

G. Siotto-Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Bologna, 1966 (ristampa anastatica ed. Cagliari, 1843-44), vol. II, pp. 28-51;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 21-29;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 564, nn. 10038-10040.


 

2. Eusebio

 

Nato a Cagliari alla fine del III secolo, morto a Vercelli nel 371. Giovanissimo si trasferì a Roma dove fu consacrato vescovo di Vercelli, intorno al 340, dal papa Giulio. Nel 354 partecipò con Lucifero alla missione inviata dal papa Liberio all’imperatore Costanzo per ottenere la convocazione di un concilio che condannasse l’arianesimo. Come Lucifero, per le sue lotte contro gli ariani, fu inviato in esilio dall’imperatore Costanzo, prima in Palestina, poi in Cappadocia e nella Tebaide. Morto Costanzo, l’imperatore Giuliano richiamò dall’esilio tutti i vescovi, ma Eusebio, per volere del papa Liberio, si recò ad Alessandria, dove si doveva riunire un nuovo concilio e dedicò ogni sua attività a riportare alla disciplina la Chiesa d’Oriente. Rientrato a Vercelli, vi morì lapidato dagli ariani nel 371.

 

Opere

-         Epistole Antiquorum patrum sermones et epistolae de Sancto Eusebio vercellensi et  martire ex codice manuscripto veteri tabularii ecclesiae vercellensis periscorum item patium et aliorum authorum testimonia de eodem. Vita praeterea eiusdem..., Mediolani, 1581;

A Eusebio si attribuiscono inoltre un Trattato sulla Trinità (secondo alcuni composto da san Atanasio) e un Evangelario latino, conservato nella cattedrale di Vercelli, edito in Roma, nel 1749 dal P. Giuseppe Biandani.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario bibliografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 70-77;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 51-55;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 22, 29-31;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 174, nn. 6573-6576.


 

3. San Gregorio Papa

 

Nato a Roma nel 570 circa e morto nel 604 circa. Di nobile famiglia, fu prefetto di Roma; abbandonò poi gli onori, fondò sette monasteri e si fece monaco. Fu nunzio apostolico a Costantinopoli dal 579 al 585; nel 590 divenne papa e amministratore della sancta res publica. Scrisse, tra l’altro, quattordici libri di lettere che sono un documento storico essenziale.

 

Opere

-         Selectae epistolae de sacris sardorum antiquitatibus, historicis commentariis illustratae, Taurini, 1825, p. 127.

(Eruditi commentarii alle Epistolae scrisse il canonico di Sassari d. Emmanuele Marongio).

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 362, n. 8314.


 

4. Iscrizioni sarde del medio evo

 

A cura di Tomaso Casini, con una appendice del Prof. A. Taramelli sulle iscrizioni bizantine del Medioevo.


 

5. Condaghi

 

Documenti in lingua sarda (logudorese e campidanese) dei secoli XII e XIII. Modesta è la loro importanza letteraria ma grande è quella filologica e storico-politica. Si tratta di codici sui quali sono stati trascritti lasciti e donazioni a favore di chiese e comunità religiose, con annotazioni riguardanti la vita amministrativa di una chiesa o di un convento. Legati alla storia delle grandi basiliche sarde del Medioevo, da esse prendono nome: C. dell’Abbazia di Saccargia; C. di S. Michele di Salvennor; C. di S. Pietro di Silki; C. di San Pietro di Sorres; C. di San Nicola di Trullas; C. di Santa Maria di Bonarcado; C. di San Martino di Oristano.

                                                                                           
6. Liber Judicum Turritanorum

 

Cronaca in volgare logudorese del sec. XIII che abbraccia qualche secolo di storia costituendo quindi una fonte importante per il Medioevo sardo. L’autore, probabilmente monaco, è ignoto, ma dalla sua opera appare come uomo di cultura, a conoscenza della cronaca e della storia del Medioevo italiano.

L’opera fu pubblicata nel 1906 da Enrico Besta (Palermo, 1906).


 

7. Statuti della Repubblica di Sassari

 

Gli Statuti sassaresi furono pubblicati nel 1316, ma la loro esistenza risale certamente almeno alla metà del secolo XIII. Infatti, nella Convenzione del 1249 sono di frequente citati i capitoli e le costituzioni sassaresi e nell’Introduzione dello stesso Codice si dice che gli Statuti ivi contenuti furono scritti ed esemplati (scritta et exemplata), cioè copiati da un originale preesistente. Furono scritti in due Codici, uno in latino e uno in sardo volgare. Quello in lingua sarda doveva essere conservato presso gli archivi del Comune ed è arrivato quasi intatto fino a noi, mentre dell’altro, scritto in lingua latina, che doveva essere custodito da un onorevole cittadino scelto dal Podestà, non si hanno che pochi frammenti.

 

Bibliografia essenziale

E. Costa, Sassari, Sassari, 1959, vol. I, pp. 65-66;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 295, nn. 18284-18286.


 

8. Sacre Laudi e Rappresentazioni

 

La “Sacra Rappresentazione” fu un genere drammatico di importazione che si innestò in un contesto popolare ricco già di un substrato di tradizioni e costumi rituali arcaici, che venivano a scontrarsi e ad adattarsi con gli influssi teatrali spagnoli.

Le “Sacre Laudi” furono rappresentate in Sardegna dai gosos di importazione in forma tarda di un tipo di componimento già esistente in area ispano-catalana, la cui origine, secondo alcuni studiosi, si può far risalire a quello spazio di tempo in cui si attuò il trapasso dal basso latino alle lingue romanze.

 

Bibliografia essenziale

S. Bullegas, Il teatro in Sardegna fra Cinque e Seicento, Cagliari, 1976, pp. 43, 52-55;

G. Calvia, Canti religiosi del Logudoro, in “Il Folclore italiano”, a. I, fasc. 2-3;

F. Alziator, Il folklore sardo, Bologna, 1957, pp. 139-146.


 

9. Carta de logu

 

Promulgata verso la fine del 1300, in lingua sarda logudorese, dalla giudicessa Eleonora d’Arborea, che, perfezionando l’opera del padre, fece stendere la Carta de logu, per disciplinare e rinnovare gli usi e gli istituti giuridici locali.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, pp. 336-337, nn. 3250-3257.


 

10. Constitutiones, Statutos et Ordinassiones de sa Santa Ecclesia de Ottana          


 

11. Antonio Cano

 

Nato a Sassari sul finire del sec. XIV e morto verso il 1463. Terminati gli studi di Teologia fu nominato parroco di Giave, quindi abate di Saccargia.

Nel 1436 fu eletto vescovo di Bisarcio e nel 1448 arcivescovo di Sassari. Nel 1463 celebrò un concilio provinciale i cui atti andarono perduti.

La sua opera pubblicata solo dopo la sua morte, nel 1557, è il primo poemetto in volgare sardo (Logudorese) che si conosca.

Per la sua notevole importanza filologica il poemetto venne ristampato nel 1912 in edizione critica da Max Leopoldo Wagner. Il valore poetico dell’opera è invece assai scarso.

 

Opere

- Sa vitta et sa morte, et passione de Sanctu Gavinu, Prothu et Januariu, Sassari, 1557;

Rist. dal Wagner, estr. da “A.S.S.”, Cagliari, 1912.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, ad vocem, pp. 167-168;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 87, n. 94;

G. Siott-Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 393-400;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 66-68.


 

12. Cartulariu d’Arborea

 

Raccolta di carte reali dei sovrani di Aragona in seguito alla ribellione del giudicato d’Arborea al marchesato di Oristano fino alla incorporazione di questo alla Corona di Aragona.

Copia del doc. del 1469 (cc. 1-54), contenente copia di altri documenti dal 1390 al 1415 e atti riguardanti il giudicato di Arborea nei secc. XI-XVI.

Ms. del sec. XVIII, di cc. 175 nelle Cu e Ms Sanjust di cc. 175 nelle Cco.


 

13. Sigismondo Arquer

 

Nato a Cagliari all’inizio del sec. XVI e morto a Toledo il 4 giugno 1571. Letterato di vasta cultura, studiò teologia e diritto civile canonico a Pisa. Collaborò alla Corografia del Münster, una delle opere più importanti del suo tempo. Accusato come luterano dall’Inquisizione di Spagna nel 1562 fu incarcerato a Toledo e il 4 giugno 1571 fu mandato al rogo.

La sua opera Sardiniae brevis historia, assai modesta dal punto di vista letterario, è importante in quanto è la prima sistematica trattazione storico-geografica della Sardegna.

 

Opere

- Sardiniae brevis historia et descriptio; tabula chorographica insulae ac metropolis illustrata, in Münster corografia, Basilea, 1558;

- II ediz. in Domenico Simon (a cura di), Rerum sardoarum scriptores, Torino, 1788;

- III ediz. in F. Concas (a cura di), “La Regione”, a. I, fasc. I, 1923.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 91-92;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 116-117;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 77, nn. 730-731;

D. Scano, Sigismondo Arquer, in “A.S.S.”, vol. XIX, fasc. I e II, Cagliari, 1935;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 15-17.


 

14. Antonio Parragues de Castillejo

 

Arcivescovo di Cagliari. Ha lasciato un epistolario pubblicato solo di recente, che è una delle fonti più interessanti per la storia del sec. XVI.

Ci è anche pervenuto un documento che contiene l’inventario della biblioteca del Parragues, ricca di oltre 500 volumi.

 

Opere

- Epistolario (1549-1564), Ms del sec. XVI della Biblioteca Universitaria di Cagliari, segnato S.P. 6.2.39.

Il codice, che consta di 118 cartelle, fu donato all’Università nel 1843 dal canonico Faustino Baylle e proveniente dalla Biblioteca Rossello.

 

Bibliografia essenziale

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 44-58; 243, n. 721; 251, n. 740;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 78-79, 80, 81, 82;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, p. 525;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 325, n. 13099.


 

15. Antonio Del Frasso

 

Nato ad Alghero nel 1520 e morto a Cagliari nel 1595. Intraprese la carriera militare. Per un amore contrastato fu imprigionato e costretto ad espatriare in Spagna dove si dedicò interamente alla poesia. I suoi versi gli procurarono una certa fama tanto che il Cervantes cita, nel Don Chisciotte, la sua opera più valida: I dieci libri delle fortune d’amor. Il Del Frasso poetò oltre che in castigliano anche in lingua sarda.

 

Opere

- Los diez libros de la fortuna de amor, Barcellona, 1573; II ediz., Londra, 1740;

- Los mil y dozientos consejos y avisos discretos sobre los siete grados y estamentos de nuestra humana vida, Barcellona, 1571.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 105-106;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 207-208, nn. 608-609;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 461-467; vol. IV, pp. 71, 88, 120-123.


 

16. Francesco Bellit

 

Nato a Cagliari nel 1530 ca e morto alla fine del sec. XVI. È il più antico raccoglitore di leggi sarde. La sua raccolta, corredata di un repertorio delle materie, comprende i capitoli delle Corti tenutesi in Sardegna a partire dal Parlamento del 1421, riunito da D. Alfonso re di Aragona, fino a quello convocato dal Viceré D. Alvaro Madrigal. Coltivò anche la poesia, come appare dal capitolo della Visione dell’Araolla, ma le sue opere non sono giunte fino a noi; ci è rimasto un epigramma in lode di Pio IV compreso negli atti del sinodo tridentino, pubblicati a Cagliari nel 1758.

 

Opere

- Capitols de Cort del estament militar..., Caller, 1572.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 123-124;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 117, 271, 309;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 148, n. 1422;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 76-77, n. 35.


 

17. Giovanni Francesco Fara

 

Nato a Sassari il 4 febbraio 1543 e morto a Bosa nel 1591. Figlio di Stefano Fara, notaio. È il più illustre e valente storico sardo del Cinquecento. Studiò filosofia e leggi a Bologna nel collegio spagnolo fondato dal cardinale Albornoz e poi a Pisa dove nel 1567 si laureò in diritto civile e canonico. Trascorse diversi anni a Pisa, Firenze, Bologna e Roma, visitando le biblioteche e gli archivi per ricercare materiali per le sue opere sulla storia della Sardegna. Nel 1580 tornò in Sardegna dove continuò le ricerche e gli studi e pubblicò il primo volume del suo De rebus sardois, mentre i tre successivi rimasero inediti per la sua prematura morte. Nello stesso anno fu nominato arciprete della cattedrale di Sassari e nel gennaio del 1591 vescovo di Bosa; nel giugno del 1591 celebrò un sinodo diocesano e poco dopo morì, a soli quarantotto anni.

 

Opere

-         Tractatus de essentia infantis, proximi infantiae et proximi pubertatis, Florentiae, 1567;

-         De rebus sardois, libro IV; libro I, 1580; ediz. completa, Torino, 1835 (Ms del sec. XVIII presso il British Museum – Department of Mss. Add. Ms 10026);

-         De corographia Sardiniae, Torino, 1835;

Una ediz. comprendente il De rebus sardois e la Corographia “ex recensione Victorii Angius addita oratione de laudibus auctoris” apparve a Cagliari, 1838.

-         Lettera Sul primato della Chiesa turritana, del 6.12.1588 diretta al vescovo di Sassari Alfonso de Lorca.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 79-88;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 115-117, nn. 202-207; p. 239, n. 705; p. 265, nn. 797-798;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 306-310, 316-317, 384, 387, 395;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 50, 57, 78, 80-81, 82, 104, 112, 117-118, 119, 121, 123, 129, 137, 356, 527, 529;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 197-199, nn. 6799-6814.


 

18. Pietro Giovanni Arquer

 

Nato a Cagliari nella seconda metà del sec. XVI. Giureconsulto, diede una seconda edizione dei decreti e delle risoluzioni del parlamento generale di Sardegna, già pubblicati alcuni anni avanti da Francesco Bellit, con aggiunta degli atti delle corti celebrate dai Viceré D. Giovanni Colonna e D. Michele Moncada.

 

Opere

-         Capitols de Cort del Stament militar de Sardenya ara novament restamps, y de non añadits ad molta diligencia y curiositat reunits, Caller, 1591;

-         Rubrica de tots los reals privilegis concedits a la magnifica Reys de Arago, Caller, 1603.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 92-93;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 75, n. 29;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 77, nn. 728-729.


 

19. Pietro Delitala

 

Nato a Bosa nel 1550 circa e morto nel 1590 circa. Figlio di Nicolò Delitala e di Sibilla di Giovanni De Sena, visconte di Sanluri. È il primo poeta sardo che usò l’italiano per le sue poesie. Per una vicenda d’amore fu costretto a fuggire dalla Sardegna e a recarsi prima in Corsica, poi in Italia dove divenne amico del Tasso e di altri famosi letterati. Tornato in Sardegna, fu gettato in carcere per circa dieci anni; ne fu liberato per l’intervento del vescovo di Bosa, Giovanni Francesco Fara, a cui dedicò alcuni sonetti.

Si ignorano l’anno esatto e il luogo della sua morte.

 

Opere

- Rime diverse, Cagliari, 1595.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 12-13;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 103, n. 148;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 123-133;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 111-115;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 71, n. 5638.


 

20. Antioco Brondo

 

Nato a Cagliari verso la metà del sec. XVI e morto a Cagliari, nel convento di Bonaria, nel 1619. Religioso mercedario dimorò per molti anni in conventi di Spagna e di Italia. Si laureò nell’Università di Pisa. Tornato in Sardegna divenne commissario generale del suo ordine. Dopo la morte fu venerato come santo dai suoi concittadini.

 

Opere

-         Commentariorum paraphrasum conceptumque praedicabilium ac disputationum in Apocalypsim, Roma, 1612;

-         Historia y milagros de N. Señora de Buenayre de la ciudad de Caller, Cagliari, 1595.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, p. 144;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 82-83, nn. 52-53;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 80-88, 157;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 218, nn. 2096-2097.


 

21. Giovanni Proto Arca

 

Nato a Bitti verso la metà del XVI secolo e morto il 24.8.1599. Ecclesiastico, visse per diverso tempo a Cagliari, fu parroco del suo paese natale. Compose diverse opere storiche di cui una sola venne pubblicata. Il Tola e il Toda, cadendo in errore, hanno fatto di questo storico due persone: Giovanni Arca e Proto Arca.

 

Opere

-         De sanctis Sardiniae, libri tres, Cagliari, 1598;

-         Barbaricinorum libri duo, a cura di F. Alziator, Cagliari, 1972;

-         De bello et interitu marchionis Oristani, Cagliari, 1592, Ms del XVI sec. di cc. 78 (Cu);

-         Naturalis et moralis historiae de rebus Sardiniae, libri septem, Ms cartaceo del sec. XVI di cc. 268, in coll. Baille, Cu.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, p. 66;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 178-182, 203-220;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 74, n. 25, pp. 227-228, 666-667-668;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 66;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 66, nn. 623-627.


 

22. Dimas Serpi

 

Nato a Cagliari nel 1550 circa, morto a Roma all’inizio del sec. XVII. Religioso della minore osservanza e poi frate zoccolante, studiò in Sardegna e poi in Spagna filosofia e teologia. Nel 1597 fu eletto padre provinciale del suo ordine per la Sardegna. Tornato in Spagna viaggiò a lungo per istruire il processo sulla vita e i miracoli del B. Salvatore da Orta, morto a Cagliari nel 1569. Fu poi a Cagliari e a Roma, dove morì. Restano di lui opere di argomento religioso di non grande valore, a eccezione del Trattato sul Purgatorio, nel quale si dimostra, secondo il Siotto Pintor, dotto teologo e valente scrittore.

 

Opere

-         Chronica de los santos de Cerdeña, Barcellona, 1600;

-         Tratado del Purgatorio contra Lutero y otros hereges, segum el decreto del S.C. Tridentino, Barcellona, 1801;

-         Apodixis sanctitatis S. Georgii suellensis episcopi, Romae, 1609;

-         Apodixis sanctitatis episcoporum Luciferi calaritani et Georgi suellensis, Romae, 1609.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 175-178;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 68-75, 153, 157, 361, 387; vol. III, pp. 203, 221, 263;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 210;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 152, nn. 16933-16935.


 

23. Francisco Rocca

 

Nato a Sassari nel 1570 circa e morto a Sassari prima del 1639. Ecclesiastico, fu rettore della chiesa parrocchiale di Tiesi, poi canonico della cattedrale turritana, consultore e qualificatore del Santo Uffizio e infine inquisitore generale per tutto il regno di Sardegna.

 

Opere

-         Historia muy antigua, llamada el Condaghe o Fundaghe: de la fundacion, Consecracion e Indulgencias del Milagroso Templo de Nuestros Illustriss. Martyres y Patronos S. Gavino, S. Proto y S. Januario en lengua sarda antigua. Accompagnato da un breve discorso Del fin, modo y consideraciones, con las quales se deve visitar el templo de S. Gavino, de Puerto Torres, Venezia, 1495; Roma, 1547; Sassari, 1620.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, p. 148;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, p. 158;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 172-173;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 582-583, n. 15410.


 

24. Dionigi Bonfant

 

Nato nella seconda metà del XVI secolo e morto a Cagliari il 2.8.1637. Teologo e giurista cagliaritano del XVII secolo. È conosciuto per l’opera Triunpho de los santos del Reyno de Cerdeña, esaltazione del primato della “Sardinia sacra” dopo il ritrovamento delle reliquie “dei santi sardi e martiri” in San Saturnino. L’opera fu giuducata negativamente dal Muratori e dagli altri critici del tempo quali il Barberini, l’Olstemio, l’Ughelli, ecc.

 

Opere

-         Triunpho de los santos del Reyno de Cerdeña, dedicato a Filippo III, re di Spagna, Cagliari, 1635;

-         Breve tratado del primado de Sardegna y Corcega en favor de los Arzobispos de Caller, dirizido a la Majestad cathol. D. Phelipe III, Caller, 1637.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 132-135;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 340, 362-363;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 196, nn. 1897-1898;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 78-79, nn. 41-42.


 

25. Antonio Canales de Vega

 

Nato a Cagliari alla fine del sec. XVII e morto a Cagliari nel 1659. Dotto giureconsulto, studiò a Sassari e a Pisa dove si laureò. Insegnò nell’Università di Cagliari e contemporaneamente esercitò l’avvocatura. Fu assessore del tribunale del patrimonio regio e giudice della Reale Udienza. Partecipò come avvocato dello stamento ecclesiastico al parlamento riunito nel 1631 dal Viceré di Sardegna Gerolamo Pimentel. Fu amico di Dexart e del Facchineo, famoso professore di diritto all’Università di Pisa. Scrisse opere storiche e di diritto. Alcune sue opere, come la Biografia Universale degli uomini illustri del Regno di Sardegna, non ci sono giunte.

 

Opere

-         Consultazioni legali, scritte in lingua latina e stampate a Cagliari nel 1628, 1629, 1630, 1631;

-         Quattro centurie di decisioni della Reale Udienza di Sardegna, Cagliari, 1642;

-         Discursos y apuntamientos sobre la proposicion hecha a los tres Braços... en las cortes del año 1631, Caller, 1631;

-         Invasion de la armada francesa del Arzobispo de Bordeus y monsiur Enrique de Lorena conde de Harchourt..., Caller, 1637.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 161-163;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 229, 316, 338, 340-341, 347; vol. III, pp. 38, 204, 263;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 227, nn. 2679-2682;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 84-87, nn. 59-93.


 

26. Ambrogio Machin

 

Nato ad Alghero nel 1580 e morto a Cagliari il 23.10.1640. Nato da famiglia di origine catalana, compì i suoi studi ad Alghero e poi a Cagliari dove divenne frate della redenzione nel convento di Bonaria. Ottenuto il permesso, si recò in Aragona dove si laureò in teologia scolastica, materia che insegnò per molti anni. Fu profondo conoscitore delle opere di san Tommaso da cui attinse materia per i suoi scritti; fu anche studioso di diritto canonico. Lasciato l’insegnamento, nel 1621 fu nominato vescovo di Alghero; sei anni più tardi Urbano VIII gli affidava la sede arcivescovile di Cagliari. Con l’opera Defensio sanctitatis... prese parte alla disputa, assai viva in quel periodo, sulla supremazia ecclesiastica fra gli arcivescovi di Cagliari, Sassari e Arborea. 

 

Opere

-         Commentarii una cum disputationibus in primam partem sancti Tomae, I parte, Madrid, 1621; II e III parte, Cagliari, 1639;

-         Defensio sanctitatis beati Luciferi, nec non et primatus archiepiscopi calaritani, Cagliari, 1639.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 197-203;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, p. 256; vol. II, pp. 75, 342, 346, 364-376, 383;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 54;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 10, nn. 10163-10169;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 127-130, nn. 246-255.


 

27. Francesco Aleo

 

Fu professore di diritto nell’Università di Cagliari verso la metà del XVII secolo. Esercitò anche l’avvocatura e fu uno dei più valenti giuristi sardi. Ci restano numerose consultazioni legali, raccolte in volume insieme a quelle di altri giurisperiti.

 

Opere

-         Consilia diversorum auctorum in unum congesta, Cagliari, 1637. Contiene 28 consigli, cinque dei quali dell’Aleo;

-         Causa de visita y defensa de ministros de justicia: mordaça para malignantes, Cagliari, 1641.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, p. 70;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 340-341;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 22, nn. 214-215;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 69-70, nn. 6-12.


 

28. Francesco Angelo Vico (de)

 

Nato a Sassari nel 1580 circa e morto a Madrid nel 1648. Di famiglia corsa. Studiò filosofia e diritto laureandosi in diritto civile e canonico probabilmente nell’Università di Salamanca. Ritornò quindi a Sassari dove esercitò l’avvocatura e ricoprì diverse cariche pubbliche. Nel 1627 fu eletto reggente del supremo consiglio di Aragona, carica affidata per la prima volta a un sardo. Dal 1634 Filippo IV gli lasciò esercitare anche le funzioni di vice Cancelliere di Aragona, sebbene non gliene accordasse il titolo e le prerogative. Dal 1636 al 1640 soggiornò in Sardegna dove tenne provvisoriamente la carica di reggente la Reale Cancelleria. Tornò poi a Madrid dove rimase fino alla morte. Compose pregevoli opere di diritto e studi storici di scarso valore; raccolse, per invito del governo spagnolo, le leggi e le pragmatiche emanate per la Sardegna dall’inizio della dominazione e propose nuove leggi adatte ai bisogni delle popolazioni sarde. Questa opera fu per circa due secoli il solo codice della Sardegna.

 

Opere

-         Historia general de la isla y regno de Serdeña, Barcellona, 1639;

-         Apologatio honorifica... a las obieciones que haze el P.A. Salvador Vidal en su libro intitulado Clypeus aureus ecc., Madrid, 1643;

-         Leyes y Pragmaticas reales del reyno de Serdeña, Napoli, 1640.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 291-300;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 165-168;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, p. 256; vol. II, pp. 280-285, 360-361; vol. III, pp. 60-71, 76-81.


 

29. Salvatore Vidal

 

Nato a Maracalagonis nel 1575 (Tola) ed il 26.10.1581 (Alziator) e morto a Roma il 28.1.1647. Il suo vero nome era Giovanni Andrea Contini. Studiò a Cagliari dove si laureò in diritto civile e canonico. Fu poi consacrato sacerdote e per alcuni anni fu commissario apostolico della santa crociata. Per 15 anni fu parroco a Muravera e a Maracalagonis. Nel 1617 diventò frate zoccolante a Cagliari; nel 1619 fu mandato in Spagna dove dimorò nei conventi di Alcazar e Cartagena. Andò poi a Roma dove studiò lingue orientali nel collegio di S. Pietro in Montorio; viaggiò per molti anni predicando in diverse città d’Italia. Fu uno dei pochissimi sardi del ‘600 a scrivere indifferentemente in latino, italiano e spagnolo. Ci ha lasciato moltissime opere.

 

Opere

-         Annales Sardiniae, pars I, Florentiae, 1639 (dedicato a Ferdinando II, granduca di Toscana); pars II, Mediolani, 1645 (dedicato a G. Arias Maldonato, consigliere nel senato di Milano);

-         Clypeus aureus excellentiae calaritanae, Florentiae, 1641;

-         Respuesta al historico Vico, Venetiis, 1644 (destinata a combattere la Apologatio honorifica che il Vico aveva pubblicato nel 1640 in difesa della sua Historia general de Sardeña, attaccata dal Vidal nel Clypeus aureus).

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 307-314;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 163-168;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 179-186, 195-196; vol. III, pp. 40-50, 210-214, 255-264;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 481-483, nn. 19987-19997;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 196-197, nn. 570-571; pp. 212-213, n. 635; pp. 257-258, n. 768; p. 267, nn. 814-818.


 

30. Giuseppe Sequi

 

Non si ha nessuna notizia certa; si sa soltanto che appartenne alla Compagnia di Gesù. La sua opera, pubblicata anonima, fu da molti attribuita al Vico o a Jacopo Passomar.

 

Opere

-         Ad annales Sardiniae per F. Salvatorem Vitalem etc... praesentim vero in eiusdem epistolam nuncupatoriam ad magnum Hetruriae ducem latam censurae et observationes quaedam non asperuendae, authore quidem innominato, sed magni nominis literaturae etc...

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 174-175;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 50-54;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, n. 16900.


 

31. Andrea Vico Guidone

 

Nato a Sassari nella prima metà del secolo XVII. Fu filosofo e medico di grande valore. Studiò a Pavia e insegnò poi nell’Università di Sassari. Per la sua fama, nel 1631 fu chiamato a curare il Viceré marchese di Baiona, cosa che gli sollevò contro le ire degli altri medici che vivevano in Sardegna.

Nel 1630 fu eletto sindaco del comune di Sassari presso la corte di Madrid, ma rifiutò. Nel 1638, sviluppatasi in Sassari una febbre epidemica, pubblicò un opuscolo nel quale descrisse la malattia e i metodi usati per combatterla. Tale opuscolo ottenne l’approvazione dell’Università di Sassari e di molti medici italiani, spagnoli e portoghesi; diversa invece fu l’accoglienza dei medici sardi dell’Università di Cagliari e del medico genovese Scofferio. Ne nacque quindi un lungo contrasto.

Il Vico ci ha lasciato diversi opuscoli di scienza medica.

 

Opere

-         Ad praestantissimos archigymnasii Turrenae primariae universitatis doctores pro vulgari febre dignoscenda et curanda consultatio, Napoli, 1638;

-         Apodixis contra Apologiam Michaelis Scofferii, Girona, 1639;

-         Iudiciale sacom ad trutinam apologeticorum Antoni Galcerini, Sarrochi, Mari Amellii et Francisci Martis doctorum, Girona, 1639.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 289-291;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 280-281; 283-288;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 479, nn. 19965-19969.


 

32. Giovanni Dexart

 

Nato a Cagliari il 22.10.1590 e morto a Napoli dopo il 1648. Si laureò in diritto a Bologna. Tornò quindi in Sardegna dove per dieci anni esercitò l’avvocatura; fu anche avvocato dello Stamento Militare. Per la sua profonda conoscenza del diritto e per la sua integrità morale fu nominato consigliere capo del comune di Cagliari; in questo periodo fondò l’Università di Cagliari. Fu poi assessore del patrimonio e dell’erario regio, avvocato fiscale e giudice civile della Reale Udienza. Nel 1642-43 ebbe la reggenza della cancelleria del regno. Ebbe anche l’incarico di raccogliere tutti gli atti dei parlamenti celebrati in Sardegna dal tempo dell’istituzione al 1638 (opera già iniziata dal Bellit e dall’Arquer). Nel 1645 ottenne da Filippo IV re di Spagna il seggio di consigliere del senato di Napoli.

 

Opere

-         Capitula sive acta curiarum regni Sardiniae, sub invictissimo coronae Aragonum imperio concordi trium brachiorum aut solius militaris voto exorata, veteri ex codice... et actis novissimorum... proprias in sedes ac materias coacta..., Cagliari, 1645;

-         Selectarum juris conclusionum in sacro regio Sardiniensi praetorio digestarum et decisarum centuria..., Napoli, 1646.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 42-48;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 229-230, 303, 336-337, 342, 349, 359;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 114-115, nn. 6034-6039;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 106-108, nn. 167-171.


 

33. Gavino Farina

 

Nato a Sassari nel 1600 (s. Tola), 1611 (s. Pintor); morto a Madrid dopo il 1696. Medico e filosofo, studiò a Sassari, Pisa e Roma, dove fu allievo di Gabriele Fonseca, medico di Innocenzo X. Dopo la laurea tornò in Sardegna dove esercitò la professione in varie città. Contemporaneamente insegnava a Sassari formando ottimi discepoli. Divenuto archiatra di D. Luigi Guglielmo di Moncada, Viceré di Sardegna, lo seguì poi in Sicilia e a Valenza. Ebbe stretti rapporti con molti studiosi tra cui il Frasso Pilo e i medici siciliani Marc’Antonio Alacmo, Agostino de Lorenzo, Gavino Catayna. Diventò medico di Filippo IV e di Carlo II. Ottenne la signoria di Monti.

 

Opere

-         Medicinale patrocinium ad Tyrones Sardiniae medicos, in quo natura febris Sardiniae, causae, signa, prognostica et medendi methodus describitur, Venezia, 1651;

-         Epistola in qua morbi historia, quo excellent Dux de Montalto fuit vexatus describitur, et censura in eius curatione ab aliquibus facta etc., Napoli, 1650;

-         Apologia in curatione excellent dominae Catherina Moncatae Ducissae Montis alti, Venezia, 1658.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 88-93;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 282-296, 348; vol. IV, p. 118;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 208, nn. 6904-6906.


 

34. Pietro Frasso Pilo

 

Nato a Sassari nel 1629. Di nobile famiglia, studiò filosofia a Sassari, passò poi in Spagna dove si laureò in diritto nell’Università di Salamanca. Si trasferì poi a Madrid dove per vari anni esercitò l’avvocatura. Per le sue capacità e per la sua fama fu nominato dal re Carlo II avvocato fiscale del senato di Guatemala e poi revisore generale di quella provincia. Esercitò poi gli stessi uffizi a Lima in Perù e in Venezuela e, dal 1676, a Quito. Nel 1679 soggiornò per un certo tempo a Madrid. Si ignorano la data e il luogo della morte.

 

Opere

-         De regio patronatu, ac aliis nonnullis regaliis regibus catholicis in Indiarum occidentalium imperio pertinentibus quaestiones, tomus I, Madrid, 1677;

-         De regio patronatu Indiarum quaestiones aliquae desumptae et disputatae, tomus II, Madrid, 1679.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 107-110;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 344, 346, 352.


 

35. Giorgio Aleo

 

Nato a Cagliari nel 1620 circa e morto nel 1684 circa. Cappuccino predicò in molte città dell’Isola. Si dedicò allo studio della storia della Sardegna, con particolare attenzione alla storia ecclesiastica. Essendo stato coinvolto nell’uccisione del Viceré Camarassa, fu bandito dall’Isola dal Viceré duca di San Germano. Ci ha lasciato due opere manoscritte.

 

Opere

-         Successos generales de la Isla y Reyno de Serdeña, Caller, 1684, Ms, un vol. in folio si trova in Cu, Archivio Stato Torino, Sardegna, sala 34;

-         Historia chronologica y verdadera de todos los successos y cosas particulares succedidas en la Isla y Reyno de Serdeña, del año 1637 al año 1672, Ms cartaceo del XVII secolo di cc. 108, raccolta Baille; Ms del XIX secolo, di cc. 223, Ms 263 in Cu. Traduzione in lingua italiana del P. Atanasio da Quarto, Cagliari, 1926.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 70-71;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 183-193;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 211-212, nn. 639-640;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 169-171;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 22-23, nn. 216-218.


 

36. Giuseppe Zatrillas Vico

 

Nato a Cagliari il 21.8.1648 da Saturnino ed Elena Vico e morto nel 1707. Di nobile e ricca famiglia, fu letterato e scrittore di fama. Nel 1671 armò a sue spese una compagnia di fanti per la guerra di Messina. Nel 1698 fu eletto sindaco dei due Stamenti, Reale e Militare, presso la corte di Madrid per portare al re le richieste votate dai rappresentanti della nazione. Nel 1701 ottenne da Filippo V il titolo di marchese di Villaclara. Quando Filippo V e Carlo III si contendevano il trono di Spagna, lo Zatrillas Vico fu ingiustamente accusato (1707) di essere un sostenitore di Carlo III e fu mandato in esilio a Tolone, dove probabilmente morì.

 

Opere

-         Engaños y desengaños del profano amor, Napoli, 1687-88; Barcellona, 1756;

-         Poema eroico al merecido applauso del unico oraculo de las musas, Barcellona, 1696; Barcellona, 1926.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 321-325;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, p. 467; vol. IV, pp. 74-75, 133-135;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, p. 19;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 153-162.


 

37. Giovanni Alivesi

 

Nato a Sassari nel secolo XVI da Giacomo e Francesca Sannatello. Giureconsulto sassarese, profondo conoscitore del diritto e scrittore elegante.

 

Opere

-         Controversiae forenses (non pervenutaci secondo il Tola, mentre, secondo il Siotto Pintor, esisteva nella raccolta Baille “pur mancante dei primi fogli”);

-         Juris responsa, scritti in lingua latina e spagnola, alcuni del 1614, la maggior parte senza data;

-         Consiliorum sive juris responsorum liber primus, inedito, il manoscritto consta di 192 pagine e comprende 40 capitoli.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 74-75;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 336, 357-359;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 20-21, nn. 13-16; p. 222, n. 641;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 25-26, nn. 243-246.


 

38. Carlo Buragna

 

Nato ad Alghero o a Cagliari nel 1632 da Giovanni Battista e Maria Cavada e morto a Napoli il 3.10.1679. Fece i suoi primi studi in Sardegna e nel 1648 raggiunse il padre a Napoli. Studiò filosofia e matematica acquistando fama di valoroso scienziato. Si dedicò anche alla poesia. A Napoli aprì una scuola gratuita di filosofia. Le sue opere filosofiche sono andate perdute, resta solamente una sua prefazione al De rerum natura; le sue poesie, in italiano e in latino, furono pubblicate dopo la sua morte.

 

Opere

-         Canzoniere, Napoli, 1683. Lo pubblicò Carlo Susanna, il quale vi aggiunse una Vita in latino dell’autore.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 148-152;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 190, 256, 348; vol. IV, pp. 136-147;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 172-181;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 228, n. 2202.


 

39. Pietro Aquenza Mossa

 

Nato a Tempio nel 1650 e morto a Cagliari nel 1705 circa. Studiò medicina nell’Università di Sassari; fu allievo del celebre Gavino Farina. Esercitò in vari centri dell’isola, ma specialmente a Sassari. Per motivi di studio viaggiò lungamente in Italia, poi fu in Spagna dove acquistò fama di valente fisico e fu protomedico generale di Sardegna e archiatra onorario dei re cattolici Carlo II e Filippo V. Dei suoi scritti rimangono solo due opere. 

 

Opere

-         De sanguinis missione libri IV, quibus accedunt fragmentum ad doctrinam de venae sectione pertinens, atque historia quaedam de veneni exhibiti suspicione, Madrid, 1696;

-         Tractatus de febre intemperie, sive de mutaciones vulgariter dicta regni Sardiniae et analogice aliarum mundi partium; in varios sermones divisus, veterum et modernorum medicorum doctrinis illustratus, etc., Madrid, 1702.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 81-84;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 296-307;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 63, n. 595.


 

40. Giovanni Delogu Ibba

 

Nato a Ittiri Cannedu nel 1650 circa e morto a Villanova Monteleone il 21.8.1738. Abbracciò lo stato ecclesiastico; fu prima vicario foraneo, qualificatore del santo uffizio ed esaminatore sinodale della diocesi di Bosa. Fu poi rettore della parrocchia di Villanova Monteleone. Di lui ci resta un’operetta di contenuto religioso, composta di sette parti, scritta in parte in latino e in parte in spagnolo e sardo.

 

Opere

-         Libro della vita, Sassari, 1736.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 23-28;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 100-102;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, pp. 265-271;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 219-229.


 

41. Giovanni Paolo Nurra

 

Nato a Cagliari il 25.1.1659 e morto a Firenze il 24.6.1711. Dopo essersi dedicato agli studi rettorici e filosofici si laureò in diritto. Consacrato poi sacerdote diventò canonico della cattedrale di Cagliari. Nel 1700 si recò a Roma per trattare alcuni affari del capitolo a cui apparteneva; da allora, per circa un decennio, viaggiò per l’Italia stringendo amicizia con letterati ed eruditi, tra cui il Magliabechi che conobbe a Firenze. Per la sua raccolta di note sulla storia “sacra e profana” della Sardegna è giudicato dal Tola «tra i letterati più benemeriti della Sardegna».

 

Opere

-         De varia lectione adagii Bamma sardiniakon, tinctura sardiniaca, Firenze, 1708;

-         De Sardinia tum sacra, tum profana, cod. cart. 2 voll. di cc. 409-412. Si trova nella raccolta Baille, Cu.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 26-29;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 195, 453, 477.


 

42. Domenico Usai

 

Nato a Sassari nella seconda metà del secolo XVII da Antonio Pietro e Girolama Appietto e morto a Sassari nel 1725 circa. Esercitò l’uffizio notarile a Sassari dal 1700 al 1725. Le notizie della sua vita si ricavano, oltre che dal suo diario, dall’atto di matrimonio stipulato il 31 marzo 1698 e dal testamento del 7.4.1725.

 

Opere

-         Diario, Ms di pp. 96. È una cronaca sassarese dal 3 agosto 1710 al 7 aprile 1715. Il frammento, posseduto dal Tola, dovrebbe trovarsi nella Biblioteca Universitaria di Sassari.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 282-284;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 257, n. 767;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, p. 25, nota 8;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 448, n. 19667.


 

43. Vincenzo Bacallar

 

Nato a Cagliari il 6 febbraio 1669 e morto all’Aia il 11 giugno 1726. Figlio di Paolo Bacallar e di Giovanna Maria Sanna. Di nobile famiglia, nel 1703 ebbe l’amministrazione delle regie mandrie di Paulilatino e poco dopo il governo delle torri. Nel 1707 fu nominato governatore del capo di Cagliari e di Gallura. Fu, come scrive il Tola, «seguace costante del monarca cattolico nella prospera e nella avversa fortuna». Nel 1714, dopo la pace di Utrecht, fu mandato come ambasciatore straordinario di Filippo V a Genova, dove secondò l’impresa del cardinale Alberoni tesa alla riconquista della Sardegna. Fu poi nuovamente a Madrid; nel 1724 fu inviato in Olanda come ambasciatore. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1725 per un colpo apoplettico, il marchesato di San Filippo, in assenza di figli maschi, passò per matrimonio della figlia Giuseppa a D. Francesco Amat Tola.

Il Bacallar, oltre che uomo d’arme e diplomatico, fu narratore, storico e poeta.

 

Opere

-         Lo Tobias, su vida escrita en octavas rimas, Madrid, 1709;

-         Los dos Tobias, historia sagrada, escrita en 500 octavas rimas castellanas, Madrid, 1746;

-         Monarchia hebrea, Madrid, 1702, I ediz.; Genova, 1719, II ediz.;

-         Description geographique, historique et politique du royaume de Sardaigne, I ediz. in Francia, 1714; rist. a L’Aia, 1725. L’attribuzione è del Tola;

-         Comentarios de la guerra de España e historia de su Rey Phelipe V el animoso desde el principio de su regnado hasta la paz general del año 1725, I ediz. Genova, 1711 (primi 12 libri); II ediz. Madrid; III ediz. Genova, 1719 (20 libri); IV ediz. Genova, 1725.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 109-114;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 234-251; vol. III, pp. 107-121; vol. IV, p. 75;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 204-205, nn. 585-587;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 242-246;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, pp. 279-281.


 

44. Antonio Maccioni

 

Nato ad Iglesias alla fine del secolo XVII e morto in Paraguay nel 1775 circa. Appartenne alla Compagnia di Gesù e fu missionario in America dove ricoprì l’incarico di rettore del collegio massimo di Cordova nel Tucuman. Fu poi procuratore generale a Roma delle province del Paraguay. Restano di lui diverse opere scritte in lingua spagnola, alcune delle quali ricche di notizie sui luoghi, le costumanze, le religioni e la lingua dei popoli americani tra i quali visse a lungo.

 

Opere

-         Las sietes estrellas de la mano de Jesus. Tratado historico de las admirabiles vidas etc. de siete varones illustres de la Compania de Jesus, naturales de Cerdeña etc., Cordoba, 1732;

-         Arte y vocabulario della lengua jule y toconote, Madrid, 1732;

-         El nuevo superior religioso, Puerto S. Maria, 1750.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 203-204;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 197-199; vol. III, pp. 438-503;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 208-209, nn. 612-614;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 8, n. 10146.


 

45. Antonio Pilo

 

Nato a Sassari alla fine del XVII secolo e morto a Sassari nel 1750 circa. Figlio di Pier Michele Pilo e di Orsola Quesada. Dotto giureconsulto si dedicò alla letteratura e alla raccolta di documenti di storia sarda. Fu tra gli anziani del comune di Sassari.

 

Opere

-         Allegato in lingua spagnola per li diritti del comune di Sassari sopra le terre e boschi tutti della Nurra e Fluminargia, 1734;

-         De rebus Sardiniae commentarii, Ms cartaceo, cc. 253 nella coll. Baille, Cu.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 196-200;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 251-252, nn. 741-742;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 386, n. 13651.


 

46. Martino Bologna

 

Nato a Sassari alla fine del XVII secolo e morto a Sassari nel 1775 circa. Dotto giureconsulto, esercitò dapprima l’avvocatura, poi fu assessore nel criminale della Regia governazione e per ultimo veghiere reale della città di Sassari. Le sue opere sono per la maggior parte inedite.

 

Opere

-         Relazione della seconda invenzione dei SS. Martiri turritani, Sassari, 1739;

-         Manual de memorias antiguas de Cerdeña par el D. Martin Boloña. Sommario di storia patria dal 1518 al 1750. Il Ms si trovava nella biblioteca del Tola.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 131-132;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 301-345;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia española de Cerdeña, Madrid, 1890, p. 263, nn. 778-780.


 

47. Luigi Soffi

 

Nato ad Alghero il 19.10.1742 e morto a Cagliari il 28.1.1816. Figlio di Giacomo Soffi e Teresa Cubeddu. Gesuita, nel 1775, per la soppressione dell’ordine, restò semplice sacerdote. Esercitò prima a Cagliari l’ufficio di prefetto del seminario tridentino, poi ad Alghero quello di professore di filosofia e di prefetto delle scuole regie (1791-95). Subito dopo fu chiamato a reggere la prefettura delle scuole di S. Teresa di Cagliari, lasciata vacante dal Carboni. Nel 1798 ottenne il titolo di professore di eloquenza italiana. Compose molte orazioni sacre e poesie in italiano e latino.

 

Opere

-         Componimenti poetici da recitarsi in una pubblica accademia, Cagliari, 1779;

-         Orazioni sacre e panegirici, Cagliari, 1783-84;

-         Poesie, Cagliari, 1784;

-         Panerigici in lode di alcuni santi cagliaritani, Cagliari, 1784.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 209-210;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 321-324, 346-348;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 302;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 303;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 219, nn. 17548-17553.


 

48. Antonio Sisco

 

Nato a Sassari il 30.5.1716 e morto a Sassari il 9.2.1801. Figlio di Francesco Sisco e di Mariangela Delrio. Frate dei minori conventuali di S. Francesco, visse per qualche tempo ad Assisi e a Urbino. Si recò poi a Napoli e a Torino dove completò i suoi studi. Ritornato a Sassari, vi insegnò teologia morale per nove anni. Nel 1758 fu eletto provinciale, poi fu creato commissario generale dell’ordine francescano per la Sardegna. Lasciò molti manoscritti, una parte dei quali andò distrutta. Raccolse le opere storiche del Fara e ogni notizia che potesse illustrare la storia della Sardegna.

 

Opere

-         Cronologia summorum pontificum;

-         Espositio palmorum;

-         Adnotationes variarum scientiarum et rerum;

-         Quaesita quae spectant ad religionis historiam et Ecclesiae dogmata;

-         Memorie pertinenti alle cose di Sardegna;

-         Notizie di cose sarde;

-         Miscellanee edite e inedite di antichità sarde.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 204-208;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 151-152; vol. III, p. 201;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 283-284;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 303;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 196-197, nn. 17334-17335.


 

49. Paolo Bologna

 

Nato a Cagliari e morto verso la metà del secolo XVIII. Figlio di Giambattista Bologna.

 

Opere

-         Compendio della storia di Sardegna (di quest’opera, rimasta inedita, abbiamo un sunto dello stesso autore, in forma di epistola inviata al Viceré marchese di Rivarolo. Ms del 10 settembre 1748, ora nella raccolta Baille, Cu).

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, p. 195;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 194, n. 1874.


 

50. Pietro Sanna Lecca

 

Nato a Cagliari all’inizio del XVIII secolo, morto a Torino alla fine del XVIII secolo. Giureconsulto, esercitò l’avvocatura nella sua città; fu poi promosso all’ufficio di avvocato del patrimonio del fisco e, successivamente, alla carica di reggente di toga del Supremo Consiglio di Sardegna. In quel periodo ebbe l’incarico del re Carlo Emanuele III di riunire tutte le leggi emanate dai Reali di Savoia per la Sardegna.

 

Opere

-         Editti, pregoni ed altri provvedimenti emanati pel Regno di Sardegna, Cagliari, 1775.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, p. 166;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 277-293;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, p. 41, n. 15906.


 

51. Il libro verde della città di Cagliari

 

Grosso volume di fogli membranacei contenenti i privilegi e le costituzioni della città di Barcellona, estesi al castello di Cagliari e inoltre dei privilegi, grazie e franchigie concessi alla città di Cagliari dai vari sovrani d’Aragona, di Castiglia e Aragona, di Spagna e di Sardegna (1244-1766). Pubblicato a cura di G. Picinelli-Maury, Cagliari, 1912; a cura di R. di Tucci, Cagliari, 1925.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 521, n. 9651.


 

52. Michele Antonio Gazano

 

Avvocato.

 

Opere

-         Storia della Sardegna, Cagliari, 1777. Va dal 319 a.C. a Vittorio Amedeo III; seguono un Catalogo dei Viceré e Luogotenenti generali della Sardegna (1323-1718), Corti del Regno (1355-1699), 22 docc. da Ugone visconte di Basso e giudici di Arborea a Ferdinando il Cattolico (17 ottobre 1498).

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 318, n. 7930;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 54-85.


 

53. Antonio Manunta

 

Nato ad Osilo e morto ad Osilo nel 1787. Fu vicario generale della diocesi di Nocera, quindi canonico della sua patria.

 

Opere

-         Riflessioni sopra la Istoria del Regno di Sardegna dell’avvocato Michele Antonio Gazano, stampato in Cagliari nel 1777, Ms del XVIII secolo, Msc. I, cc. 193-214 Baille, Cu.

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, p. 385;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 46, n. 10489.


 

54. Antonio Marcello

 

Nato forse a Cagliari nel 1730 circa e morto a Cagliari il 30.4.1799. Medico, si dedicò alla letteratura e compose varie tragedie in versi, le prime scritte in italiano da autore sardo. Il Tola giudicò la sua produzione «miserabilissima», mentre il Martini e il Siotto Pintor la giudicarono meno severamente. Il Marcello morì pugnalato da un ladro.

 

Opere

-         Il Perdicca, 1773;

-         Olimpia, 1785;

-         Le trecento matrone romane;

-         Marcello;

-         La morte del giovine Marcello, Cagliari, 1784-85.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 220-221;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 105-109;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 294;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 275-278.


 

55. Antonio Porqueddu

 

Nato a Senorbì nel 1743 e morto a Cagliari nel 1810. Gesuita, alla soppressione dell’ordine abbracciò lo stato sacerdotale. Dopo un viaggio a Torino, fu nominato parroco di Selegas e quindi di Senorbì, infine si ritirò nel collegio di S. Michele a Cagliari e vi rimase fino alla morte. Al fine di istruire i conterranei sull’utilità della coltura del gelso e sull’allevamento del baco da seta, il Porqueddu scrisse un poemetto in ottava rima, in lingua sarda con versione italiana.

 

Opere

-         Il tesoro della Sardegna (Su tesoru de sa Sardigna), Cagliari, 1779.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 123-124;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 94-96, 282;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 306;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 250, 302;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 1497, n. 14650.


 

56. Nicolò Navoni

 

Nato a Cagliari il 2.2.1755 e morto a Cagliari il 22.7.1836. Figlio di Andrea Navoni. Conseguita la laurea in leggi divenne sacerdote e lasciò per qualche tempo la Sardegna, visitando diverse città e fermandosi soprattutto a Venezia e a Torino. Al suo ritorno a Cagliari venne preposto all’istruzione dei chierici nel seminario tridentino e venne poi nominato canonico della cattedrale di Cagliari. Nel 1798 il metropolita di Cagliari Diego Gregorio Cadello lo nominò suo vicario generale. Per le sue virtù, due anni più tardi, fu nominato vescovo di Iglesias. Nel 1819 passò a governare le diocesi di Cagliari che tenne fino alla morte.

 

Opere

-         Il trionfo di Giuseppe (componimento drammatico), Cagliari, 1780;

-         Poesie giovanili;

-         Pastorali (per la diffusione dell’istruzione pubblica; per la vaccinazione dei fanciulli; per la creazione dei boddeus pastorali nel Sulcis; per l’erezione dei campisanti; per i giubilei degli anni 1826 e 1829; per l’avvenimento al trono di Sardegna degli augusti sovrani Carlo Felice I e Carlo Alberto I, etc).

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 17-20;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, p. 103;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 225, nn. 12181-12190.


 

57. Faustino Cesare Baille

 

Figlio di Giovanni Cesare Baille e di Gerolama Bogliolo. Canonico, fratello di Ludovico Baille si occupò di storia regionale e di poesia; scrisse, infatti, numerosi componimenti di vario metro.

 

Opere

-         Poesie e altri scritti (1778-1818);

-         Compilazione delle leggi municipali del Regno di Sardegna spettanti al criminale, Ms cartaceo della seconda metà del XVIII secolo di cc. VI-138 nella coll. Baille, Cu;

-         Discorso sull’invenzione della stampa esposto in nove qualità di caratteri esistenti nella R. Stamperia di Cagliari l’anno 1778, Cagliari, 1778.

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 136, 456, 515; vol. IV, p. 155;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 118-119, nn. 1135-1143.


 

58. Ludovico Baille

 

Nato a Cagliari il 3.2.1764 e morto a Cagliari il 14.3.1839. Figlio di Giovanni Cesare Baille e di Gerolama Bogliolo. Si laureò nelle discipline filosofiche e legali ed entrò a far parte del Collegio dei giurisperiti della Reale Università di Cagliari. Nel 1786 come addetto al Ministero della legislazione spagnola a Torino, si trasferì in quella città. In quel periodo viaggiò molto visitando archivi e biblioteche alla ricerca di memorie sarde con l’intenzione di pubblicare una storia sacra e profana della Sardegna. Nel 1800 ritornò in Sardegna dove continuò le sue ricerche. A Cagliari fu uno dei membri più attivi della Reale Società Agraria ed Economica. Ebbe anche le cariche di censore, di aggiunto al magistrato di riforme e presidente della biblioteca dell’Università. Fece parte di diverse accademie e fu in relazione con molti dotti come il Mattei, il Marini, il Vernazza e l’Angius. Le sue carte, edite e inedite, costituiscono una fonte importante per gli studi storici sulla Sardegna. Il Baille compose anche diversi sonetti.

 

Opere

-         Il sigillo dei bassi tempi, Torino, 1797;

-         Il sigillo secondo dei bassi tempi, Torino, 1800;

-         Iscrizioni latine, Cagliari, 1821, 1831, 1832, 1830;

-         Sonetti, Cagliari, 1784-89-93; 1803-7-12-16-22-23-24-26-27-31.

Manoscritti:

-         Annotazioni di economia civile;

-         Extrait des opinions des auteurs plus célèbres sur les prerogatives et droits des consuls maritimes (scritto a Torino nel 1792);

-         Dissertazione sulla Sardegna;

-         Ricordi dei suoi viaggi del 1788-89;

-         Lettere agli amici sui monumenti antichi della Sardegna;

-         Annotazioni sparse sopra le antichità romane;

-         Schede di antichità sarde.

I portafogli Baille sono nella Biblioteca Universitaria di Cagliari; il fondo Baille contiene anche un codice membranaceo con gli atti del sinodo sardo tenuto a S. Giusta il 3 novembre 1226.

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 202; 434-437; 515; 526-528; vol. IV, pp. 154-155;

D. E. Toda y Guell, Bibliografia Española de Cerdeña, Madrid, 1890, pp. 242-249;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 242-249;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 354-355;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 119-124, nn. 1145-1192.


 

59. Andrea Manca dell’Arca

 

Nato a Sassari nel 1716 e morto a Sassari nel 1795 o 1796. Figlio di Carlo Manca e di Eulalia dell’Arca. Studiò leggi e per qualche tempo esercitò l’avvocatura. Si applicò poi allo studio dell’agronomia, sperimentando vari metodi di coltura nelle sue vaste proprietà terriere. Fece parte dell’Accademia agraria di Torino; fu il primo sardo a scrivere di agricoltura.

 

Opere

-         Agricoltura di Sardegna, Napoli, 1780.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 213-215;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 265-267;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 285;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 26, n. 10324.


 

60. Matteo Madao

 

Nato ad Ozieri il 9.1.1723 e morto a Cagliari nel settembre del 1800. Figlio di Pietro Madao Cocco e di Martina Cossu Pinna. Iniziò gli studi ad Ozieri; entrò poi nell’ordine gesuita e si dedicò a studi di teologia e filosofia. All’abolizione dell’ordine si ritirò nel convento di S. Michele a Cagliari dove rimase fino alla morte. Il Madao studiò in modo approfondito la storia e le antichità sarde; si dedicò alla compilazione di un dizionario comprendente centomila vocaboli sardi, opera che non fu mai pubblicata. Particolare attenzione meritano i suoi versi e le sue opere sulla lingua sarda.

 

Opere

-         Ripulimento della lingua sarda, Cagliari, 1782;

-         Armonie dei sardi, Cagliari, 1789;

-         Versione de Su Rithmu Eucaristicu cum paraphrasi in octava rima facta dai su latinu in duos principales dialectos, Caralis, 1791;

-         Dissertazioni storiche, apologetiche, critiche delle sarde antichità, Cagliari, 1792;

Inediti:

-         Relazione dell’invasione della Sardegna tentata dai Francesi nel 1793;

-         Catalogo istorico di tutte le più illustri famiglie sarde.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 204-208;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 125-133, 518-523;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 288-289;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 12, nn. 10180-10186;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 279-283.


 

61. Giuseppe Cossu

 

Nato a Cagliari il 14.10.1739 e morto a Cagliari il 10.12.1837 o 1811. Figlio di Giovanni Battista Cossu e di Anna Fulgheri. Si laureò in diritto canonico e per qualche tempo si occupò di leggi. Poi si dedicò allo studio dell’agronomia acquistando grande fama. Nel 1770 fu nominato dal Bogino segretario della giunta generale dei Monti Nummari e Frumentari della Sardegna. Per le sue opere agrarie fu decorato dell’onorificenza equestre, dell’ordine mauriziano e ascritto all’ordine senatorio. Fu socio di varie accademie italiane e fu tra i fondatori della Reale Società Agraria ed Economica di Cagliari. Messo a riposo, viaggiò per l’Italia visitando Napoli, Roma, Torino, Genova, Pisa e Firenze, dove venne accolto nell’Accademia dei Georgofili.

 

Opere

-         Pensieri per resistere ai funesti effetti dell’abbondanza e della carestia, Cagliari, 1774-75;

-         Discorso sopra i vantaggi che si possono trarre dalle pecore sarde, Cagliari, 1787;

-         Istruzione olearia, Torino, 1789;

-         Moriografia sarda, ossia Catechismo gelsario, Cagliari, 1778;

-         Seriografia sarda, ossia Catechismo del filugello, Cagliari, 1789;

-         Del cotone arboreo, Firenze, s.a.;

-         Pensieri sulla moneta papiracea, Torino, 1798;

-         Saggio del commercio della Sardegna, Firenze, 1790 o 99;

-         Della città di Cagliari, notizie compendiose sacre e profane, Cagliari, 1780;

-         Della città di Sassari, notizie compendiose sacre e profane, Cagliari, 1783;

-         Descrizione geografica della Sardegna, Genova, 1799.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 233-240;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 267-273; vol. II, pp. 270-273; vol. III, pp. 123-125, 421-423;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 300-301;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 302-303;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 484-486, nn. 4636-4661.


 

62. Giovanni Maria Dettori

 

Nato a Tempio Pausania il 29.7.1773 e morto a Torino il 19.5.1836. Figlio di Antonio De Martis e di Maria Dettori. Studiò a Tempio, Sassari e Cagliari; si laureò in teologia e fu ascritto al Collegio teologico della R. Università di Cagliari. Ordinato sacerdote, nel 1807 fu nominato professore di teologia morale presso l’Università di Cagliari. Nel 1814 fu chiamato all’Università di Torino. Il Dettori seguiva il probabiliorismo, sospetto di deviazionismo giansenista per le sue tendenze rigide, mentre l’altro sistema morale, il probabilismo, era difeso dai Gesuiti. A causa di questo contrasto, nel 1829, il Dettori, fu destituito benché a Torino fosse ormai notissimo e contasse molte amicizie, tra cui il Gioberti e Francesco Pellico. Andò poi a Milano dove visitò il Manzoni. Nel 1830 poté tornare in Piemonte, dove morì. Lasciò la sua ricca biblioteca (3500 volumi) al seminario di Cagliari.

 

Opere

-         Trionfo della Sardegna, Cagliari, 1793, parafrasi del poema del Congiu;

-         Panegirici, Firenze, 1799, (ritirato dall’Autore) parafrasi in versi italiani del Salmo 79 “Qui regis Israel”, esposto dall’ebraico originale dal P. Giacinto Hintz, Cagliari, 1805;

-         Theologiae moralis institutiones, Torino, 1824-27;

-         De malorum origine disquisitio, Taurini, 1832;

-         Poesie, quattro raccolte: 1796-1808; 1798-1809; 1800-1806; 1802-1806, in Cu.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 35-41;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 134-141; vol. III, pp. 320-321; vol. IV, pp. 78-82;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 250-261;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 304;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 108-109, nn. 5985-5994.


 

63. Maurizio Pugioni

 

Nato ad Alghero il 25.9.1731 e morto ad Alghero il 9.2.1803. Figlio di Giuseppe Pugioni e di Giuseppa Urgias. Studiò filosofia e teologia; fece parte dell’ordine di S. Ignazio di Loiola. Per qualche tempo insegnò teologia morale nella R. Università di Sassari, poi si dedicò alla predicazione sacra sotto la guida di P. Giambattista Vassallo. Abolita la Compagnia di Gesù si ritirò ad Alghero. Unì alle capacità oratorie un certo talento poetico.

 

Opere

-         Memorie storiche della spedizione della gran flotta francese contro l’isola di Sardegna, dell’invasione della città principale e delle isole intermedie, Bologna, 1793;

-         Orazione funebre per Vittorio Amedeo III, re di Sardegna, Cagliari, 1797;

Inedite:

-         La Quaresima predicata nella cattedrale di Alghero nel 1793;

-         Orazione funebre per le solenni esequie di S.M. la regina  Maria Antonietta Ferdinanda;

-         Orazione funebre per la venerabile Maria Adelaide Clotilde, regina di Sardegna.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 130-132;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 133-134;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 295;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 303, 486;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 495, nn. 14631-14632.


 

64. Verbali, Stampe e Poesie del 1793


 

65. Raimondo Congiu

 

Nato ad Oliena il 15.10.1763 e morto nell’ottobre del 1813. Figlio di Francesco Congiu e di Luigia Ledda. Ebbe il titolo di maestro di arti liberali: si iscrisse alla facoltà di teologia e conseguì il baccellierato. Lasciò poi gli studi teologici e si iscrisse alla facoltà di leggi fermandosi però al primo grado accademico. Entrò infine nella magistratura, dimostrando buone doti di civilista e criminologo.

 

Opere

-         Su triumphu de sa Sardigna espostu in ottava rima sarda, con la parafrasi italiana di Giovanni Maria Dettori, Cagliari, 1793.

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 281-282;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 304;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 441, n. 4237.


 

66. Giovanni Battista Quasina

 

Nato a Sassari il 13.11.1721 e morto a Sassari nel 1785. Laureatosi in teologia, diventò sacerdote. Fu rettore della chiesa di S. Sisto a Sassari. Nel 1768 divenne vescovo di Bosa, città in cui celebrò, nel 1780, un sinodo diocesano, i cui atti, pubblicati nel 1781, sono preceduti da un’elegantissima pastorale e da una orazione inaugurale da egli stesso scritta. Pubblicò alcune pastorali e un breve discorso didascalico per spingere i suoi diocesani alla coltivazione delle piante, soprattutto l’olivo.

 

Opere

-         Discorso sopra la coltivazione di alcuni alberi riconosciuti allignanti al terreno e clima della diocesi di Bosa e maniera di preservarli dagli insetti, Cagliari, s.a.;

-         Synodus diocesana Bosanensis celebrata diebus 4-6 mensis junii 1780, Saceri, 1781.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 133-134;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 113-114, 424;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 503, nn. 14707-14708.


 

67. Francesco Ignazio Mannu

 

Nato ad Ozieri il 18.5.1758, morto a Cagliari nel 1839. Di nobile famiglia, fu giudice della Reale Udienza e partecipò a fianco dell’Angioy alla rivolta dei vassalli contro i feudatari quando i Sardi, presa coscienza della propria forza, dopo la vittoria contro i Francesi dell’ammiraglio Trouguet, sul finire del ‘700, reclamarono dai baroni e dai Piemontesi il diritto a concorrere al governo dell’isola.

Lavorò per un certo periodo a un compendio di vocabolario sardo, ma la sua opera più conosciuta consiste in un componimento contro i feudatari isolani.

 

Opere

-         Su patriottu sardu a sos feudatarios, stampato clandestinamente in Corsica alla fine del ‘700 e poi pubblicato a Cagliari nel 1923 (è una delle pagine più note della poesia sarda, in dialetto logudorese);

-         Su riu, in Pisurzi Pietro, S’imbustu, Sassari, 1914, 16°, p. 16.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 314;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 37-38, nn. 10427-10428;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 295-300;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 286-287;

Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975, pp. 105-129.


 

68. Raimondo Valle

 

Nato a Cagliari il 17.6.1761 e morto a Cagliari il 29.1.1837. Figlio di Domenico Valle e di Grazia Guidon. Fu sacerdote e canonico della cattedrale di Cagliari. Per la sua facilità a poetare ottenne, nel 1800, un incarico nel collegio di filosofia e belle arti presso l’Università di Cagliari. Ebbe stretti rapporti con il Carboni e col poeta siciliano Meli. Compose anche un poemetto didascalico I tonni.

 

Opere

-         L’isola dei sogni, Cagliari, 1798, cantata per le nozze del marchese Pasqua e della damigella di Sorso, messe in musica dal maestro M. Fusco;

-         I tonni, Cagliari, 1800, corona di sei sonetti e un’anacreontica per le nozze del cav. De Quesada e la damigella d’Uri;

-         L’antro fatidico, Cagliari, 1808;

-         Ercole ed Ebe, Cagliari, 1812;

-         Camilla e Polidoro, Cagliari, 1814. Nove componimenti per il dì natale di S.M. Maria Teresa d’Austria, Regina di Sardegna;

-         Gli eroi, Genova, 1818;

-         I coralli, Genova, 1822. Traduzione del poema latino di F. Carboni, De corallis;

-         Il tempio del destino, Cagliari, 1833.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 286-288;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 82-84, 92-93, 96-97, 105, 168, 174;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 322;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 302-303;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 459-462, nn. 19776-19808.


 

69. Matteo Luigi Simon

 

Nato ad Alghero il 21.9.1761 e morto a Parigi il 10.3.1816. Figlio di Bartolomeo Simon e di Maddalena Delitala. Studiò a Sassari, Alghero e Cagliari. Nel 1795, ritenuto complice indiretto dell’uccisione del generale La Planargia e per la sua amicizia con l’Angioy fu espulso da Cagliari. Si rifugiò a Firenze, poi a Savona. Nel 1797 fu richiamato al suo posto; nel 1800 si recò in Liguria e poi a Parigi e dal governo francese ebbe cariche pubbliche a Savona (1805), Montenotte, Genova e Parma. Naturalizzato francese, morì poco prima di essere nominato da Luigi XVIII presidente della Corte di Cassazione di Marsiglia.

 

Opere

-         De quaestionibus aut tormentis dissertatio, 1784;

-         De origine immutatis ecclesiarum dissertatio historico-critica, Vercellis, 1787 ;

-         Notizie storiche sui viaggi dei Papi in Francia, Parigi, 1805;

-         La crisi politica dell’isola di Sardegna, ossia risposta imparziale ad un oltremontano, s.l., 1800.

Inedite:

- Prospetto dell’isola di Sardegna, antico e moderno, disposto in forma di catechismo patrio a comodo degli istitutori e discepoli delle scuole sarde, in folio (allargato da padre Napoli fu pubblicato 14 anni dopo essere stato scritto col titolo di Descrizione corografico-storica della Sardegna e di Note illustrate).

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 192-198;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 311, 380-381; vol. III, pp. 134-135;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 316-317;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 303;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 178, nn. 17150-17151.


 

70. Domenico Simon

 

Nato ad Alghero il 10 settembre 1758 e morto a Torino nel 1829. Figlio di Bartolomeo Simon e di Maddalena Delitala. Conseguì nel 1779 la laurea in giurisprudenza a Cagliari e nello stesso anno entrò nel Collegio di Belle Arti dell’Università. Dopo due anni di pratica a Torino nel 1782 ottenne le patenti di vicecensore generale dei Monti di Soccorso in Sardegna, incarico che tenne per 10 anni. Durante questo periodo cominciò a dar vita ad un vasto progetto di raccolta di monumenti e scrittori di cose sarde, ad imitazione del Muratori e nel 1785 e 1788 ne pubblicò i primi saggi, ma fu costretto ad interrompere la pubblicazione per mancanza di mezzi finanziari. Nel 1793 prese parte al Parlamento sardo (stamento militare). Fu segretario del Parlamento e ambasciatore a Torino col Pitzolo. A Torino trascorse gli ultimi anni della sua vita. Scrisse numerose poesie ed un poemetto didascalico Le piante.

 

Opere

-         Trattamento sulla storia sacra dalla creazione del mondo alla nascita di Gesù Cristo, Cagliari, 1772;

-         Trattenimento sulla sfera e geografia, Sassari, 1772;

-         Le piante, Cagliari, 1779;

-         Per le feste di S.E. conte Lascaris di Ventimiglia, canto in 8a rima, Cagliari, 1778;

-         Rerum sardoarum scriptores, Torino, 1785-88. Contiene Sardinia antiqua di Filippo Cluverio, Sardiniae brevis historia et descriptio di Sigismondo Arquer, Diplomi sardi del Muratori e il Condaghe dell’Abbazia di Saccargia.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 188-192;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 93-94, 159-161;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 315-316;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 250, 272-274;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 176-177, nn. 17137-17139.


 

71. Francesco Carboni

 

Nato a Bonnannaro il 12.3.1746 e morto a Bessude il 22.4.1817. Figlio di Lorenzo Carboni e di Maria Marongiu. Studiò a Sassari presso i Gesuiti e nel 1764 entrò nella Compagnia di Gesù. Alla sua abolizione diventò sacerdote. Nel 1788 fu nominato professore di eloquenza latina presso l’Università di Cagliari. Visitò Torino e molte altre città dell’Italia Settentrionale, entrando a far parte di diverse accademie e avendo contatti con moltissimi letterati (Zampieri, Cesarotti). Ritornato in Sardegna, si stabilì a Bessude. Il Carboni fu il principale poeta didascalico della letteratura sarda e scrisse opere in latino e italiano. Sostenne la sollevazione antifeudale sarda.

 

Opere

-         De sardoa intemperie, libri I-II, Cagliari, 1772; Sassari, 1774;

-         De corallis, Cagliari, 1780; Genova, 1822 (con traduzione italiana del canonico Raimondo Valle);

-         Hendecasyllaba in SS. Eucharistiam, Cagliari, 1781;

-         D. Thomae rhythmus in SS. Eucharistiam, Cagliari, 1784;

-         Carmina nonnulla, Cagliari, 1784;

-         De extrema Christi coena, Cagliari, 1784; Genova, 1802, con trad. italiana di G. Delitala di Alghero;

-         De corde Jesu, Cagliari, 1784;

-         Selectiora Francisci Carboni carmina nunc primum in unum collecta, opus cum latinis orationibus de sardorum literatura, Cagliari, 1834, pubblicato dal canonico della cattedrale di Alghero E. Marongiu;

-         La sanità dei letterati, Sassari, 1774, poemetto in versi sciolti;

-         Sonetti anacreontici, dedicati alla contessa Valenza Radicati, Torino, 1774;

-         Poesie italiane e latine, Sassari, 1774;

-         La coltivazione della rosa, Sassari, 1776.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 172-180;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. III, pp. 344, 376, 504; vol. IV, pp. 76-77, 89-91, 197-201;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 247-271;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 247-271;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 310-316, nn. 3006-3060.


 

72. Domenico Alberto Azuni

 

Nato a Sassari il 13.8.1749 e morto a Cagliari il 24.1.1827. Figlio di Giovanni Antonio Azuni e di Speranza Tedde. Studiò filosofia e leggi a Sassari dove conseguì il baccalaureato (1769) e il proliterato (1771) in leggi. Attese alla pratica forense prima a Sassari poi a Torino (1774-77). Dal 1780 al 1782 fu vice-intendente generale della città e del contado di Nizza. Nel 1789 ottenne il titolo di senatore. Con la occupazione del Nizzardo da parte dei Francesi, iniziò per l’Azuni la peregrinazione per l’Italia.

Nel 1801 fu nominato membro della commissione costituita per redigere il codice marittimo e commerciale della nuova Francia. Nel 1805 fu nominato presidente della Corte di Appello di Genova; nel 1818 tornò a Cagliari come giudice legale del consolato. Dal 1820 fu anche presidente della biblioteca della regia Università degli studi.

 

Opere

-         Il Mentore perfetto dei negoziati, Trieste, 1797;

-         Consultation pour le M.le marq. d’Yrauda, Paris, 1801;

-         Mémoire pour les coutiers de Marseille, Paris, 1803;

-         Appel au gouvernement des vexations exercées par le corsare français l’Aventurier contre des negocians liguriens, Genes, 1806;

-         Origine et progrés de la legislation maritime, Paris, 1810;

-         Observations sur le poéme du Barde de la foret-noire de M. Monti, Genes, 1807;

-         Essai sur l’Histoire geographique, politique et naturelle du royaume de Sardaigne, Paris, 1799;

-          Histoire geographique, politique et naturelle de Sardaigne, Paris, 1802 ;

-         Osservazioni polemiche, Genova, 1816, in risposta a P. Tommaso Napoli che aveva censurato la sua opera nelle Note illustrative della descrizione corografico-storica della Sardegna.

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 100-108;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 251-270, 317-329, 350-352; vol. III, pp. 137-140, 145-147, 424-425, 480-481, 499-500;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 197-241;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 213-301;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 108-110, nn. 1026-1047.


 

73. Pietro Pisurci ( o Pisurzi)

 

Nato a Bantine nel 1724 e morto a Bantine nel 1799. Rimasto nelle campagne del Monteacuto sino all’età di 14 anni, si trasferì a Sassari dopo la morte dei genitori. Entrato come servitore presso una famiglia nobile della città, nelle ore libere cominciò a frequentare la scuola. Qui, dopo aver imparato a leggere e a scrivere, trovò modo di mostrare la sua inclinazione verso gli studi letterari.

Ordinato sacerdote, fu parroco di Tissi.

La maggior parte della sua vasta produzione è andata perduta, essendo la sua una poesia affidata a fogli manoscritti e, più spesso, alla sola tradizione orale.

 

Opere

-         Cantone de su cabaddareddu, in “Il Nuraghe”, Cagliari, a. VI, 1928, nn. 7-8, pp. 8-10;

-         Su cazzadore, sa chelva e ‘i su pastore, Sassari, 1914;

-         S’imbustu, Sassari, 1914;

-         Malissias e difettos de sas feminas, Tempio, s.a.;

-         Poesie varie, in Le più belle poesie dialettali sarde, Cagliari, 1925-29;

-         Poesie varie, in Il meglio della grande poesia in lingua sarda, Sassari, 1975.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 428, 438, nn. 14059-14063; 14153;

Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975, pp. 37-60.


 

74. Giovan Francesco (Gianfranco) Simon

 

Nato ad Alghero il 12.10.1762 e morto ad Alghero il 12.12.1819. Figlio di Bartolomeo Simon e di Maddalena Delitala. Di nobile e facoltosa famiglia, fu fratello di Matteo e Luigi S. Laureatosi in teologia, viaggiò e intrecciò rapporti con vari circoli culturali della Penisola; stabilitosi a Torino, fu nominato da Vittorio Amedeo III suo consultore canonico e presidente del Collegio dei Nobili a Cagliari. Qui partecipò alle riunioni dello Stamento ecclesiastico, dove le sue calorose orazioni lo fecero sospettare di giacobinismo[1]. Esiliato nel 1796, fu processato insieme al padre e ai fratelli; riconosciuto innocente, tornò ad Alghero dove si dedicò allo studio delle lettere raccogliendo per la ricca biblioteca familiare varie opere di argomento sardo. Fu nominato arcidiacono della cattedrale da Vittorio Emanuele I.

 

Opere

-         Poesie di circostanza tra cui tre sonetti in Raccolta poetica per l’ingresso di D. Luigi Cusani arcivescovo di Oristano, Cagliari, 1784;

-         De laudibus Johannis Antoni Cossu bosanensium antistitis oratio, Cagliari, 1786;

-         Memorie storico-critiche delle vicende sofferte dalla famiglia sardo-ligure dei Simon, 1800 (v. Tola, vol. III, p. 203);

-         Lettera sugli illustri coltivatori della giurisprudenza in Sardegna fino alla metà del secolo XVII, Cagliari, 1801.

Inediti:

-         Sermoni sacri: De fontium origine, ed. opere complete del Fara.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 317-318;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 198-203;

P. Martini, Biografia sarda, Cagliari, 1838, vol. III, pp. 126-155;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 177-178, nn. 17142-17148;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, p. 254; vol. II, p. 388; vol. III, pp. 123, 135, 201, 205, 231, 344, 402, 455-505; vol. IV, p. 155.


 

75. Stamenti di Sardegna

 

75/1. Circolari, Lettere, Rappresentanze, Relazioni, Petizioni relative agli avvenimenti degli anni 1794-’95-’96.

(Opuscoli della Stamperia Reale giacenti nella Biblioteca Universitaria di Cagliari).


 

75/2. Antonio Cabras

 

Nato a Cagliari l’8.4.1761 e morto a Cagliari il 6.6.1816. Figlio di Vincenzo Cabras (Intendente Generale di Sardegna) e di Maria Caterina Ronchi. Laureato in diritto canonico civile, esercitò prima l’avvocatura, poi, divenuto ecclesiastico, fu dottore di collegio e canonico della cattedrale di Cagliari e di Oristano. Politicamente fu un liberale e godette l’amicizia degli intellettuali del suo tempo, fra i quali il Berlendis e Giovanni Francesco Simon.

Aprì la sua ricca biblioteca ai giovani diffondendo la cultura italiana nell’isola.

 

Opere

-         Panegirici e discorsi sacri del canonico Antonio Cabras cagliaritano, Cagliari, 1833;

-         Poesie sarde (di formato diverso);

-         Manifesto giustificativo dell’emozione popolare accaduta in Cagliari il 28 aprile 1794, Cagliari, s.a.;

-         Ragionamento giustificativo dei tre stamenti – 28 agosto 1795 con 60 pezze giustificative, compreso l’elenco dei soggetti pericolosi dato dal generale La Planargia.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 325;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 236, n. 2272;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 153-154;

P. Martini, Biografia sarda, Cagliari, 1838, vol. I, pp. 200-209;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 218, 277, 338; vol. III, pp. 325, 348, 378.


 

75/3. Giuseppe Melis Atzeni

 

Fu direttore del “Giornale di Sardegna” dal 13 agosto 1795 al 31 marzo 1796. «Teologo non chierico, [...] uomo d’ingegno non volgare e di penna scorrevole già mescolato in tutti gli affari passati quale uno dei membri più accreditati del Consiglio civico di Cagliari» (ci fa sapere il Manno). Fu escluso perché teologo «d’essere matricolato nella prima borsa e classe de’ consiglieri componenti il corpo di Città» ci informa un volantino anonimo conservato nella Biblioteca Universitaria di Cagliari.

 

Opere

-         Avvertimenti importanti di un cagliaritano ai Sardi, Cagliari, 1794.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 112, nn. 11122-11123;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 176;

G. Manno, Note sarde e ricordi, Torino, 1865, vol. II, p. 32;

Volantino anonimo conservato nella Biblioteca Universitaria, Ms 7.17/6.


 

75/4. Nicolò Guiso

 

Cavaliere e avvocato, inizialmente democratico e angioino fu uno dei tre delegati viceregi destinati secondo l’istanza degli Stamenti e della Reale Udienza ad affiancare l’opera dell’Alternos don Gian Antonio Delrio nel «riportare la tranquillità nel Capo di Sopra» cioè nel rovesciare l’opera dell’Angioy e ridare potere ai feudatari.

 

Opere

-         Ragionamento compilato d’ordine e con approvazione dei tre stamenti del Regno di Sardegna e dai medesimi umiliato al trono in giustificazione di quanto rappresentarono con le rimostranze del 13 e del 14 luglio 1795, Torino, s.a.

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, p. 218;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 378, n. 8458.


 

76. Giovanni Maria Angioy

 

Nato a Bono il 21.10.1751 e morto a Parigi il 22.2(3?).1808. Figlio di Pier Francesco Angioy e di Margherita Arras. Di nobile famiglia, si addottorò in giurisprudenza a Sassari nel 1771; nel 1773 è a Cagliari giudice della Reale Udienza. Dopo l’89 è a capo di un movimento antifeudale e antipiemontese, di cui fu portavoce “Il Giornale di Sardegna”.

Nominato Alternos viceregio a Sassari partì da Cagliari il 13.2.1796 percorrendo trionfalmente l’Isola agitata e in rivolta. A Sassari continuò la sua politica antifeudale; accusato di voler sovvertire l’ordine, fu destituito e gli furono inviati contro 2500 cavalieri e 50 cannonieri. Sconfitto e colpito da taglia, abbandonò l’Isola per rifugiarsi a Parigi, dove non cessò di propugnare una Repubblica sarda sotto la protezione francese. A Parigi morì in data incerta, povero e in gran parte ignorato.

 

Opere

-         Memoria sul rinnovamento dell’isola di Sardegna (manoscritto);

-         Autorizzazione delegata del rifugio G.A. a F. Sanna Corda per trasferirsi in Sardegna ed eccitarvi un moto politico, in N. Bianchi, Storia della monarchia piemontese dal 1773 al 1861, vol. IV, p. 551;

-         Due lettere al ministro della Repubblica francese Talleyrand, in N. Bianchi, Storia della monarchia piemontese dal 1773 al 1861, vol. IV, pp. 513-518;

-         Lettera indirizzata al Viceré da Oristano (8 giugno 1796), in R. Garzia, Il canto di una rivoluzione, Cagliari, 1899, p. 187;

-         Altra lettera sempre da Oristano, in E. Costa, Sassari, Sassari, 1885, pp. 386-387;

-         Scritti inediti, in D. Scano, Giommaria Angioy e i suoi tempi, Sassari, 1962, pp. 189-412;

-         Memoriali e altri documenti inediti rinvenuti da Carlino Sole negli Archives Nationales di Parigi, serie AF, III, in Nuovi apporti per una compiuta biografia di G. M. Angioy, in “Studi sardi”, vol. XX, 1966-67, Sassari, 1968.  

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 118-130 (ricco di citazioni critiche di autori diversi);

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 43, n. 411, pp. 44-45, nn. 423-424;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, pp. 77-79.


 

77. Pietro Antonio Leo

 

Nato ad Arbus il 2.4.1766 e morto a Parigi l’8.5.1805. Di famiglia contadina povera, lavorò in campagna sin dall’infanzia e solo più tardi poté apprendere i primi rudimenti del leggere e dello scrivere. Fuggito a Cagliari, entrò al servizio presso una famiglia signorile per poter continuare gli studi fino alla laurea in filosofia e medicina. Esercitò ad Arbus sinché vinse la cattedra di istituzioni mediche a Cagliari. Suo primo interesse fu di introdurre in Sardegna i progressi della scienza medica europea per cui entrò in contatto con diversi studiosi in Italia e all’estero; particolare attenzione dedicò allo studio della malaria (intemperie), alle ragioni della diffusione e ai metodi di cura. Morì a Parigi, dove si era recato per aggiornare la sua disciplina.

 

Opere

- Lezione fisico medica di alcuni antichi pregiudizi sulla così detta sarda intemperie. Lezione fisico medica, Cagliari, 1801.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 507, n. 9532;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 181-184;

P. Martini, Biografia sarda, Cagliari, 1838, vol. II, pp. 223-234 (v. in Martini il contenuto dell’opera del Leo);

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 327-329;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 311, 350.


 

78. Giuseppe Alberto Delitala

 

Nato ad Alghero il 27.3.1778 e morto ad Alghero il 18.10.1800. Figlio di Francesco Delitala Tola e di donna Anna Maria Delitala. Di nobile famiglia, fu considerato un fanciullo prodigio per la sua capacità di imitare i classici, primo fra tutti Virgilio. A dodici anni vinse il concorso per un posto gratuito nel Collegio dei nobili a Cagliari, dove ebbe illustri maestri, fra cui F. Carboni, di cui parzialmente tradusse il poemetto De extrema Christi coena. Intrapresi gli studi legali, li abbandonò per dedicarsi alla poesia; godette in quel tempo l’amicizia di vari letterati. Tornato ad Alghero si dedicò allo studio della storia e della filosofia e a quello dello spagnolo e del francese, senza trascurare la poesia (schema di una tragedia sul saraceno Musetto). La sua opera fu raccolta e pubblicata dal concittadino Gianandrea Massala.

 

Opere

-         G. A. Delitala, Versi colle memorie storiche per servire alla di lui vita, raccolti da Gianandrea Massala, Genova, 1802. 

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 17-21;

P. Martini, Biografia sarda, Cagliari, 1838, vol. II, pp. 15-20;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 71, n. 5632;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 211-212, 260-270.


 

79. Gianandrea Massala

 

Nato ad Alghero il 27.4.1777 e morto ad Alghero il 20.2.1817. Figlio di Antonio Massala e di Isabella Pilo. Di nobile famiglia, ebbe studi classici e si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza a Sassari. Si accingeva a conseguire la laurea (1794) quando gli avvenimenti politici lo costrinsero a tornare ad Alghero, dove ebbe modo di dedicarsi agli studi e all’insegnamento. Nel 1803 è di nuovo a Sassari dove conseguì la laurea e venne ordinato sacerdote. Entrato in contatto con valenti letterati del tempo, nel 1805 divenne membro dell’Accademia italiana delle scienze, lettere e arti. Nel 1807 progettò la pubblicazione di un giornale letterario che non fu poi pubblicato per mancanza di sottoscrizioni. Nel 1816 Vittorio Emanuele I gli conferì un canonicato.

 

Opere

-         Del matrimonio e de’ suoi doveri, Cagliari, 1800;

-         Istituzioni poetiche proposte agli amatori di poesia latina e italiana, Sassari, 1800;

-         Dissertazioni sul progresso delle scienze e della letteratura in Sardegna, Sassari, 1803;

-         Saggio istorico-fisico sopra una grotta sotterranea esistente presso la città di Alghero, Sassari, 1805;

-         Sonetti storici sulla Sardegna, Cagliari, 1808;

-         Saggi inediti sulla corografia della Sardegna. 

 

Bibliografia essenziale

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. II, pp. 240-245;

P. Martini, Biografia sarda, Cagliari, 1838, vol. II, pp. 320-326;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 94, nn. 10953-10957.


 

80. Poeti del primo Ottocento

 

80/1. Efisio Muscas

 

Opere

-         Sonetto sulla piantagione degli ulivi, Cagliari, 1806;

-         La Sardegna, versi in Valle Raimondo, La gratitudine, Genova, 1818.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 213, n. 12074; vol. IV, p. 460, n. 19790;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, p. 142.


 

80/2. Priamo Manconi

 

Opere

-         Canto per i natali di Maria Teresa, regina di Sardegna, Cagliari, 1806;

-         La creazione, cantico, Cagliari, 1805;

-         Ode per le nozze del marchese G. A. Palliaccio della Planargia con donna Mariangela Nin di S. Tomaso, Cagliari, 1818;

-         Poesie varie di varia data e formato.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 28, nn. 10340-10343;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 213, 264.


 

80/3. Francesco Pintor

 

Nato a Cagliari il 5.6.1773 e morto a Cagliari il 24.12.1831. Di umile famiglia; divenuto sacerdote fu per molti anni segretario di camera del cardinale Cadello e dell’arcivescovo Navoni e infine canonico della cattedrale di Cagliari. Socio dell’Arcadia Romana, dell’Accademia Labronica di Livorno e della società agraria ed economica di Cagliari. Dettò iscrizioni per avvenimenti lieti e tristi, ma soprattutto si distinse nel poetare in lingua latina.

 

Opere

-         Ad Carolum Felicem proregem Mauritio Josepho fratri paventantem, Cagliari, 1799;

-         Ad Pium septimum quum divi Petri vincula recolerentur, Cagliari, 1807;

-         Ad Vict. Emmanuelem Sardiniae regem augustissimum, Cagliari, 1812;

-         Ausonidis Alphesiboeus Sardinia Hectorem Vevilletum ab Ejeanna proregem suum proficiscentem votis prosequitur, Cagliari, 1922;

-         In annum salutis MDCCCXIV, Cagliari, 1814;

-         In Carbonium epicediom, in F. Carboni, I Coralli, Genova, 1822;

-         Palladis consultum, Cagliari, 1823, trad. it. di G. A. Tola, Cagliari, 1824 (è considerato il suo capolavoro). Prende occasione dai moti portoghesi e spagnoli del 1821 per dimostrare che il governo monarchico è la migliore forma di governo;

-         La solitudine della Gran Madre di Dio al sepolcro del Redentore, Cagliari, 1817;

-         Universae beatorum hierarchiae solemnia, Cagliari, 1815;

-         Versi originali e traduzioni del Pintor si trovano in Ms, sec. XIX in Cu.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 404-405, nn. 13837-13842;

P. Martini, Biografia sarda, Cagliari, 1838, pp. 46-50;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 93-95;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 333;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, pp. 207-208.


 

80/4. Autori diversi

 

Versi in occasione della scarsezza di viveri in Cagliari, Sassari, ecc.; contro il Viceré Alli Maccarani; contro il duca dell’Asinara e altri.

Ms del sec. XIX di cc. 20, Racc. Baille, Miscell. I cc. 246-265 presso Cu (v. R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 475, n. 19931).


 

80/5. Efisio Pintor Sirigu

 

Nato a Cagliari nel 1766 circa e morto a Cagliari nel 1814. Avvocato, prese parte col suocero avv. Vincenzo Cabras alle vicende e ai tumulti cagliaritani dal 1793 al 1796. Fu fra i membri del parlamento riunito in Cagliari nel 1793, dove perorò la difesa dell’Isola contro l’armata francese. Prima fautore dell’Angioy, ne divenne poi ardente oppositore ed esercitò contro gli angioini tutta la sua autorità. Poetò in italiano, in latino e in dialetto cagliaritano; in questa lingua espresse tutto il suo umorismo e spesso un pesante sarcasmo.

 

Opere

Tra le molte Allegazioni:

-         Ragionamento a favore del negoziante genovese P. A. Garzia stabilito in Cagliari, contro il capitano raguseo G. Petrowich, Sassari, 1802;

-         Ragionamento per la successione al marchesato di S. Saverio, Sassari, 1803;

-         Ragionamento a favore della signora D. Francesca Carcassona, contessa di Monteleone contro la signora D. Giovanna Carcassona, marchesa di S. Tomaso, Sassari, 1803;

-         Quattro poesie in dialetto cagliaritano, in R. Carta Raspi, Sardegna, terra di poesia, Cagliari, 1930, pp. 145-146;

-         Le più belle poesie dialettali sarde, Cagliari, 1925-29, fasc. 5°, E. Pintor Sirigu.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, p. 326;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, pp. 91-93;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 407, nn. 13857-13858; p. 438, n. 14153;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 277, 350; vol. IV, pp. 291-297;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 403-405;

Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di Manlio Brigaglia, Sassari, 1975, pp. 133-145.


 

81. Tomaso Alessandro Napoli

 

Nato a Tunisi (?) il 20.1.1743 e morto a Cagliari il 20.1.1825. Nato probabilmente a Tunisi da genitori cristiani dell’isola di Tabarka, fece i primi studi presso i padri cappuccini di Tunisi. Liberato con i suoi conterranei, per iniziativa di Carlo Emanuele III, si stabilì a Carloforte. Nel 1767, trasferitosi a Cagliari prese gli ordini e divenne prefetto della scuola di S. Giuseppe e direttore spirituale dell’Università. Nel 1802 venne eletto procuratore degli scolopi della provincia sarda e poi padre provinciale. Pur mancando di preparazione specifica, scrisse di vari argomenti incorrendo però in numerosi errori; espresse giudizi negativi e spesso infondati sul Fara, il Madao, il Gemelli, l’Azuni, ecc. Rivendicò ai sardi la lotta contro la flotta francese del Trouguet.

 

Opere

-         Compendiosa descrizione corografico-storica della Sardegna, Cagliari, 1814;

-         Note illustrative e diffuse della descrizione corografico-storica della Sardegna, Cagliari, 1814 o Napoli, 1815 (?);

-         La flotta francese e la Sardegna, Cagliari, 1893;

-         Ristretto della storia della Sardegna ad uso delle scuole del Regno, Cagliari, 1824;

-         Relazione dei fatti accaduti in Sardegna negli anni 1793-94 (Riveduta e annotata nel 1812). 

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 175, 207, 228, 239, 303-305, 317;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 222, nn. 12154-12160;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 13-17;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, pp. 222-223; vol. III, pp. 141-143, 202, 229, 411, 423, 515; vol. IV, p. 141.


 

82. Emanuele Pes di Villamarina

 

Nato a Cagliari o a Genova nel 1777 e morto a Torino il 14.5.1852. Marchese, generale, senatore dal 3 aprile 1848 sino al 6 novembre 1851, quando rassegnò le dimissioni per motivi di salute.

Combattè contro Napoleone dal 1794 al 1815. Segretario interinale di Guerra e della Marina sotto Carlo Alberto e poi Segretario di Guerra e Marina dal 1832 al 1847, quando provvide a riordinare l’esercito reale. Fu anche nominato ministro di Stato.

 

Opere

-         Scritti sull’abolizione dei feudi e altri temi;

-         Esprit qui a présidé à l’organisation de l’infanterie piemontaise en 1783, Torino, 1870. 

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 362, n. 13437, sub vocem: Pes, Pietro;

Biografia, in “Gazzetta di Genova”, 9.3.1852;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, p. 34;

B. Montale, Storia del Risorgimento, in appendice scritti del Villamarina;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 121, not. 427;

Enciclopedia biografica italiana, Roma, 1940-41, ad vocem;

Enciclopedia militare, diretta da A. Malatesta, Milano, 1925-34, ad vocem;

T. Sarti, Il Parlamento Subalpino e Italiano, Roma, 1896-98.


 

83. Vincenzo Sulis

 

Figlio di Antonio S., nuorese, e della cagliaritana Lucia Mura, nacque a Cagliari il 28 ottobre 1746 (secondo A. Cabras, nel 1758) e morì a La Maddalena il 13 febbraio 1834.

Di modesta famiglia, riuscì a studiare sino ad essere promosso alle scuole superiori di filosofia nella R. Università di Cagliari. Improvvisamente, abbandonati gli studi, si diede a vita scioperata. Arrestato, si diede, dopo la liberazione, a scorrere armato la campagna a capo di ex-compagni di prigione. Avuto il perdono giudiziale, riprese gli studi e conseguì a 31 anni il titolo di notaio. Ebbe modo così di frequentare i più rinomati avvocati cagliaritani, quali il Cabras, il Pintor, il Paglietti. L’arrivo della flotta francese del Trouguet, risvegliò la sua indole ribelle, divenne capopopolo contro i Francesi e più tardi, divenuto comandante delle truppe urbane del quartiere cagliaritano di Stampace, partecipò da protagonista ai moti antipiemontesi. Tuttavia quando Carlo Emanuele IV, perduto il Piemonte, trovò rifugio in Sardegna, il Sulis si mise a servizio del re. Ma il partito a lui avverso non tardò ad allontanargli le simpatie del popolo, che costituiva la sua vera forza, e del re con insinuazioni e calunnie. Perseguitato e sotto il peso di una taglia di 500 scudi, venne tradito, durante la fuga, e consegnato alla forza pubblica. Giudicato e condannato dal Valentino, trascorse 22 anni nella Torre dello Sperone ad Alghero. Graziato da Carlo Felice il 14 luglio 1821, finì i suoi giorni al confino alla Maddalena, dove scrisse, su consiglio del Tola, la sua Autobiografia, in linguaggio popolaresco, che rimase inedita fino al 1964.

 

Opere

-         Autografo dell’apologia esistente presso il municipio di Sassari, inedito, in Ms del sec. XIX, coll. Orrù, pacco 21, n. 182, in Cu;

-         Autobiografia (inedita sino al 1964 quando fu pubblicata a Cagliari con una introduzione di F. Alziator). Un apografo ottocentesco si trova in Ms del sec. XIX in Cu. 

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. I, pp. 94, 96s, 99, 104ss, 120, 136;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. III, pp. 241-246;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 317, nn. 18485-18486;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 213, 305-332, 348, 359, 381, 499.


 

84. Legge delle Chiudende

 

Scritti vari sulla Legge delle Chiudende e sulle sue ripercussioni nel contesto socio-economico della Sardegna.


 

85. Giuseppe Pasella

 

Nato a Sassari. Avvocato, magistrato, deputato di Cagliari. Per il suo impegno di Consigliere di Cassazione non poté seguire i lavori parlamentari, tanto che nel gennaio 1867 rassegnò le dimissioni. Primo direttore dell’“Indicatore sardo”, che uscì ai primi di agosto del 1833 e che passò poi ad Antonio Martini nel gennaio 1838. Raccolse poesie sarde di tradizione orale in cagliaritano, logudorese e gallurese e le riunì in un volume che comprende alcune fra le migliori composizioni dei più valenti e famosi poeti sardi.

 

Opere

-         Dichiarazione ai suoi amministrati, Cagliari, 1849 (risposta alle accuse mossegli dall’Asproni);

-         Al deputato Giorgio Asproni, Cagliari, 1849;

-         Canti popolari della Sardegna, Cagliari, 1833. 

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 328, nn. 13127-13131;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, p. 147; vol. III, pp. 427-428, 506;

Enciclopedia biografica italiana, serie XLIII – Ministri, deputati, senatori, 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem;

T. Sarti, Il Parlamento Subalpino e Italiano, Roma, 1896-98.


 

86. Vittorio Angius

 

Nato a Cagliari l’11.6.1797 e morto a Torino il 19.3.1862. Sacerdote dell’ordine degli Scolopi, ne divenne prefetto nel 1829 e, sempre nel ‘29, fu socio del Collegio di Filosofia nell’Università di Sassari e professore di retorica. Di cultura eclettica si occupò di storia, statistica, geografia, folklore, scienze naturali ed economia agraria: si cimentò anche nel romanzo (Leonora d’Arborea) e nella novella; scrisse poemi, poemetti, inni (suo è l’inno Cunservet Deus su Re, 1844, musicato da G. Gonella, che divenne l’inno ufficiale della corte di Torino) e liriche varie. La multiformità dell’impegno non giovò alla qualità dei suoi scritti, le cui tesi furono spesso appena abbozzate quando non del tutto infondate, avendo avuto egli il torto di considerare attendibili e di utilizzare per i suoi studi le Carte d’Arborea. Ebbe comunque il merito di collaborare con meticolosa severità alla stesura del Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna del Casalis, per la parte riguardante l’Isola; a questo scopo fece ricerche d’archivio, soprattutto per la storia dei feudi e dei comuni sardi; approfondì la sua cultura archeologica sulle fonti scritte e percorse l’Isola dal 1832 al 1848 per procurarsi collaborazioni e notizie di prima mano.

Fondò il primo giornale scientifico-letterario sardo “La Biblioteca sarda” (1838-39), e collaborò al “Promotore” (Sassari, 1840) e alla “Meteora”. Lasciato l’ordine degli Scolopi (1842), fu deputato nella I e nella IV legislatura alla Camera Subalpina, dopo la fusione dell’Isola col Piemonte. Morì dimenticato e in miseria a Torino.

 

Opere

-         “La Biblioteca sarda”, giornale scientifico letterario (ottobre 1838 – settembre 1839);

-         Geografia, storia e statistica dell’Isola di Sardegna, voll. XVIII bis, XVIII ter, XVIII quater del Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna di Goffredo Casalis;

-         Corografia antica della Sardegna, sistema stradale dell’epoca romana, in “Biblioteca sarda”;

-         Cronografia del Logudoro dal 1294 al 1841 preceduta dalla descrizione degli antichi dipartimenti del regno, Torino, 1842;

-         Leonora d’Arborea o scene sarde gli ultimi lustri del sec. XIV, traduzione dall’originale sardo, vol. I (il solo pubblicato), Torino, 1847;

-         Leonora d’Arborea, programma d’associazione, Torino, 1844;

-         Notizie statistiche-storiche dei quattro Giudicati della Sardegna, Torino, 1841;

-         Tragedie, canti, inni, odi;

-         Altri scritti minori. 

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 45-51, nn. 429-486;

BU.B.S., Cagliari, 1905, vol. V, pp. 122, 446;

F. Loddo Canepa, Vittorio Angius, Cagliari, 1926;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 355-357, 369;

R. Bonu, Scrittori sardi, Cagliari, 1972, vol. II, pp. 261-276;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 147-148; vol. III, pp. 203-208, 283, 384, 403, 425, 427, 429, 459, 482-483, 506-507; vol. IV, pp. 184, 266-271, 308;

P. Tola, Dizionario Biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837-38, vol. I, p. 202.


 

87. Pasquale Tola

 

Nato a Sassari il 30.11.1800 e morto a Genova il 25.8.1874. Figlio del cav. Gavino Tola e di Maria Tealdi. Di nobile famiglia, studiò a Sassari dove conseguì la laurea in giurisprudenza e dove esercitò la magistratura. Fu favorevole all’abolizione del feudalesimo in Sardegna e all’unificazione col Piemonte; nel 1848 prese parte a Torino alla Commissione che doveva adattare il codice civile, penale e commerciale alle esigenze della Sardegna. Tornato a Sassari, finì per trovarsi implicato nella polemica tra liberali e conservatori e, ingiustamente accusato, fu destituito dalle cariche di Consigliere di Corte d’Appello e di Preside dell’Università, sino ad allora ricoperte. Alla sua attività di studioso si deve un Dizionario degli uomini illustri di Sardegna in cui sono raccolte le vite di coloro che, in bene e in male (vi figurano tra l’altro le biografie di alcuni celebri banditi), si distinsero nella storia isolana. Pubblicò inoltre il Codice della Repubblica di Sassari, Notizie storiche dell’Università di Sassari in cui confutò l’autenticità delle Carte d’Arborea, già pubblicate dal Martini, i primi due volumi del Codex diplomaticus Sardiniae, lasciando grande abbondanza di materiale per la stesura del terzo. Morì a Genova, lasciando alla sua città natale l’eredità della sua ricca biblioteca che venne a costituire il fondo più importante della Biblioteca Comunale di Sassari.

 

Opere

-         Discorsi parlamentari, particolarmente importante quello pronunciato il 18.8.1848 al Parlamento subalpino;

-         Codice diplomatico di Sardegna con altri documenti storici, raccolto, ordinato e illustrato dal cav. Pasquale Tola, Torino, 1845 (stampa interrotta a p. 128. Comprende l’introduzione e la dissertazione sopra i documenti storici e diplomatici della Sardegna, anteriori al sec. XI e i primi 28 documenti);

-         Codice diplomatico della Sardegna con altri documenti storici, voll. I e II, Augusta Taurinorum, 1861-68, comprendente diplomi, carte di vari secoli e otto dissertazioni sopra i “documenti storici e diplomatici di Sardegna” dal XI al XVIII secolo;

-         Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, ossia storia della vita pubblica e privata di tutti i sardi che si distinsero per opere, azioni, talenti, virtù e delitti, Torino, 1837-38;

-         Dizionario biografico sardo annesso al Dizionario degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1839;

-         Il carattere nazionale dei Sardi, in “Mediterranea” (con prefazione di G. Deledda), 1932, n. 2, pp. 31-37;

-         Relazione del viaggio fatto in Sardegna nel 1843 da S.M. il re Carlo Alberto I e dal suo figlio secondogenito S.A.R. Ferdinando Maria duca di Genova, Cagliari, 1843;

-         Numerosi discorsi, dissertazioni, relazioni, odi e biografie.  

 

Bibliografia essenziale

E. Pais, Commemorazione di Pasquale Tola tenuta nella Università di Sassari il 1° dicembre 1912, in ASS, vol. X, pp. 390-408;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, pp. 290-305;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 396-399, nn. 19207-19229;

F. Corona, Cronologia sarda, in BU.B.S., Cagliari, 1905, vol. V, pp. 124, 472.


 

88. Pietro Martini

 

Nato a Cagliari il 29.9.1800 e morto a Cagliari il 17.2.1866. Figlio di Nicolò Martini (notaio sanremese) e di Giuseppa Rita Cadeddu. Laureatosi in giurisprudenza, si impiegò presso la Segreteria di Stato. Ebbe dapprima interessi letterari, poi si rivolse ai gravi problemi dell’Isola pubblicando, nel 1837-38, una ampia biografia degli uomini illustri di Sardegna, dove utilizzava le notizie raccolte dal Manno e dal Baille. L’affaticamento, seguito a questo lavoro, lo costrinse a lasciare la Segreteria di Stato per impiegarsi nella Biblioteca universitaria, di cui ottenne, nel 1844, la presidenza. Continuò in quegli anni la Storia del Manno fino al 1847, ossia fino alla fusione della Sardegna col Piemonte; considerando autentiche le Carte d’Arborea, non unico fra i sardi, spese circa un ventennio della sua vita a studiarle e a elaborarle. Cattolico e liberale, difese sempre il principio di “libera chiesa in libero stato”, informando di questo principio la sua Storia ecclesiastica di Sardegna. Insieme ai fratelli Antonio e Michele, fu redattore dell’“Indicatore sardo”, settimanale giobertiano, in cui fu spesso portavoce e difensore dei provvedimenti governativi, attirandosi così le antipatie e l’odio di molti, tra cui il Tuveri e il Musio.

 

Opere

-         Storia di Sardegna dal 1799 al 1816, Cagliari, 1852;

-         Storia ecclesiastica di Sardegna, Cagliari, 1858;

-         Compendio della storia di Sardegna, Cagliari, 1855;

-         Biografia sarda, Cagliari, 1837-38;

-         Storia delle invasioni degli Arabi e delle piraterie dei barbareschi in Sardegna, Cagliari, 1861;

-         Studi storico-politici sulle libertà moderne d’Europa dal 1789 al 1872, Cagliari, 1884;

-         Ritratto di Eleonora d’Arborea, in BAS, vol. V, 1859;

-         Pergamene, codici e fogli cartacei d’Arborea, Cagliari, 1863;

-         Pergamena d’Arborea illustrata, Cagliari, 1846;

-         Scritti minori compresi i versi e gli scritti relativi alle Carte di Arborea. 

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, pp. 277-286;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 359-363;

F. Vivanet, Pietro Martini. La sua vita e le sue opere, Cagliari, 1866, pp. 75-76;

G. Regaldi, Della vita e delle opere di Pietro Martini, Cagliari, 1866;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 79-87, nn. 10807-10892;

L. Del Piano, Politici, prefetti e giornalisti tra Ottocento e Novecento in Sardegna, Sassari, 1975, pp. 30-42.


 

89. Efisio Siotto Pintor

 

Figlio di Giovanni Maria Siotto-Pintor (Avvocato nativo di Orune, vivente a Cagliari) e di Luigia. Fratello di Giovanni Siotto Pintor.

 

Opere

-         Sul dominio temporale della Santa Sede, lettera del 15.3.1860 al fratello Giovanni, Cagliari, 1860;

-         Sulla natura del governo ecclesiastico, lettera del 20.9.1870 al fratello Giovanni, con brevi aggiunte ad altra lettera del 28.4.1859 sull’infallibilità pontificia, Cagliari, 1870;

-         Sulla disciplina ecclesiastica, Cagliari, 1870;

-         Sulla superiorità del Papa al Concilio generale, lettera del 28.2.1877 al fratello, Cagliari, 1877;

-         Sul valore della protesta inserita nel libro Delle speranze vere d’Italia, lettera del 15.5.1877 al fratello, Cagliari, 1877;

-         Giuseppe Siotto Pintor (Necrologia), Cagliari, 1855. 

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, p. 359, sotto il titolo Scritti polemici contro G. Siotto Pintor;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 183, nn. 17202-17204.


 

90. Giuseppe Siotto Pintor

 

Nato a Cagliari il 13.9.1808 e morto a Cagliari il 7.3.1882 (?). Avvocato, deputato della I, II e III legislatura; sindaco di Cagliari. Fu direttore della “Gazzetta di Sardegna”, giornale governativo che avrebbe dovuto calmare gli animi dopo i fatti di Sassari del 1852 e invece rinfocolò odi e rancori, eccedendo nella difesa degli atti del governo. Lo stesso Siotto Pintor, ricredutosi, difese i Sassaresi arrestati e, confidando nella liberazione, convinse un ricercato a costituirsi. Essendo stato questi condannato a venti anni di reclusione, il Siotto Pintor se ne angustiò tanto da morirne.

 

Opere

-         Segreti politici di Enrico Misley e cronache italiane e francesi dal 1831 al 1850, Torino, 1852;

-         Ai miei elettori del 1° collegio di Isili e del 2° di Nuoro, Cagliari, 1849;

-         Necrologia del cav. Antonio Grondona, Cagliari, 1836;

-         Parole ai sardi, Torino, 1849. 

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 194, nn. 17309-17314;

L. Del Piano, Politici, prefetti e giornalisti fra Ottocento e Novecento in Sardegna, Sassari, 1975, pp. 31-32;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII, Ministri, deputati e senatori, 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

91. Giuseppe Manno

 

Nato ad Alghero il 17.3.1786 e morto a Torino il 17.1.1868. Figlio di Antonio Manno e di Caterina Diaz. Di nobile famiglia; il padre, ufficiale di marina, aveva partecipato ai moti angioini. Giuseppe Manno fece i primi studi nella città natale sotto la guida dell’abate Massala, poi si recò a Cagliari per studiare nel Collegio dei nobili. Laureatosi in diritto canonico e civile entrò nel ministero pubblico presso il magistrato della Reale Udienza (nei cui archivi poté scoprire numerosissime notizie storiche riguardanti la Sardegna), per poi divenire, nel 1805, sostituto dell’avvocato fiscale presso la Reale Udienza e, nel 1809, sostituto dell’avvocato fiscale patrimoniale. Nel 1811 collaborò al “Foglio periodico di Sardegna”, giornale filo-inglese che si stampava a Cagliari finché non se ne dimise, indignato per la falsità delle notizie pubblicate. Godette in quegli anni dell’amicizia di Stefano Manca di Villahermosa e del duca del Genovese, di cui fu anche segretario privato. Al seguito del viceré Carlo Felice, poté visitare tutta l’Italia. Fu segretario per gli Affari di Sardegna nel 1817, ministro per gli Affari interni per la Sardegna nel 1821, Consigliere della Corona e Consigliere nel Supremo Consiglio di Sardegna nel 1823. Sotto Carlo Alberto gli fu assegnato l’incarico di precettore di storia dei duchi di Savoia e Genova e gli fu conferito il titolo di barone; nel 1836 fu reggente di Toga del Consiglio Supremo di Sardegna, di cui divenne presidente nel 1844. Nel 1847 lo troviamo presidente del Senato piemontese, nel 1848 rifiutò il ministero degli esteri e nel 1855 la presidenza del Consiglio. Dal 1855 al ‘65 fu primo presidente alla Corte di Cassazione; dal 1849 al ‘64 presidente del Senato, ministro di Stato dal 1860. Inaspettatamente fu collocato a riposo nel 1867, morì a Torino l’anno successivo.

 

Opere

-         Storia di Sardegna, Torino, 1825-27, in 4 voll.;

-         Dei vizi dei letterati, Torino, 1828;

-         Della fortuna delle parole, Torino, 1831, 2 voll.;

-         Saggio di alcune espressioni figurate e maniere di dire vivaci della barbara latinità, Torino, 1834;

-         Dei disavantaggi degli scrittori, Torino, 1835;

-         Il giornale di un collegiale, Milano, 1839;

-         Salmi, Torino, 1845;

-         Storia (moderna) di Sardegna – Appendice per gli anni dal 1793 al 1799, Capolago, 1847;

-         Opuscoli editi e inediti, Firenze, 1857-58, voll. 2;

-         Della fortuna delle frasi, Torino, 1866;

-         Lettere a Pietro Martini (1835-1866), edite da S. Lippi, BBS, volume II, 1902, pp. 112-150;

-         Canzone contro il cav. Manno, Ms del sec. XIX, coll. Baille, Port. VII, n. 4, in Cu. 

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 50, 51, 101, 102, 181, 339, 345, 352, 354, 364, 365, 499, 529, 530, 532;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 195-221;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 38-42, nn. 10431-10468;

A. Manno, Cenno biografico sul barone G. Manno, Torino, 1868;

F. Sulis, Il barone G. Manno e il suo ultimo scritto, estratto da “Il Politecnico”, Milano, 1868;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 227, 231, 238, 245; vol. II, p. 274, not. 2, p. 338, not. 4; vol. III, pp. 148, 232, not. I, 444, 484, 489, 490, 491, 495, not. I, 524.


 

92. Giovanni Spano

 

Nato a Ploaghe l’8.5.1803 e morto a Cagliari il 3.4.1878. Figlio di Giovanni Maria Spano e di Lucia Figoni. Di agiata famiglia, fu maestro di arti liberali e teologo e si dedicò dapprima all’insegnamento elementare. Ordinato sacerdote nel 1827, si recò a Roma per completare la sua istruzione studiando l’ebraico, il greco, l’arabo, il caldeo e il siro-caldeo, la fisica e l’archeologia. Essendosi intanto resa libera la cattedra di sacra scrittura e di lingue orientali nell’Università di Cagliari, lo Spano fu chiamato a ricoprirla. Ha inizio a quel tempo anche la sua attività di archeologo nella parte meridionale dell’Isola dove portò alla luce, interpretandoli e catalogandoli, numerosi reperti archeologici. I suoi interessi lo portarono poi nel Capo di Sopra dove diede inizio agli studi della lingua logudorese. Nel corso delle sue ricerche mise insieme una ricchissima collezione di oggetti, frutto di scavi archeologici, e di quadri che donò ai musei di Cagliari e di Sassari. Fondò il “Bollettino archeologico sardo”; fu senatore del Regno, rettore dell’Università di Cagliari (a lui si deve l’istituzione della Facoltà di lettere e filosofia nel 1860), canonico del Duomo di Cagliari, amico del Baille, dell’Angius e del Martini, fu anche in corrispondenza con i maggiori studiosi di archeologia del suo tempo, fra i quali il Mommsen.

 

Opere

-         Annotazioni al poema storico di Girolamo Araolla Sa vida, su martiriu et sa morte de sos gloriosos martires Gavinu, Prothu et Januariu, Cagliari, 1840;

-         Annotazioni bibliche al poema storico sacro del canonico Melchiorre Dore La Gerusalemme liberata, Cagliari, 1842;

-         Ortografia sarda nazionale, ossia grammatica della lingua logudorese paragonata all’italiano, Cagliari, 1840;

-         Proverbi sardi trasportati in lingua italiana e confrontati con quelli degli antichi popoli, Cagliari, 1851; 2° edizione accresciuta con altri 500 e più proverbi, Cagliari, 1871;

-         Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, Cagliari, 1851-52;

-         Vocabolario sardo geografico-patronimico ed etimologico, Cagliari, 1872-73;

-         Note sarde e ricordi, Torino, 1868;

-         Abbecedario storico degli uomini illustri sardi scoperti ultimamente nelle pergamene, codici ed in altri monumenti antichi con appendice dell’itinerario della Sardegna, Cagliari, 1869 (in gran parte ricavato dalle Carte di Arborea);

-         Diario 1857-71, Ms del sec. XIX, p. 31;

-         Iniziazione ai miei studi. Memorie, estratto da “Stella di Sardegna”, Sassari, 1876; 2^ edizione, Sassari, 1884;

-         Guida di Cagliari, Cagliari, 1861;

-         Canzoni popolari, parte I, storiche e profane; parte II, sacre e didattiche, Cagliari, 1863;

-         Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia logudorese, Cagliari, 1863-65;

-         Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia logudorese, serie II, Canzoni storiche e profane, Cagliari, 1870;

-         Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia logudorese, serie III, Canzoni storiche e profane, Cagliari, 1872;

(Di queste raccolte di canzoni esistono varie edizioni corrette, in parte diverse per contenuto e numero delle canzoni. V. Ciasca, Bibliografia sarda, alla voce G. Spano);

-         Scritti di archeologia sparsi in varie riviste;

-         Autobiografia, autografo, Ms del sec. XIX in Cu. 

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 16, 19, 342, 346-352, 355, 364, 414, 499, 532;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 307-331;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 243-283, nn. 17768-18185;

F. Vivanet, Sulla tomba del senatore G.S., 5 aprile 1878, estratto, Sassari, 1878;

Onoranze funebri in memoria del comm. G. Spano celebrate a cura del municipio di Ploaghe (20 maggio 1878), Sassari, 1878;

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, pp. 143-145;

Necrologi e notizie varie nei giornali al tempo del suo decesso.


 

93. Giovanni Siotto Pintor

 

Nato a Cagliari il 29.11.1805 e morto a Torino il 24.1.1882. Figlio di Giovanni Maria Siotto Pintor (avvocato di Orune) e di Luigia Pintor. Figlio e fratello di avvocati, si laureò anch’egli in giurisprudenza per intraprendere, poi, nel 1825, la carriera di magistrato e divenire, dieci anni dopo, magistrato della Reale Udienza. Collaborava intanto all’“Indicatore” dei fratelli Pasella, pubblicandovi un interessante scritto sulle chiudende. Nel 1843-44 pubblicò la Storia letteraria di Sardegna, che suscitò un uragano di proteste per le tesi sostenute: denigrazione della dominazione spagnola ed esaltazione del governo piemontese. L’ostilità nei suoi confronti fu tale che lo stesso Viceré De Lannay gli chiese di dimettersi, prospettando persino un periodo di detenzione. Lo difesero coraggiosamente, invece, gli scrittori della “Meteora”: il De Castro, il Nino, il Murgia e il Pasella. Giobertiano e fautore dell’unificazione dell’Isola col Piemonte, fu eletto nella prima legislatura in ben cinque collegi e, con decreto del 15 aprile del 1848, fu nominato reggente della segreteria di Stato per gli affari dell’Isola. Benché cattolico, avversò la politica della Santa Sede per cui nel 1862 le sue opere furono messe all’Indice. Nello stesso anno fu nominato senatore e svolse una lunga e indefessa attività parlamentare; fu nemico della Francia e di Napoleone III. Nel 1870 chiuse la sua attività di magistrato come presidente di sezione della Corte di Cassazione.

 

Opere

-         Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44;

-         Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848, Torino, 1877;

-         Delle speranze vere d’Italia, Cagliari, 1851;

-         Sulle terre demaniali e comunali nell’isola di Sardegna, Cagliari, 1858;

-         Storia della vita di Giuseppe Manno, Torino, 1869;

-         Scritti minori e discorsi politici:

o       A Emanuele Marongiu, arcivescovo di Cagliari...;

o       Prima parola della reazione anticattolica, Cagliari, 1850;

o       L’autorità viceregia in Sardegna, Torino, 1848 e Cagliari, 1848;

o       Condizioni dell’isola di Sardegna, Torino, 1848;

o       Due errori del Ministero intorno alla Sardegna, Torino, 1850;

o       Sopra l’elezione dei deputati alla Camera, Cagliari, 1848;

o       Grido di dolore della Sardegna, in “Avvenire di Sardegna”, n. 115, 14.5.1875;

o       Intorno alle voci di cessione dell’Isola, Milano, 1875;

o       L’Italia e i ministri della Corona, Milano, 1864;

o       Memoria sopra gli aggravi dell’Isola di Sardegna, presentata al Ministro nel 1851, Cagliari, 1882;

o       Le mie opinioni e la mia vita pubblica, Cagliari, 1849;

o       La politica italiana nel 1870, Torino, 1870. 

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 101, 168, 186, 338, 344, 354, 357, 363-365, 378, 530, 532;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 333-360;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 184-194, nn. 17205-17306;

T. Orrù, Giovanni Siotto Pintor. Saggio bibliografico, in “Ichnusa”, Sassari, n. 31, pp. 21-57;

G. B. Tuveri, Saggio delle opinioni politiche del Deputato sardo Giovanni Siotto Pintor, Torino, 1848;

F. Vivanet, Giovanni Siotto Pintor nella politica e nelle lettere, Cagliari, 1899;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bollettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 125, not. 497;

C. Brundo, Commemorazione del senatore Giovanni Siotto Pintor, Cagliari, 1882;

F. Vivanet, Siotto Pintor Giovanni, in “Piccola Rivista”, anno I, 1899-1900, nn. 19-20.


 

94. Stanislao Caboni

 

Nato a Cagliari il 5.5.1795 e morto a Cagliari il 4.5.1880. Di famiglia agiata, magistrato, fu giudice della Reale Udienza e, a Milano, presidente di Corte d’Appello. Fondò il periodico letterario “Giornale di Cagliari” che diresse dal 1 luglio 1827 al 1 luglio 1829. Fautore dell’unione dell’Isola al Piemonte, fu uno dei deputati sardi al Parlamento subalpino nel 1848. Fu autore di sonetti dai quali si ricavano notizie biografiche e letterarie di numerosi illustri contemporanei sardi. Si occupò di agricoltura compilando un volumetto di consigli pratici; scrisse un saggio monografico sugli Ademprivi in Sardegna.

 

Opere

-         Catechismo agrario per i fanciulli di campagna, Cagliari, 1826;

-         Saggi diversi, letterari e scientifici. Ritratti poetico-storici d’illustri sardi moderni, Cagliari, 1833;

-         Poesie di varia data e formato trovansi nella Biblioteca Universitaria di Cagliari;

-         Inediti:

o       Dissertazione sulla Sardegna e specie sul Sulcis, in Ms del XIX sec., Ms 35 bis, n. 8 cartella 17 nella Biblioteca Universitaria di Cagliari;

o       Elogio di illustri sardi, in Ms del XIX sec., collezione Orrù, pacco 18, nella Biblioteca Universitaria di Cagliari.

 

Bibliografia essenziale

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, pp. 147, 274; vol. III, pp. 232, 353, 381, 392, 459; vol. IV, p. 187;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 506;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 722-723;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 234-235, nn. 2257-2270;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 125, not. 492;

M. Pintor, Stanislao Caboni, in “Unione sarda”, Cagliari, 19 ott. 1937.


 

95. Carlo Brundu

 

Morto a Cagliari il 15.6.1904. Avvocato, letterato, manzoniano, fu uno degli epigoni del romanzo storico, ispiratosi alla storia sarda. Pubblicò inoltre un periodico di letteratura, le “Serate letterarie” in cui troviamo, tra l’altro, un saggio su Cagliari antica e moderna.

 

Opere

-         L’Alcaide di Longone, Racconto storico del secolo XVIII, Cagliari, 1870;

-         La nave impietrita, Tradizione sarda, Cagliari, 1871;

-         La rotta di Macomer, Racconto storico del secolo XV, Cagliari, 1872;

-         Una congiura in Cagliari, Racconto storico del secolo XVII, Cagliari, 1876.

 

Bibliografia essenziale

R. Garzia, Commemorazione in morte di Carlo Brundo, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1904, vol. IV, p. 24;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 219-222, nn. 2111-2141;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 383-385, 430.


 

96. Luigi Serra

 

Nato ad Uta il 22.2.1798 e morto il 18.3.1872. Di nobile famiglia, interrotti gli studi, intraprese la carriera militare nelle “Guardie del corpo”. Brillante ufficiale, frequentò i salotti più aristocratici di Torino e particolarmente la casa del barone Manno e quella del Marchese di Villamarina. Da questi fu indotto a occuparsi di agronomia; di quegli anni sono le sue note al Rifiorimento della Sardegna del Gemelli. Ricoprì la cattedra di agricoltura nell’Ateneo cagliaritano e fu segretario a vita della Reale Società agraria ed economica di Cagliari.

 

Opere

-         Manuale pratico di buona cultura di ulivi e alcuni precetti per la manipolazione dell’ulivo, Cagliari, 1846;

-         Manuale pratico sulla cultura dei gelsi, Cagliari, 1845;

-         Notizie intorno all’esposizione del 1847 in Cagliari, Cagliari, 1847;

-         Poche parole in risposta agli scritti del cav. Carbonazzi e di N. Ferrand sullo stabilimento agricolo di Sanluri, Cagliari, 1848;

-         Prolusione agli studi di agricoltura letta nell’aula della R. Università di Cagliari, il 4 settembre 1843, in “Meteora”, quindicinale di scienze, arti, varietà, Cagliari, 15.2.1843;

-         Relazione sul catasto: emendamento e rettificazione degli errori catastali: correzione del catasto, Cagliari, s.a.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 161-162, nn. 17009-17019;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. I, p. 275; vol. III, p. 501; vol. IV, p. 226;

A.C.S., Luigi Serra da Uta, professore di agricoltura, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 30.4.1905.


 

97. Fortunato Ciuffo

 

Avvocato.

 

Opere

-         Supplemento alla Storia letteraria di Sardegna scritta dal cav. Giovanni Siotto Pintor, Cagliari, 1845;

-         Della R. Legge per la ripartizione dei terreni in Sardegna, Cagliari, 1841;

-         Orazioni, Cagliari, 1833.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 402, nn. 3880-3882;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, p. 299; vol. III, p. 398; vol. IV, p. 141.


 

98. Francesco Maria Porcu

 

Opere

-         Osservazioni critiche sulla cosiddetta Storia letteraria della Sardegna, Torino, 1846 (sotto lo pseudonimo “Il solitario del Gennargentu”);

-         Progetto di legge pel miglioramento dei Regolari di Sardegna, 1850.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 457, nn. 14316-14319;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. IV, p. 141, n. 1.


 

99. Alberto Emanuele Marongiu Nurra

 

Nato a Bessude il 28.3.1794 e morto a Cagliari il 12.9.1866. Figlio di Diego Marongiu (giureconsulto) e di Nicoletta Nurra. Di antica nobiltà (il casato risale al 1443), studiò dapprima sotto la guida del gesuita F. Carboni, poi frequentò l’Università di Sassari dove si laureò in diritto canonico e civile. Fu ordinato sacerdote nel 1819. Divenne bibliotecario dell’Accademia di Superga a Torino; tornato a Sassari fu nominato nel 1825 canonico, poi vicario e, otto anni dopo, vicario generale della cattedrale. Nel 1842 divenne arcivescovo di Cagliari. Aveva intanto dato vita nella sua casa a un salotto letterario, fondando l’“Accademia filologica”; per questa e per altre sue attività non direttamente inerenti al suo apostolato, fu sospettato dal Viceré Villamarina di dare inizio a una lega di vescovi contro il potere temporale. Carlo Alberto, pur non dando credito all’accusa, non dubitava che egli «fosse l’anima di una partito puro sardo che avesse tendenza di opposizione anzi di indipendenza». A fugare ogni sospetto sul suo conto valse l’appoggio dato nel 1847 alla fusione dell’Isola col Piemonte. Non furono pochi tuttavia i contrasti con l’autorità statale, specie a proposito dell’abolizione delle decime, di altri privilegi e del foro ecclesiastico. Contro di lui si levò l’“Indicatore sardo”, organo governativo, e il “Risorgimento”, giornale di Cavour. A conclusione di queste polemiche, il Marongiu Nurra fu privato della sua carica e andò esule a Civitavecchia, poi a Roma. Poté tornare a Cagliari solo il 1 marzo 1866.

 

Opere

-         Lettere pastorali (1842-65) e scritti minori;

-         Considerazioni filologiche intorno ai Nuraghi lette all’Accademia di Sassari nel 1840, Roma, 1861; 2^ ed. Sassari, 1911.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 243-260;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 71, nn. 10733-10741;

G. Siotto Pintor, Storia letteraria di Sardegna, Cagliari, 1843-44, vol. II, p. 381; vol. III, pp. 233, 352, 425, 437, 506;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 123, not. 457-458.


 

100. Vincenzo Brusco Onnis

 

Nato a Cagliari il 13.12.1822 e morto a Milano il 21.2.1888. Figlio di Luigi Brusco (giudice della Reale Udienza) e di Rocchetta Onnis. Compiuti gli studi classici, si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Cagliari. Fu fautore entusiasta della fusione della Sardegna col Piemonte, fusione che difese nel giornale politico “Il nazionale”, che si stampava a Cagliari; divenuto poi repubblicano, amico del Mazzini e del Cattaneo, iniziò una crociata antisabauda attraverso le pagine della “Gazzetta popolare”, di cui fu direttore dal 1854. Diresse inoltre, con Ausonio Franchi, “La ragione” e “Gli stati uniti”, e col Quadrio “L’unità italiana” a Milano. Combattè con Garibaldi nel 1859.

 

Opere

-         Fiori di maggio, Raccolta di componimenti in versi e in prosa, Cagliari, 1845;

-         Un processo al governo, in “I popoli uniti”, Milano, 6.2.1860;

-         Risorgimento, canto, Cagliari, 1847;

-         La Sardegna e il conte di Cavour, in “I popoli uniti”, Milano, 2.1.1860.

 

Bibliografia essenziale

C. F. Risi, Vincenzo Brusco Onnis. Note biografiche e storiche, Milano, 1889;

Brusco Onnis Vincenzo. Nel decimo anniversario della sua morte, numero unico, Cagliari, 1893;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 748-750;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 225, nn. 2170-2175;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 126, not. 511;

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, pp. 181-186.


 

101. La fusione col Piemonte

 

101/1. Serafino Caput

 

Nato a Cagliari il 22.3.1821. Figlio di Michele Caput, avvocato. Si laureò in giurisprudenza nel 1843. Brillante avvocato, professore di rettorica, collaborò con i suoi scritti a “L’Avvisatore sardo”, lo “Statuto”, “La Sardegna”, la “Gazzetta popolare”.

 

Opere

-         Le quattro giornate sarde del novembre 1847, ossia descrizione delle dimostrazioni politiche avvenute in Cagliari nei giorni 19, 20, 21, 22, 23, 24, Torino, 1847.

 

Bibliografia essenziale

F. Corona, Biografie sarde. Caput Serafino, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 22.3.1895;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 304, nn. 2947-2953.


 

101/2. Giovanni Siotto Pintor

 

(Vedi biografia, opere e bibliografia essenziale alla scheda n. 93)


 

101/3. Battista Murgia

 

Opere

Siotto-Pintor Giovanni e Murgia Battista, Versi ed iscrizioni per la festa nazionale, Cagliari, 1847.


 

101/4. Nota al Ministero degli Affari interni presentata il 30 dicembre 1848 dai deputati Pes, Caboni, Siotto, Sulis, Tola, Serra, De Castro, Cugia, Passino, s.l., 1848.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 246, n. 12382.


 

101/5. Federico Fenu

 

Opere

-         La Sardegna e la fusione del suo regime col sardo continentale, Cagliari, 1848.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 222, n. 7038.


 

101/6.

 

-         Avvenimenti politici del 1847-48;

-         Poesie, pastorali, discorsi, accademie, proclami e manifesti, in Cu.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 103, n. 983.


 

101/7. Raimondo Orrù

 

Avvocato, conte, liberale, deputato nella I e nella VI legislatura.

 

Opere

-         Sulle condizioni attuali e sulle sorti sperabili della Sardegna, discorso al popolo, Cagliari, 1848;

-         Altri scritti.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 286, nn. 12742-12747;

Enciclopedia biografica italiana, Serie XLIII, Ministri, deputati, senatori, 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

101/8.

 

-         Anonimo, Ricordi e pensieri, Cagliari, 1849.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 565, n. 15267.


 

101/9. Federico Vacca

 

Opere

-         Modo pratico per guarire dalla malattia del codinismo, Cagliari, 1848;

-         Proposta di riforma sperabile nel clero, Cagliari, 1848.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 450, nn. 19695-19696.


 

102. Giovanni Battista Tuveri

 

Nato a Forru (Collinas) il 2.8.1815 e morto a Collinas l’8.12.1887. Figlio di Salvatore Tuveri (avvocato) e di Maria Angela Licheri. Rimasto orfano ancora fanciullo, andò a vivere presso il nonno materno, il magistrato Domenico Vincenzo Licheri, nella cui casa convenivano intellettuali di varia tendenza, e in cui il giovane Tuveri poté acquisire una certa formazione culturale. Iscrittosi al corso di giurisprudenza, deluso dalla sua impostazione, abbandonò l’università dopo aver conseguito il titolo di baccelliere. Fu repubblicano e iniziò la sua attività di pubblicista con un articolo contro il monarchico e conservatore G. Siotto Pintor; eletto deputato al parlamento subalpino dalla I alla V legislatura, fece rumore alla camera con la sua polemica antigiobertiana, che continuò anche a Cagliari attaccando l’“Indicatore sardo” dei giobertiani fratelli Martini, cui contrappose la “Gazzetta popolare”, fondata nel 1850. Fu consigliere comunale di Forru e consigliere provinciale, dedicando, dal 1860, tutta la sua attenzione alle questioni comunali e amministrative. Nel 1871 si trasferì a Cagliari e assunse la direzione del “Corriere di Sardegna”, in cui avversò la politica tributaria applicata nell’Isola dal governo centrale; si occupò di vari problemi sardi, diffuse le idee federaliste repubblicane, difese la libertà d’insegnamento, propose lo svecchiamento dei programmi scolastici e l’obbligo dell’insegnamento elementare, considerando l’analfabetismo una delle maggiori piaghe della Sardegna.

 

Opere

-         Specifici di G. B. Tuveri contro il codinismo a 24 centesimi, Cagliari, 1849;

-         Del diritto dell’uomo alla distruzione dei cattivi governi, Cagliari, 1851;

-         Sofismi politici, Napoli, 1883;

-         Scelta di articoli dal “Corriere di Sardegna;

-         Inedito: Della presenza di Dio, in cui viene minacciata la secessione dell’Isola in favore dell’Inghilterra;

-         Diario, esaminato e citato dal Solari.

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 377-380;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 381-401;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 421-425, nn. 19418-19461;

G. Solari, Il pensiero politico di G. B. Tuveri, estratto, Cagliari, 1915;

Id, Per la vita e i tempi di G. B. Tuveri, “Archivio Storico Sardo”, vol. XI, 1916, pp. 33-151, estratto, Cagliari, 1915;

Necrologio, in “Avvenire di Sardegna”, 9, 10, 17 dicembre 1887;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 126, not. 510;

F. Uda, G. Tuveri, Cagliari, 1888;

“L’Unione sarda” e Numero unico del 28 aprile 1895 in occasione dell’erezione di un suo busto a Collinas.


 

103. Salvator Angelo De Castro

 

Nato ad Oristano il 27.10.1817 e morto ad Oristano il 31.3.1880. Figlio di Giuseppe Maria De Castro (notaio) e di Anna Mereu. Professore di diritto canonico presso l’Università di Cagliari dal 1837 al 1845, anno in cui tornò ad Oristano come segretario dell’arcivescovo e preside del seminario. Nel 1843 a Cagliari pubblicò “La Meteora” con Gavino Nino e Alberto De Gioannis; nel 1857 fondò la “Gazzetta di Oristano”. Fu deputato al parlamento subalpino sino al 1859 quando, come canonico, dovette dimettersi; fu anche rettore del Convitto Nazionale (ex collegio dei nobili) e preside del liceo a Cagliari; poi provveditore agli studi a Sassari per ben undici anni. Difensore delle Carte d’Arborea, stese una memoria a conforto della sua tesi.

 

Opere

-         Nuovi codici di Arborea con una biografia d’Eleonora, scritta dal medesimo, Cagliari, 1860;

-         Il Prof. Mommsen e le carte d’Arborea, Oristano, 1881;

-         Ricordi e pensieri, Cagliari, 1849;

-         Vita di Eleonora d’Arborea, Oristano, 1881;

-         Scelta di articoli da “La Meteora”, Cagliari, 1843-45.

 

Bibliografia essenziale

Parole pronunciate il 1 aprile 1880 dinanzi al suo feretro, Oristano, 1880;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 737-742;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 19-21, nn. 5175-5197;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 125, not. 491.


 

104. Anonimo

 

Opere

-         Osservazioni sull’articolo 12 della Legge per l’abolizione del pascolo comune in Sardegna, ossia discorso sull’agricoltura e sulla pastorizia considerate come le due principali sorgenti di pubblica ricchezza dell’Isola, Cagliari, 1850.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 293, n. 12810.


 

105. I fatti di Sassari del 1852

 

105/1. Stanislao Palomba

 

Opere

-         Processo e dibattimento intorno ai casi di Sassari del 24 febbraio 1852, Cagliari, 1855.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 314, nn. 12997-12998.


 

105/2.

 

-         I casi di Sassari nel 1853, principali testimonianze scritte sulla origine dei fatti e sul contegno della truppa, S.n.T.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 345, n. 3323.


 

105/3.

 

-         Discussioni sullo stato d’assedio della città e provincia di Sassari, seguita alla Camera dei deputati il 18 maggio 1852, Torino, 1852.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 125, n. 6132.


 

105/4. Francesco Michele Dettori

 

Opere

-         Canto di un prigioniero nello stato d’assedio del 1852, Sassari, 1854.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 105-106, nn. 5957-5962.


 

105/5. Gavino Tanda

 

Opere

-         Il popolo di Sassari agli altri abitanti della Sardegna (Proclama sovversivo seuqestrato dal Fisco), Sassari, 1859.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 336, n. 18661.


 

106. Poeti popolari

 

106/1. Giovanni Pietro Cubeddu (padre Luca)

 

Nato a Pattada nel 1748, morto a Oristano nel 1828. Mandato a Sassari sin da bambino per seguirvi gli studi, rivelò ben presto la sua vena poetica, tanto che a 16 anni godeva già di una certa fama presso i suoi compagni di studio. Divenuto padre scolopio, insegnò per alcuni anni; poi, improvvisamente, abbandonato l’abito sacerdotale, tornò al suo paese, dove si rifugiò nella campagna, vivendo a lungo negli ovili, e cantando per i pastori i suoi versi.

Sul declinare degli anni, desiderò rientrare nel suo ordine, dedicandosi alle opere di carità, alla predicazione e all’insegnamento.

Fu l’antesignano dei poeti arcadici in Sardegna, di quell’Arcadia che, ormai, morta altrove, sopravvisse nell’Isola per tutto l’800 e non può dirsi ancora del tutto scomparsa.

 

Opere

-         Apollo (metafora), foglio volante, Lanusei, 1900;

-         Apollo, sa dama incantadora, foglio volante, Ozieri, 1911;

-         Sa cantone de sos sardos, foglio volante, Ozieri, 1912;

-         Sos deghe cumandamentos, foglio volante, Lanusei, 1911;

-         Sa femina onesta, foglio volante, Ozieri, 1913;

-         Le più belle poesie, a cura di S. Susini, Cagliari, 1925;

-         Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975;

-         Altri fogli volanti di vario luogo e data.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 515-517, nn. 4939-4965;

Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975, pp. 63-79.


 

106/2. Diego Mele

 

Nato a Bitti il 22 gennaio 1797 e morto a Olzai il 16 ottobre 1861. Figlio di Salvatore Mele e Anna Casu.

Di povera famiglia, rimasto orfano di padre a soli 11 anni, dovette ai sacrifici materni la possibilità di accedere agli studi, laureandosi in teologia il 9 marzo 1828 e prendendo gli ordini insieme al condiscepolo e amico G. Spano.

Autore di poesie aspre e mordaci, dovette fuggire dal suo paese per le inimicizie che i suoi versi gli avevano procurato.

«Accusato di avversare la Legge delle Chiudende e di incitare il popolo a sostenere il bestiame girovago, e a diffondere il comunismo territoriale», fu mandato per punizione dall’Arcivescovo Bua, in esilio ad Ozieri presso i padri Cappuccini.

Inviato poi a Lodè, a Mamoiada e infine ad Olzai, visse tranquillamente in questo paese sino alla sua morte.

La sua poesia, specie quella satirica, è schietta espressione di quella società agro-pastorale in cui visse, dando spesso voce ai suoi conterranei nei dialoghi in cui lamentavano le loro tristi condizioni di vita.

 

Opere

-         La chenscia de duas feminas coguadas, Dialogo tra due donne maritate sopra la sorte del matrimonio, in P. Mossa, Donnu donadu, Sassari, 1914;

-         La fame in Sardegna, in “Il dovere”, 9 febbraio 1867;

-         Poesie, in “Il Parnaso sardo”, a cura di P. Meloni Satta, Cagliari, 1922;

-         Poesie, in Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 106, nn. 11065-11067;

Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975, pp. 159-176;

R. Calvisi, Riti magici. Su teju. Profili di poeti bittesi, Cagliari, 1971, pp. 61-68.


 

106/3. Giovanni Melchiorre Dore

 

Nato a Garofai (fraz. di Bitti) il 15 marzo 1770, morto a Nuoro il 20 luglio 1851. Di Fedele e Marianna Calvisi.

Profondo letterato, cultore della poesia vernacola, fu stimato da poeti e letterati del suo tempo, come Luca Cubeddu e il canonico Spano.

Lasciò una composizione dialettale ispirata alla Bibbia e la sua opera più importante La Gerusalemme Victoriosa, mentre quasi nulla ci è rimasto delle sue poesie giovanili, che raccontavano episodi mitologici, intitolate Musas profanas, che sono state tramandate soprattutto per via orale.

 

Opere

-         Sos deghes comandamentos de sa santa lege de Deus (octavas), Lanusei, 1896.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 142, n. 6276;

R. Calvisi, Riti magici. Su teju. Profili di poeti bittesi, Cagliari, 1971, pp. 71-77.


 

106/4. Efisio Pintor Sirigu

 

(per biografia, opere e bibliografia essenziale, v. scheda n. 80/5)

 

Opere

-         4 poesie in dialetto cagliaritano, in R. Carta Raspi, Sardegna terra di poesia;

-         Le più belle poesie dialettali sarde, Cagliari, 1925-29, fasc. 5°, E. Pintor Sirigu;

-         Poesie, in Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Sassari, 1975.


 

106/5.

 

-         Canti popolari di classici poeti sardi, tradotti e illustrati per l’abate Tommaso Pischedda, Sassari, 1854.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 286, n. 2774.


 

107. Sugli ademprivi

 

107/1. Domenico Melis

 

Barone, deputato nella VI legislatura, resse la Regia Segreteria di Stato e di Guerra in Cagliari. Ricoprì inoltre molte cariche pubbliche.

 

Opere

-         Discorso sui diritti territoriali della Sardegna contro le pretensioni del Demanio nel progetto di legge sugli ademprivi presentato alla Camera dei deputati nella tornata 17.2.1858, Torino, 1858;

-         Risposta a Giovanni Siotto Pintor, Cagliari, 1859.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 110, nn. 11104-11106;

Enciclopedia Biografica italiana, Serie XLIII, Ministri, deputati e senatori, 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

107/2. C. Penco

 

Opere

-         Dell’abolizione degli ademprivi o diritti d’uso nei boschi demaniali della Sardegna, Genova, 1858.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 345, n. 13282.


 

107/3. Nicolò Mulas

 

Opere

-         Cenni particolari sull’origine e sull’uso degli ademprivi di Sardegna, Cagliari, 1848;

-         Sull’origine ed uso degli ademprivi in Sardegna, Cagliari, 1858;

-         Condizioni morali ed economiche della Sardegna e necessità della sua novella circoscrizione territoriale, Torino, 1861.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 191, nn. 11854-11856.


 

107/4. Francesco Mastio

 

Patriota e medico, fu eletto deputato di Nuoro nella VI legislatura. Ricoprì numerose cariche fra cui quella di ispettore del Consiglio militare di sanità.

 

Opere

-         Condotta sul proposito dell’abolizione degli ademprivi e della soppressione di quella divisione amministrativa, Torino, 1860.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 97, nn. 10983-10984;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII, Ministri, deputati, senatori, 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

107/5. G. Castaldi

 

Opere

-         Direzione delle contribuzioni e del catasto della Sardegna. Considerazioni e proposte fatte al Consiglio provinciale dal Prof. Serra sul catasto provvisorio dell’Isola, Cagliari, 1860.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 349, n. 3354.


 

107/6. Giovanni Antonio Sanna

 

Nato a Sassari il 18.3.1807 (Costa), 19.8.1819 (Rolandi) e morto a Roma il 9.2.1875. Uomo politico, parlamentare, giornalista, industriale, mecenate. Deputato al Parlamento nella VI, VII, IX legislatura.

 

Opere

-         Discorso pronunciato alla Camera dei deputati in tornata del 21 febbraio 1859 sul progetto di legge relativo all’abolizione degli Ademprivi in Sardegna, Torino, 1859;

-         La Sardegna. I dolori di Sardegna, in “Diritto”, Torino, 19-24 dicembre 1859.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 36-37, nn. 15865-15870;

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, pp. 172-173, 185;

I. Sanna, Giovanni Antonio Sanna nella vita pubblica e privata, Roma, 1914, p. 416.


 

107/7. Giuseppe Musio

 

(v. scheda n. 128 per biografia, opere e bibliografia essenziale)

 

Opere

-         Sul progetto di legge abolitivo degli ademprivi in Sardegna, Cagliari, 1859.

 

107/8.

-         Ademprivi: Sull’abolizione degli ademprivi in Sardegna. Articoli estratti dal giornale “Lo Statuto”, con l’aggiunta di documenti e note, Cagliari, 1839.

 

107/9.

-         Ademprivi: Relazione della commissione per l’esame del progetto di legge sull’abolizione degli ademprivi in Sardegna, Cagliari, 1857.

 

107/10.

-         Ademprivi: Alcune lettere a S.E. il Ministro di finanze, sul progetto per l’abolizione degli ademprivi nei beni rurali della Sardegna, Cagliari, s.n.t.

 

107/11.

-         Ademprivi: Istituzione per l’eseguimento dell’articolo 2° e seguenti della Legge 4 gennaio 1863 e del Regolamento approvato con R. Decreto 25 febbraio 1844, Cagliari, 1865.

 

107/12.

-         Ademprivi: Abolizione degli ademprivi nei beni rurali della Sardegna. Progetto di legge presentato dal Ministro delle Finanze nella tornata del 22 giugno 1857, Torino, 1857.

 

107/13.

-         Additiones: Relazione della commissione creata per l’esame del nuovo progetto di legge sull’abolizione degli ademprivi in Sardegna, Cagliari, 1858.

 

Bibliografia essenziale

“Bullettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1901-1905, vol. I, pp. 105-106;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 10-11, nn. 98-101.


 

108. Ignazio Aymerich

 

Nato a Cagliari l’11.11.1809, morto a Cagliari il 25.10.1881. Figlio di Ignazio Aymerich e di Giovanna Ripoll. Marchese di Laconi, senatore del Regno. Fu capo dello Stamento militare e uno dei più illustri personaggi della fine del secolo. Grande proprietario terriero si occupò soprattutto si agricoltura, pur non trascurando la politica. Dopo l’unificazione dell’Isola col Piemonte, si occupò dei gravi problemi economico-sociali della Sardegna, soprattutto per quanto riguardava l’agricoltura, i trasporti e le comunicazioni.

 

Opere

-         Stato della Sardegna e i suoi bisogni specialmente riguardo alla proprietà e all’agricoltura, Cagliari, 1869;

-         L’assassinio del marchese di Laconi seguito nel 21 giugno 1668, Cagliari, 1868;

-         Considerazioni al tracciato di ferrovia nell’isola di Sardegna, Torino, 1861;

-         Inchiesta sulle condizioni dell’Isola di Sardegna, Cagliari, 1869.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 106-107, nn. 1001-1012;

Aymerich di Laconi (senatore), in “Avvenire di Sardegna”, n. 256, 25 ottobre 1881;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 125, not. 496;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

109. Michele Uda

 

Nato a Cagliari nel 1830 e morto a Napoli il 22.4.1898. Vissuto in un momento in cui in Italia tramontava il romanzo storico, l’Uda fu uno dei precursori del romanzo a sfondo sociale, mirando, attraverso i suoi scritti all’educazione del popolo verso il raggiungimento di una coscienza nazionale. Lasciata nel 1850 la Sardegna, si recò prima a Milano, poi a Napoli, dove si dedicò al giornalismo. Fu critico d’arte, romanziere e commediografo. Particolarmente apprezzati i suoi romanzi e alcune sue commedie.

 

Opere

-         Gli spostati, commedia composta nel 1860 e pubblicata a Napoli nel 1900;

-         Volto e maschera, commedia, Milano, 1858;

-         Scritti di critica teatrale in vari giornali e riviste;

-         Arte e artisti, Napoli, 1900;

-         Cuore di una beghina, romanzo, Milano, 1862;

-         Un povero diavolo, romanzo, Milano, 1863;

-         Racconti del popolo, letture illustrate, Milano, 1857-58.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 755-756;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 429, nn. 19501-19505;

G. Borelli, Michele Uda, in “Corriere della Sera”, Milano, 22-23 aprile 1898;

A. Torelli, Discorsi sulla salma di Michele Uda, in “Libertà”, Napoli, 22-24 aprile 1898;

F. Zamprini Salazar, Michele Uda, in “Rivista politica e letteraria”, Roma, 1 giugno 1898;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 128, not. 536.


 

110. Ignazio Pillito

 

Nato ad Oristano nel 1806, morto a Cagliari nel 1895. Notaio, dirigente dell’Archivio di Cagliari dal 1860. Valente paleografo, fu il primo a tenere un corso biennale di paleografia presso l’Archivio di Cagliari. La sua fama è tuttavia legata soprattutto alla vicenda delle Carte d’Arborea, che egli decifrò e della cui autenticità fu strenuo difensore.

 

Opere

-         Il prof. Mommsen e le Carte d’Arborea, Sassari, 1878 (in Appendice le Carte d’Arborea);

-         Memorie tratte dal R. Archivio di Cagliari riguardanti i governatori e i luogotenenti generali dell’isola di Sardegna dal tempo della dominazione aragonese fino al 1610, Cagliari, 1862.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 731-732;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 384-385, nn. 13635-13649;

“L’Unione sarda”, 1896-1898-1900.


 

111. Sulle Carte d’Arborea

 

111/1. Francesco Randaccio

 

Nato a Cagliari il 1.1.1821 e morto a Palermo nel febbraio1903.

Laureatosi in medicina e chirurgia, si perfezionò in anatomia, di cui resse la cattedra a Cagliari e successivamente a Sassari e a Palermo. Pubblicò opere di carattere scientifico e alcune storico-letterarie.

 

Opere

-         Intorno alle carte d’Arborea, Cagliari, 1871;

-         La questione delle pergamene e dei codici d’Arborea, Palermo, 1871.

 

Bibliografia essenziale

Un ritratto al giorno. Francesco Randaccio, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 27.2.1903;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 519-520, nn. 14864-14866.


 

111/2. Pietro Martini

 

(v. scheda n. 88 per biografia, opere, bibliografia essenziale)

 

Opere

-         Pergamena d’Arborea illustrata, Cagliari, 1846;

-         Pergamene, codici e fogli cartacei d’Arborea, Cagliari, 1863.


 

111/3. Francesco Carta

 

Opere

-         Appunti critici ad un articolo di mons. Liverani sulle carte d’Arborea, Cagliari, s.a.;

-         Le poesie italiane delle Carte d’Arborea e il sig. Girolamo Vitelli. Cenno critico, Cagliari, 1871.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 329, nn. 3176-3180.


 

111/4. Francesco Carta e E. Mulas

 

Opere

-         Le Carte d’Arborea e l’Accademia delle scienze di Berlino. Osservazioni critiche, Bologna, 1872;

-         Il prof. Mommsen e le Carte d’Arborea, (raccolta di lettere e articoli sull’autenticità o meno di quelle carte), Sassari, 1878.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 329, n. 3181.


 

111/5. Pasquale Umana

 

(v. scheda n. 121 per biografia, opere e bibliografia essenziale)

 

Opere

-         Lettere all’“Avvenire di Sardegna” sugli idoli fenici trovati in Sardegna e sulle Carte d’Arborea, in “Avvenire di Sardegna”, Cagliari, 10.8.1883.

 

111/6.

-         Raccolta di memorie d’Arborea, tratte in gran parte da documenti inediti del teol. Salv. Ang. Scintu, Oristano, 1873.

 

111/7.

-         La raccolta di memorie d’Arborea e i Minori conventuali. Lettere di un conventuale di Oristano all’autore teol. Can. Salvator Angelo Scintu, Sassari, 1874 (attribuita ad Ignazio Pillito).

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 511-512, nn. 14787-14788.


 

111/8. Ignazio Pillito

 

(v. scheda n. 110 per biografia, opere e bibliografia essenziale)

 

Opere

-         Illustrazione di un foglio cartaceo del sec. XV che fa parte delle pergamene e d’altre scritture di Arborea nella quale (sic) si ha la prova diretta della regia e italiana discendenza di Umberto I di Savoia, Torino, 1852;

-         Lettera a Salvator Angelo de Castro sulle Carte d’Arborea, in “La stella di Sardegna”, a. IV, n. 12, 24 marzo 1878;

-         Il Prof. Mommsen e le Carte d’Arborea, Sassari, 1878;

-         Altri scritti di incerta attribuzione.


 

112. Catasto

 

112/1. C. (Carlo) De Candia

 

Nato a Cagliari il 28.12.1803, morto a Cagliari il 6.6.1862. Generale, deputato della IV e V legislatura; esperto di questioni militari, fu commissario regio per sostenere alla Camera la discussione sul progetto di legge per il riordinamento dei tributi prediali in Sardegna.

 

Opere

- Memorie sul riordinamento del Tributo prediale in Sardegna, Cagliari, 1849;

- Editi e inediti sulla fondazione del catasto.

 

Bibliografia Essenziale

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 16, n. 5151.

 

112/2. P. Cugia

(v. biografia, opere e bibliografia, scheda n. 144)

 

112/3. Altri scritti sul catasto in Sardegna


 

113. Giorgio Asproni

 

Nato a Bitti il 5.6.1809 e morto a Roma il 30.4.1876. Figlio di Giorgio Asproni e di Rosalia Demurtas. Di povera famiglia, rimasto orfano di padre, fu mantenuto agli studi da uno zio prete. Laureatosi in diritto intraprese, per volontà dello zio, la carriera ecclesiastica. Democratico e repubblicano, si presentò candidato alla I legislatura, ma la sua elezione fu annullata per incompatibilità con la carica di canonico. Nel 1849, lasciata la tonaca, fu eletto deputato per il collegio di Lanusei. Trasferitosi a Genova, fu deputato per numerosissime legislature e in Parlamento si schierò con le sinistre; collaborò anche a vari giornali di sinistra. Fu avversario del Cavour, di cui non condivideva la politica liberistica, considerata contraria agli interessi della Sardegna. Negli anni 1863-67 partecipò intensamente al movimento operaio; fu fautore dell’invio di una delegazione italiana a Londra, dove si era costituita l’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Dal 1865 ebbe contatti con Bakunin, da cui, però, rimase poco influenzato.

 

Opere

-         Ai suoi elettori del collegio di Nuoro, Napoli, 1867;

-         Documento elettorale, in “Avvenire di Sardegna”, n. 290, 21.11.1874;

-         In mia difesa, Cagliari, 1848;

-         Lezione prima e ultima a Giuseppe Pasella, Genova, 1850;

-         Proposta per il riordinamento dei monti di soccorso in Sardegna, (Atti parlamentari, Camera dei Deputati, III legislatura, seduta del 4.10.1849, p. 763);

-         Risposta ai riscontri del senatore Alberto della Marmora, Torino, 1849;

-         Le scuole di Nuoro, in “Indipendenza italiana”, n. 8, 23.5.1848.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 87, nn. 824-830;

G. B. Tuveri, Giorgio Asproni. Cenno biografico, in “Corriere di Sardegna”, 5.5.1876, n. 105;

S. Mele, Di Giorgio Asproni, deputato nel Circondario di Nuoro e difensore delle ragioni della Sardegna al Parlamento Nazionale, Sassari, 1876;

Elias P. P. Siotto, Elogio di Giorgio Asproni, Sassari, 1876;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 124, not. 476;

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, pp. 180, 181, 185, 186;

D. Scano, Giorgio Asproni nel quadro degli avvenimenti politici del risorgimento, in “Studi Sardi”, VIII, fasc. I-III, p. 199;

B. Motzo, Giuseppe Garibaldi al letto di morte di Giorgio Asproni, in “Studi Sardi”, vol. V, fasc. I-II;

D. Filia, Sardegna cristiana, vol. III, Sassari, 1929, p. 373;

S. Deledda, G. Asproni e A. Brofferio, in “La Regione”, I, p. 18;

R. Savelli, Il deputato Asproni, in “Mediterranea”, Cagliari, I, p. 7;

L. Falchi, Giorgio Asproni, in “Mediterranea”, Cagliari, IV, pp. 10-11;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

114. Filippo Vivanet

 

Nato a Cagliari il 9 (o 18) aprile 1836 e morto a Cagliari l’11 giugno 1905. Benché architetto, curò prevalentemente gli studi letterari e storici, interessandosi delle vicende della Sardegna antica e medievale. Dal 1873 fu direttore del Museo di Cagliari e Sovrintendente agli scavi di antichità nell’Isola. Nella sua opera di ricerca e di scavi ebbe un valido collaboratore in Filippo Nissardi e un discepolo in Dionigi Scano.

Dalla Deputazione di Storia patria di Torino ebbe l’incarico di pubblicare le Costituzioni del Parlamento sardo del 1335, opera di grande impegno che lo portò sin in Spagna alla ricerca di documentazione. La sua mal riposta fiducia nelle false Carte d’Arborea non sono valse a intaccare la stima che di lui ebbero i contemporanei.

 

Opere

-         La storia antica della Sardegna (discorso inaugurale), Cagliari, 1881;

-         Colonizzazione della Sardegna, Cagliari, 1893;

-         Articoli contenuti in “Notizie di scavi” dal 1878 al 1898;

-         Pietro Martini, la sua vita e le sue opere, Cagliari, 1866;

-         Il barone Giuseppe Manno (discorso), Cagliari, 1866;

-         Discorso per l’inaugurazione del busto a Giovanni Spano, Cagliari, 1890;

-         Giovanni Siotto Pintor nella politica e nelle lettere, estratto, Cagliari, 1899;

-         Vivanet Filippo, Scano Dionigi, Sanjust Edmondo, Cagliari antica, medievale e moderna, Cagliari, 1902;

-         Guida sommaria del R. Museo di antichità di Cagliari, Cagliari, 1899.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 403-408;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 503-521, nn. 20190-20363;

R. Garzia, Biografia di Filippo Vivanet, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, vol. IV, 1905, pp. 142-144.


 

115. Gavino Nino

 

Nato a Bosa nel dicembre 1807 e morto a Cagliari il 27 febbraio 1886. Dottore in legge e filosofia, canonico, si dedicò all’insegnamento in cui si distinse in particolar modo. Scrisse varie opere tra cui Esame critico sulle carte d’Arborea e varie poesie. Fondò a Cagliari insieme all’Angius il giornale letterario “La Meteora” (1843) che ebbe tre anni di vita. Collaborò a molti altri giornali.

 

Opere

-         Eleonora d’Arborea alla battaglia di Sanluri, Melodramma in 3 atti, musica del Maestro Enrico Costa, Cagliari, 1868;

-         Ugone d’Arborea, dramma in 5 atti in versi, Cagliari, s.a.;

-         Canzoni (Alle donne italiane, Cessione della Sardegna, i Nuraghes, ecc.).

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 237-239, nn. 12291-12311;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 369, 413, 424, 506;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 126. not. 506.


 

116. Gioacchino Ciuffo

 

Opere

-         Eleonora d’Arborea (dramma storico in 4 atti), Cagliari, 1868.

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 424;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 402-403, nn. 3883-3889.


 

117. Gavino Fara

 

Nato a Bosa nel 1782 e morto a Cagliari il 30.11.1881. Avvocato, pubblicista, deputato di centro per numerose legislature, prese parte attiva ai lavori parlamentari. Nell’Isola ricoprì diversi incarichi amministrativi; fondò il giornale “Il popolo”.

 

Opere

-         La Sardegna. Studi, Cagliari, 1869;

-         Guerre d’Indipendenze ed Eleonora d’Arborea, Cagliari, 1868;

-         Sicurezza pubblica in Sardegna, in “Avvenire di Sardegna”, 14 ottobre – 1 novembre 1871.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 196-197, nn. 6783-6798;

Fara Gavino. Biografia, in “Avvenire di Sardegna”, 1 dicembre 1881;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

118. Michele Operti

 

Opere

-         Vincenzo Sulis, romanzo storico, Firenze, 1871;

-         L’amante della regina, Cagliari, 1893.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 274, nn. 12630-12636.


 

119. Antioco Cadoni

 

Opere

-         Il comune di Iglesias e il ministro Sella, Roma, 1872;

-         Altri scritti di politica e di economia.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 242-243, nn. 2342-2354.


 

120. Pietro Cadoni

 

Nato forse nel 1857 e morto a Genova il 9.10.1902. Fu in gioventù battagliero giornalista politico. Scrisse un romanzo storico, sulla scia del Guerrazzi, pubblicato prima come appendice dell’“Avvenire di Sardegna”, giornale cagliaritano, e poi in due volumi, sempre a Cagliari nel 1872. Nella maturità scrisse e pubblicò Il voto di Paola che non ebbe un’accoglienza favorevole da parte dei critici. Trasferitosi a Genova, fu vice-bibliotecario di codesta città. Colpito da grave malattia, si uccise a Genova nel cimitero di Staglieno.

 

Opere

-         Leonardo Alagon, Romanzo storico del sec. XV, Cagliari, 1872;

-         Il voto di Paola, Milano, 1901.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 318, nn. 3075-3076;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 382, 430;

“L’Unione sarda”, 1893;

“Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, novembre 1902, vol. II, ff. 20-22, p. XVIII.


 

121. Pasquale Umana

 

Nato a Sassari nel 1830 e morto a Cagliari il 16.12.1887. Medico, autore di opere scientifiche, insegnò nelle Università di Cagliari, Sassari e Roma. Qui lo troviamo, nel 1874, accanto a Francesco Sulis, colpito da paralisi. Eletto deputato per varie legislature, sedette in Parlamento nei banchi del centro-sinistra. Fece parte di giunte e commissioni parlamentari e pronunciò molti discorsi in materia di istruzione.

 

Opere

-         Discorsi parlamentari;

-         Scritti scientifici;

-         Scritti letterari.

 

Bibliografia essenziale

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, p. 179;

F. Corona, Pasquale Umana, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 1.8.1895;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 437-438, nn. 19573-19583.


 

122. Antonio Fenu

 

Opere

-         La Sardegna nel passato, nel presente e avvenire, ossia mali e rimedi, Napoli, 1874;

-         Altri scritti.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 221, nn. 7031-7033.


 

123. Pietro Pasella

 

Fratello di Giuseppe.

 

Opere

-         (Scritti scelti di storia e di economia) 1875-1883;

-         Condizioni economiche della Sardegna durante il governo spagnuolo e la monarchia sabauda, estratto da “Rivista sarda”, Cagliari, 1875;

-         Governo della Sardegna, cessato il dominio de’ Cesari bizantini, estratto da “Rassegna nazionale”, Firenze, 1883;

-         Periodo di storia tosco-sarda secc. VII-XI, estratto da “Rivista sarda”, Cagliari, 1875;

-         Il procuratore del Re e la Corte d’Assise di Sassari al cospetto dell’art. 509 del Codice di proced. pen. italiano, Cagliari, 1873;

-         Progetto del codice di commercio italiano giudicato dalla Camera di Commercio di Cagliari, 1874;

-         Scritti vari, Ms del sec. XIX, Collez. Orrù, Cu.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 329, nn. 13133-13138.


 

124. Paolo Mossa

 

Nacque a Bonorva nel 1821 e ivi morì il 6.8.1892. Seguiti gli studi medi a Bonorva, proseguì a Sassari quelli universitari, interrotti questi ultimi, tornò nel paese natio dove si dedicò alle sue proprietà terriere. Trovatosi a partecipare alle lotte politiche e coinvolto nelle rivalità paesane, fu ucciso da tre sicari mentre tornava dalla campagna. Il suo nome occupa un posto di rilievo nella poesia dialettale sarda.

 

Opere

-         Poesie varie, Cagliari, s.a. (ma 1928);

-         Le più belle poesie, Cagliari, 1925;

-         Poesie varie in dialetto pubblicate su giornali e periodici.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 181-183, nn. 11764-11779;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 406-409, 473.


 

125. La crisi bancaria sarda in Sardegna e alla Camera dei deputati (1887-88)


 

126. Ignazio Esperson

 

Opere

-         Pensieri sulla Sardegna dal 1798 al 1848 in completamento e per illustrazione del libro intitolato Note e giudizi sull’ultimo periodo storico della Sardegna, Milano, 1878.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 169, nn. 6530-6532;

L. Del Piano, Politici, prefetti e giornalisti tra Ottocento e Novecento in Sardegna, Sassari, 1975, pp. 132-134.


 

127. Marcello Cossu

 

Nato a Bonorva nel 1845. Maestro elementare, romanziere. Si ispirò prima al Manzoni, poi all’inglese Scott, più che per lo stile per l’intreccio burrascoso e misterioso degli avvenimenti.

Nello stile vivace si può invece sentire l’influenza del Guerrazzi. Ha lasciato numerosi racconti e romanzi storici, non tutti ambientati in Sardegna.

 

Opere

-         La bella di Osilo, in “La stella di Sardegna”, vol. VIII, 1879;

-         Elodia e la repubblica sassarese, romanzo storico, Cagliari, 1875;

-         Ritedda di Baricau, racconto;

-         Violetta del Goceano, racconto.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 487-488, nn. 4667-4678;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 382;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 774-777.


 

128. Giuseppe Musio

 

Nato a Bitti nel maggio 1794, morto a Roma il 23 gennaio 1876. Dotto magistrato, scrittore di scienze giuridiche, senatore del regno. Ancora giovanissimo studiò presso il viceré Montiglio i modi e i tempi dell’abolizione del feudalesimo. In seguito si occupò della ripresa della Sardegna per la quale non giudicava sufficiente la semplice fusione con il Piemonte, proponendo invece come necessarie l’istituzione di una banca sarda e la libertà di commercio e di industrie per l’Isola.

 

Opere

-         Vincenzo Sulis e i suoi giudici. Costantino Musio. Note storico critiche su documenti inediti, a cura di Giuseppe Musio, e altri scritti (v. scheda n. 107/7 per gli scritti sugli Ademprivi).

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 216-217, nn. 12099-12110;

Musio Giuseppe senatore. Biografia, in “Avvenire di Sardegna”, Sassari, nn. 20-24, gennaio 1876;

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, pp. 171, 173, 174, 175, 177, 185;

L. Del Piano, Politici, prefetti e giornalisti fra Ottocento e Novecento in Sardegna, Sassari, 1975, pp. 36-37, 41;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 124.


 

129. Gavino Cossu

 

Nato a Cossoine, morto a Sassari il 22.9.1890. Cugino di Marcello Cossu, maestro elementare e, dal 1875, ispettore scolastico, fu anch’egli un cultore del romanzo storico in Sardegna. Il suo Il colle del diavolo è chiaramente ispirato ai romanzi dello Scott. Collaborò al “Corriere di Sardegna” e all’“Avvenire di Sardegna”; diresse la “Gazzetta di Sassari”.

 

Opere

-         Gli Anchita e i Brundanu, racconto sardo del sec. XVII, con note e documenti, Cagliari, 1883;

-         Il colle del diavolo, ovvero, Lupo Doria-Malaspina marchese di Bonvehi, Tradizione popolare sarda del sec. XIII, Cagliari, 1869;

-         La bella Zulema e gli stagni di Oristano, in “Avvenire di Sardegna”, nn. 297 e ss., 14.12.1882;

-         Racconti vari.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 481-482, nn. 4609-4620;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 382;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 774-777;

E. Gabba, Gavino Cossu, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 27.9.1890.


 

130. Francesco Sulis

 

Nato a Sassari l’1.7.1817, morto a Roma il 25 (o 29) giugno 1877. Figlio di Giovanni (professore di diritto canonico e nipote di Vincenzo Sulis). Nel 1838 si laureò brillantemente in giurisprudenza a Sassari; nel 1840 fondò il periodico liberale “Il promotore”. Cessata la pubblicazione di tale periodico, si trasferì a Torino, pur continuando a collaborare al settimanale sassarese “La Sardegna”. Fautore dell’unione dell’Isola al Piemonte, lo troviamo deputato al parlamento subalpino dove sostenne con vigore gli interessi della Sardegna. Ricoprì la cattedra di diritto costituzionale a Sassari, poi a Pavia e infine a Roma.

 

Opere

-         Delle riforme del Re e dell’isola di Sardegna, Torino, 1847;

-         Moti politici dell’isola di Sardegna dal 1793 al 1821, Narrazioni storiche, Torino, 1857, vol. I (il vol. II non fu mai pubblicato);

-         Scritti minori.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 733-737;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 315-317, nn. 18466-18482;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 124, not. 480;

F. Spanu Satta, Memorie sarde in Roma, Sassari, 1962, pp. 177, 178, 179, 185.


 

131. Antonio Bacaredda

 

Nato a Cagliari il 2.12.1824, morto a Napoli nel luglio del 1908. Impiegato superiore al Ministero delle Finanze, ebbe come suoi principali interessi la letteratura e la politica. Le sue opere (novelle, drammi, ecc.), spesso non rispettose della verità storica, hanno tuttavia il merito di aver dato inizio alla narrativa storica in Sardegna.

 

Opere

-         Bozzetto storico di Vincenzo Sulis, Cagliari, 1871;

-         Religione e politica. Etiologia dei costumi, Napoli, 1903;

-         I misteri e un giuramento, dramma, Genova, 1847;

-         Pier Maria, dramma, scene storiche del sec. XVII, Cagliari, 1848;

-         Paolina, racconto, Genova, 1869;

-         Angelica, novella sarda, Torino, 1862.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 750-751;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 114-115, nn. 1085-1095;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 382, 413;

Antonio Bacaredda, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 12 luglio 1908.


 

132. Antioco Polla

 

Nato a Gadoni il 22.1.1815, morto a Cagliari il 26.5.1918. Figlio di Salvatore Polla (agiato pastore) e Caterina Secci. Laureatosi in teologia all’Università di Cagliari, il 29 dicembre 1840, si stabilì a Oristano, dove riordinò la biblioteca del Seminario arborense. Insegnò filosofia a Oristano, a Sassari e infine al liceo “Dettori” di Cagliari. Fu amico dello Spano, del Nino e del De Castro; ardente giobertiano, auspicò la fine del dissidio tra Stato e Chiesa, polemizzò col Tuveri, sostenendo la diretta provenienza da Dio del potere temporale, e col mazziniano e anticlericale Brusco Onnis.

 

Opere

-         Saggio critico delle dottrine teologico-filosofiche di G. B. Tuveri, Cagliari, 1852-53;

-         Studio critico sulla storia primitiva della Sardegna, Cagliari, 1877.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 373-380;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 446, nn. 14223-14225.


 

133. Efisio Bacaredda (Bonfils Emilio)

 

Nato a Cagliari il 13.10.1818, morto a Cagliari il 5.6.1894. Intendente di finanza, commendatore, letterato; scrisse sotto lo pseudonimo di Emilio Bonfils.

 

Opere

-         La Sardegna sotto il reggimento del Piemonte e dell’Italia, Narni, 1882;

-         Cagliari ai miei tempi, Roma, 1884.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 196-197, nn. 1900-1902;

F. Corona, Cronologia sarda, in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1905, vol. V, p. 127, not. 518.


 

134. Giovanni Pinna Ferrà

 

Opere

-         Sulla colonizzazione in Sardegna, Sassari, 1883;

-         Relazione sulle presenti condizioni della Sardegna, Sassari, 1889;

-         Orientazioni sociologiche della Sardegna, Bari, 1898.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 400-401, nn. 13797-13806.


 

135. Francesco Salaris

 

Nato a Sassari nel 1822, morto a Cagliari il 18.5.1900. Avvocato, uomo politico, amico di De Pretis e avversario di F. Cocco-Ortu, fece capo al partito di ispirazione governativa, cui dava il suo appoggio la “Bandiera sarda”, giornale appunto filogovernativo. Fu assessore nel consiglio comunale di Cagliari nel 1881, essendo sindaco l’avvocato Salvatore Marcello. Nel 1882 fu eletto deputato al Parlamento per il primo collegio di Cagliari insieme al Carboni e agli avversari Cocco-Ortu e Palomba.

 

Opere

-         Discorsi parlamentari e scritti vari, Roma, s.a.;

-         Discorsi elettorali vari;

-         Relazione al commissario Salaris Francesco (per l’inchiesta agraria) sulla dodicesima circoscrizione (provincie di Cagliari e di Sassari), estratto da “Atti della Giunta per la inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola”, Roma, 1885.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 14-17, nn. 15670-15695;

L. Del Piano, Politici, prefetti e giornalisti fra Ottocento e Novecento in Sardegna, Sassari, 1975, pp. 53-60, 67, 68, 74, 77, 81, 84, 85, 91, 93, 95, 97, 100, 110, 134, 135;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

136. Enrico Costa

 

Nato a Sassari l’11 aprile 1841, morto a Sassari il 26 marzo 1909. Figlio di Domenico Costa. Compiuti gli studi medi, rimasto orfano di padre (un orchestrale cagliaritano trasferitosi a Sassari), dovette ben presto affrontare le responsabilità della vita. Autodidatta, impiegato di banca prima, fu infine archivista al comune. Esperto in materia bancaria scrisse diverse relazioni, di cui la più importante è quella sui “Monti di Soccorso” di Porto Torres. Autore di romanze, ballate e inni fu anche romanziere e storico, dedicandosi in particolare allo studio delle vicende della città di Sassari.

 

Opere

-         Il muto di Gallura, Racconto storico sardo, Milano, 1885;

-         La bella di Cabras, Racconto sardo, in appendice al giornale “L’Avvenire di Sardegna”, dal n. 288 del 15.12.1887 in poi. Estratto, Cagliari, 1887;

-         Giovanni Tolu. Storia di un bandito sardo narrata da lui medesimo, preceduta da cenni storici sui banditi del Logudoro, Sassari, 1897;

-         Sassari, cronistoria dalle origini al 1884, Sassari, 1885-1937;

-         L’archivio del Comune di Sassari, Sassari, 1902;

-         Rosa Gambella. Racconto storico sassarese del sec. XV, con appendice di documenti e note, Sassari, 1897.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 492-501, nn. 4718-4807;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, pp. 764-772;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 82, 347, 388-398, 399;

R. Garzia, Enrico Costa, Cagliari, 1912 (Commemorazione tenuta al Teatro Civico di Sassari il 23 marzo 1910), sta anche in “Sardinia”, a. II, supplemento al n. 4-5, 10 aprile 1910.


 

137. Poeti popolari

 

137/1. Melchiorre Murenu

 

di Battista Ledda. Nato a Macomer nel 1803, morto nell’ottobre 1854. Nato in una famiglia non indigente, fu ridotto alla miseria dopo l’arresto e la scomparsa del padre, forse morto durante il carcere. Mentre i fratelli potevano andare servi, egli, reso cieco dal vaiolo all’età di tre anni, non poté trovare lavoro. Analfabeta quindi, ma dotato di memoria prodigiosa, elaborò una sua cultura attraverso l’assimilazione della cultura paesana e i discorsi dei predicatori. Divenne inoltre celebre nell’Isola per la sua vena di improvvisatore moralista e ironico, secondo l’umore e l’argomento. Poeta errante, si dice sia stato ucciso dai Bosani che, feriti dalla sua acre vena poetica, lo precipitarono per vendetta da una rupe.

 

Opere

-         Bendidu t’has su campu fioridu. Sas immondizias de Bosa, in P. Mossa, Flora amada, Ozieri, 1913;

-         Su chelvu in sa pischina, in P. Pisurzi, S’imbastu, Sassari, 1914;

-         Le più belle poesie dialettali sarde, Cagliari, 1925-29, fasc. 7;

-         S’anima domanda. Cumbidu a su peccadore a si convertire, foglio volante, Sassari, 1914;

-         Cantone sarda: sa creazione, foglio volante, Lanusei, 1912;

-         Su cunfessore e su penitente. Sos ingannos de su mundu, foglio volante, Sassari, 1902;

-         Su giudissiu universale, foglio volante, Sassari, 1902;

-         Sas tres rosas. Sa femina immodesta e isfrenada. S’amante costante. Avvertimentos de moralidade, Sassari, 1907;

-         Altre cantones in fogli volanti di vario luogo e data.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 206-207, nn. 12002-12018;

Il meglio della grande poesia in lingua sarda, a cura di M. Brigaglia, Cagliari, 1975, pp. 179-210.


 

137/2. Giovanni Filippo Pirisi Pirino (da Borutta)

 

Opere

-         Avvertimentos po su peccadore. S’incredula e s’avaru. Pro sa morte de Franciscu Melone de Bolotana, Cagliari, 1917;

-         Cantone sarda pro su disastru e graves dannos suzzessos in Quartu, Quartucciu, Selargius, Monserradu, Pirri e Cagliari (il 15 ottobre 1889), Cagliari, 1889;

-         Poesia sarda pro s’intera distrussione de su brigantaggiu in Sardigna, des mortos, costituidos e arrestados suzzessu in su 1889 e sa cundenna de Michele Moro de Gardone (Torrecorte), Lanusei, 1901;

-         Poesia sarda pro sa libertadi e su dibattimentu de su primu bandidu sardu Giuanne Tolu, Cagliari, 1917;

-         Poesia sarda pro sa terribile gherra europea de su 1914, 1915 e 1916, Cagliari, 1916;

-         Poesia sarda pro sos triunfos de sa regina sarda, Eleonora d’Arborea, Ozieri, 1902.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 416-417, nn. 13943-13949.


 

137/3. Giovanni Baracca

 

Opere

-         Poesie, con Prefazione di Enrico Costa, Sassari, 1889;

-         Fogli volanti vari.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 132, nn. 1269-1276.


 

137/4. Celestino Caddeo (da Dualchi)

 

Nato a Dualchi il 20.5.1862. Rimasto orfano di padre, notaio, fu allevato dalla madre Francesca Corda, anche lei poetessa e improvvisatrice di bellissimi mutos. Poté compiere solo gli studi ginnasiali. Poeta fin dalla più giovane età, divenne popolarissimo in Sardegna. Colpito da malattia, rimase privo di una gamba, rifiutò un impiego, preferendo vivere dolorosamente, chiuso in una poesia che trasse spesso ispirazione dalla sua menomazione. Continuatore, dopo il Mossa, della poesia logudorese, scrisse sonetti di vario argomento, tradusse in versi sardi Ovidio e Properzio. Molti suoi sonetti ritraggono la vita patriarcale dei villaggi sardi.

 

Opere

-         Vita di Eleonora d’Arborea sarda eroina, Canzone in dialetto logudorese, Oristano, 1889;

-         Canzoni sarde varie.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 237-238, nn. 2289-2304;

Libri e riviste. Sonetti dialettali, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 25 giugno 1914;

B. Pippia Murgia, Un poeta dialettale sardo: Celestino Caddeo, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 31 luglio 1929.


 

137/5. Giovanni Mari

 

Opere

-         Ninne nanne, filastrocche, giuochi, indovinelli, proverbi della Gallura, Bergamo, 1900.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 62, nn. 10643-10644.


 

137/6. Filippo Valla

 

Opere

-         Battorine satiriche e non amorose di Nuoro, s.n.t.;

-         Canti popolari nuoresi raccolti e annotati, Bergamo, 1892;

-         Canti popolari sardi, estratto, s.n.;

-         Altri scritti.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 456-458, nn. 19748-19760.


 

137/7. Canti popolari in dialetto logudorese a cura di Giuseppe Ferraro, vol. IX dei Canti e Racconti del popolo italiano a cura di D. Comparetti e A. d’Ancona, Torino, 1891

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 287, n. 2781.


 

137/8. Preziosa raccolta di poesie logudoresi, a cura del Dott. Salvatore Mele di Olzai. Dedicata all’On. Antonio Salandra, s.t., 1883

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 107, n. 11074.


 

137/9. Canti popolari sardi, raccolti e illustrati da Vittorio Cian e Pietro Nurra, Palermo, 1893

 

(v. P. Nurra, per biografia, opere e bibliografia, scheda n. 161).

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 394, n. 3797.


 

137/10. Canti popolari amorosi raccolti a Nuoro, a cura di Egidio Bellorini, Bergamo, 1893

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 151, n. 1458.


 

137/11. Canti popolari sassaresi

 

Opere

-         Canti popolari in dialetto sassarese, Cobbole, Cagliari, 1872;

-         Sassari. Canti popolari, 1872, Cagliari, 1873;

-         Canti popolari in dialetto sassarese con osservazioni sulla pronuncia del principe L. L. Bonaparte, Cagliari, 1873.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 286, nn. 2777; vol. IV, p. 76, n. 16224.


 

137/12. Sa scomuniga de predi Antiogu arrettori de Masuddas (in versi sardi campidanesi), Cagliari, 1888


 

138. Stanislao Manca (Stanis)

 

Giornalista.

 

Opere

-         Sardegna leggendaria. Vecchie cronache ed autentiche escursioni, Roma, 1910;

-         Gare poetiche in Sardegna, in “La lettura”, settembre 1909;

-         Altri scritti.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 25-26, nn. 10310-10320.


 

139. Pietro Amat di San Filippo

 

Nato a Cagliari il 1 ottobre 1822 e morto a Roma il 15 febbraio 1895. Di nobile famiglia, compì i suoi studi a Bologna, dove poté acquisire una solida preparazione umanistica. Entrato nell’Archivio di Cagliari vi lavorò per oltre vent’anni, raccogliendo prezioso materiale, che utilizzò poi per i suoi studi. Chiamato a Roma, al Ministero delle Finanze, da Quintino Sella, continuò tuttavia ad interessarsi di storia sarda. Ebbe continui rapporti con la Società geografica italiana.

 

Opere

-         Del commercio e della navigazione dell’isola di Sardegna nei secoli XIV e XV, Cagliari, 1865;

-         Delle colonie in Sardegna, specialmente di quelle stabilite sotto il governo sabaudo (1738-1824), Cagliari, 1867;

-         Indagini e studi sulla storia economica della Sardegna, Torino, 1903;

-         Annuario statistico e calendario generale dell’isola di Sardegna, per gli anni 1867-68, Cagliari, 1867-68;

-         Economia politica in Sardegna, Cagliari, s.a.;

-         Della schiavitù e del servaggio in Sardegna. Indagini e studi, Torino, 1894.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 34-35, nn. 326-338;

Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1960, vol. II, ad vocem.


 

140. Efisio Marcialis

 

Cavaliere, procuratore del Re a Nuoro. Antropologo criminale della scuola del Lombroso e del Niceforo.

 

Opere

-         Alcune prove del sollevamento della Sardegna nell’epoca quaternaria, Cagliari, 1890;

-         Elenco di alcuni animali rari da aggiungere alla fauna del Golfo di Cagliari, Cagliari, 1916;

-         Piccola flora spontanea nei dintorni di Cagliari, Cagliari, 1889;

-         Piccolo vocabolario sardo-italiano dei principali e più comuni animali della Sardegna, Cagliari, 1892;

-         Piccolo vocabolario sardo-italiano. Fauna del Golfo di Cagliari e fauna degli altri mari della Sardegna, Cagliari, 1914;

-         Saggio di un catalogo metodico colle denominazioni dialettali delle cinque classi di vertebrati della Sardegna, Roma, 1895.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 57-58, nn. 10602-10611;

G. Sotgiu, Lotte sociali e politiche nella Sardegna contemporanea (1848-1922), Cagliari, 1974, pp. 167-169.


 

141. Pompeo Calvia

 

di Salvatore Calvia Unali di Mores (architetto). Nato a Sassari nel 1857 e morto a Sassari il 7 maggio 1919. Timido e schivo, si guadagnò da vivere insegnando disegno al Convitto Nazionale di Sassari e facendo il copista all’archivio comunale.

Scrisse racconti, poesie, anche dialettali, e critiche d’arte su vari giornali e riviste. Fu conosciuto e apprezzato nell’isola da letterati e critici, come A. Scano, L. Falchi e R. Ugo.

 

Opere

-         Sassari mannu (poesie), Sassari, 1912;

-         Cristo morto in grembo al Padre Eterno (critica d’arte), in “La Piccola Rivista”, a. I, 1899, nn. 23-24, pp. 27 ss.;

-         Martirio di SS. Cosma e Damiano (critica d’arte), in “La Piccola Rivista”, a. I, 1899, n. 5, pp. 6 ss.;

-         Quiteria (racconto tratto dagli avvenimenti sardi del sec. XVI), in “Sardegna letteraria”, a. I, 1903, nn. 1-14; estratto, Sassari, 1903.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, p. 789;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, pp. 262-263, nn. 2533-2543;

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 436-444;

A. Deffenu, Epistolario 1907-18, Cagliari, 1972, p. XXIII;

L. Falchi, Un poeta dialettale sassarese, in “Natura ed arte”, Milano, 1893-94, a. III, n. dicembre.


 

142. Giuseppe Todde

 

Nato a Villacidro nel 1829 e morto a Cagliari il 7 gennaio 1897. Figlio di ricchi proprietari, compì i suoi studi a Cagliari, dove si laureò nel 1850 in giurisprudenza. Frequentò il corso completivo di economia politica a Torino, sotto la guida del Melegari, del Mancini e del Ferrara. Professore di economia politica e commerciale all’Università di Sassari, passò, dopo una breve parentesi modenese, a quella di Cagliari dove insegnò economia politica e diritto commerciale, e in seguito economia e statistica. Fu Rettore dell’Ateneo cagliaritano.

Consigliere comunale e membro di Giunta; consigliere provinciale. Collaborò a molti giornali isolani e continentali. Lasciò la sua ricca biblioteca all’Università di Cagliari (fondo Todde).

 

Opere

-         La Sardegna considerata dal lato economico, Firenze, 1895;

-         Ademprivi della Sardegna, in Enciclopedia Giuridica Italiana, 1882, vol. I, parte II, fasc. 9-10;

-         Le due scuole di economia politica (con riferimenti alla Sardegna), in “Rivista sarda”, Cagliari, 1875;

-         Emigrazione sarda, in “L’economista”, Firenze, 1896, a. XXIII, vol. XXVII, fasc. 1169;

-         Legislazione e regime forestale nell’isola di Sardegna, Sassari, 1860;

-         Socialismo e scienza, discorso inaugurale, Cagliari, 1882-83.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 393-394, nn. 19175-19186;

F. Spanu Satta, Due economisti sardi negli scritti di W. Pareto, in “Autonomia cronache”, 6 febbraio 1969, pp. 55-86;

Biografia, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 8 gennaio 1897.


 

143. Enrico Garau

 

Opere

-         Breve studio economico, agrario e sociale sull’isola di Sardegna, Sassari, 1896;

-         Per il miglioramento della Sardegna (Relazione e proposte al prefetto di Sassari), Sassari, 1896;

-         Quel che manca nel progetto dei provvedimenti per la Sardegna, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1907, nn. 49-51;

-         Il rinnovamento della Sardegna e l’attuale movimento agricolo economico, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1905, n. 304.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 304-305, nn. 7792-7799.


 

144. Pasquale Cugia

 

Nato a Quartu S. Elena il 18 maggio 1827 e morto a Cagliari il 25 febbraio 1905. Interruppe gli studi nella facoltà di Giurisprudenza, per conseguire il diploma di geometra. Entrato a far parte della sezione degli ingegneri e geometri della Sardegna, lavorò alla formazione della carta geografica dell’isola.

Contribuì anche alla formazione del catasto, che era stato ordinato con legge del 1851.

 

Opere

-         Sulle devoluzioni del damanio per debiti d’imposta in Sardegna, Salerno, 1882;

-         Nuovo itinerario dell’isola di Sardegna, Ravenna, 1892;

-         Guida pratica di Cagliari, Cagliari, 1902.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 752-753;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 519-520, nn. 4983-4989;

P. Cugia, Cenno biografico, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1905, vol. I, pp. 443 ss.


 

145. Giuseppe Palomba

 

di Salvatore (primo presidente della Corte d’Appello) e di Caterina Miglior. Nato a Cagliari il 22 aprile 1830 e morto a Cagliari il 25 gennaio 1914. Di famiglia agiata, compì i suoi studi a Cagliari, dove si laureò in giurisprudenza. Avvocato, segretario generale della Camera di Commercio. Amico di Zanardelli, coccortiano, fu consigliere comunale, consigliere provinciale, deputato al Parlamento. Collaborò con vari scritti a “L’Unione sarda”.

 

Opere

-         Studi economico-sociali, Cagliari, 1895;

-         Studi storico-statistici sull’annessione della Sardegna al Piemonte, Cagliari, 1901;

-         Discorso pronunciato il 25 novembre 1883 al banchetto elettorale offertogli nel Teatro Civico di Cagliari, Cagliari, 1883;

-         Discorso alla Camera sul trattato di commercio con la Francia, 5 maggio 1882;

-         Relazione letta alla Camera di Commercio di Cagliari sulle industrie e sul commercio della provincia di Cagliari negli anni 1889-90-91, Cagliari, 1892;

-         Relazione sopra la statistica e l’andamento dell’industria e del commercio della provincia di Cagliari nel biennio 1870-71, Cagliari, 1875.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 310-314, nn. 12962-12990;

Cenni biografici, in “Avvenire di Sardegna”, Cagliari, 26 ottobre1882;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

146. Giampietro Chironi

 

di Giovanni Maria e di Francesca Fois. Nato a Nuoro il 6 ottobre 1855 e morto a Torino il 1 ottobre 1918. Laureatosi in giurisprudenza a Cagliari, insegnò diritto civile dal 1881 a Pisa e dal 1885 a Torino, dove si stabilì. Fu collega di C. Fadda e maestro di Einaudi, Iannaccone e Ruffini. Fu varie volte rettore dell’Università di Torino e membro di numerose Accademie in Italia e all’estero.

Sindaco di Torino, deputato, senatore. Cattolico, combattè il positivismo e si schierò sempre contro l’istituzione del divorzio in Italia.

 

Opere

-         Delle servitù nel diritto romano, Cagliari, 1880;

-         Della collazione, Cagliari, 1881;

-         Le Università e la scienza, Siena, 1884;

-         Della colpa nel diritto civile odierno, Torino, 1892;

-         La teoria generale del diritto di pegno. Privilegi ed ipoteche, Torino, s.a.;

-         Di alcune riforme sociali nella legislazione e nell’antico diritto sardo, in “Studi giuridici in onore di Carlo Fadda”, vol. II, pp. 151 ss.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 507-516;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 391, n. 3768;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

147. Giacinto Satta (dottor Pamfilo)

 

Nato a Orosei nel 1851 e morto a Bosa nel 1912. Professore di francese, pittore e scrittore sotto lo pseudonimo di “dottor Pamfilo”. Conosciuto soprattutto come pittore, fu il primo ad introdurre in Sardegna, da Parigi, dove visse per anni, la corrente impressionista. Dei suoi scritti, si può rilevare un romanzo, ambientato nei bassifondi sassaresi, ispirato ai romanzi di Sue.

Sindaco di Nuoro, si scontrò in una lunga polemica con i maggiorenti della città.

 

Opere

-         Il tesoro degli Angioini, Sassari, 1907.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, p. 784;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 48, n. 16297.


 

148. Ottone Bacaredda

 

di Efisio e di Efisia Poma. Nato a Cagliari il 20 dicembre 1849 e morto a Cagliari il 26 dicembre 1921.

Laureato in giurisprudenza, insegnò diritto penale nell’Università di Cagliari. Si interessò di letteratura, poesia, anche dialettale, storia, filosofia e giornalismo. Scrisse commedie, racconti e romanzi.

Come sindaco di Cagliari curò l’abbellimento della città secondo un’etica borghese, che gli valse continui attacchi da parte del giornale locale “Il paese”, soprattutto dopo i moti del 1906, causati dal malessere economico, che travagliava la città. Fu anche per un triennio deputato al Parlamento.

 

Opere

-         L’Ottantanove cagliaritano. Note di cronaca, Cagliari, 1909;

-         La donna di fronte alla legge penale, Cagliari, 1877;

-         Amico d’infanzia (commedia), Cagliari, 1879;

-         Bozzetti sardi, Cagliari, 1881;

-         Roccaspinosa, Genova, 1874;

-         Racconti in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 780-783;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 115-117, nn. 1098-1118;

R. Carta Raspi, Bacaredda Ottone, romanziere (Biografia), in Artisti, poeti e prosatori di Sardegna. I contemporanei, Cagliari, 1927.


 

149. Efisio Argiolas

 

Opere

-         La Sardegna al secolo VI e il pontificato di S. Gregorio Magno (Studi critici sulla storia sarda), Roma, 1904.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 74, n. 704-708.


 

150. Francesco Pais Serra

 

Nato a Nulvi (Sassari) nel 1837 e morto a Roma nel 1924. Deputato di Sassari e Ozieri dalla XV alla XXIV legislatura. Garibaldino combattè a Mentana e in numerose altre campagne per l’indipendenza italiana. Repubblicano e democratico, fondò e diresse a Bologna numerosi giornali. Per le sue posizioni politiche fu spesso arrestato e processato. Nella sua casa, centro dell’attività repubblicana in Romagna, si ritrovavano il Carducci, il Fortis, il Fratti, ecc. In seguito passò nelle file dei costituzionali e, pur sedendo alla Camera all’estrema sinistra, votò generalmente a favore del governo. Membro di varie commissioni, fu da Giolitti incaricato di svolgere un’inchiesta sulle condizioni della Sardegna. Volontario nella guerra 1915-18, raggiunse il grado di maggiore generale.

 

Opere

-         Relazione dell’inchiesta sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna, Roma, 1896;

-         Pro veritate. Risposta ad un ordine del giorno della società progressista di Sassari, Roma, 1880;

-         Sulla crisi agraria (in Sardegna), discorso alla Camera dei Deputati, tornata 13 marzo 1885, Roma, 1885;

-         Sulle condizioni della sicurezza pubblica in Sardegna, Interpellanza alla Camera dei Deputati, Roma, 1883;

-         Discorsi pronunziati alla Camera dei Deputati nelle tornate 2 e 28 maggio e 8 giugno 1885, Roma, 1885.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 305-306, nn. 12917-12924;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

151. Atti della commissione parlamentare d’inchiesta sulla condizione degli operai nelle miniere di Sardegna, Roma, 1911


 

152. Salvatore Farina

 

di Agostino (procuratore del Re) e Chiara Oggiano. Nato a Sorso il 10 gennaio 1846 e morto a Milano il 15 dicembre 1918. Trascorse la sua infanzia a Tempio, a Nuoro e a Sassari, dove ebbe come compagno ed amico Enrico Costa. Orfano di madre a 11 anni, a 14 seguì il padre in Piemonte, dove compì irregolarmente gli studi liceali, ma poté frequentare assiduamente il teatro, e se ne entusiasmò tanto da pensare di fare l’attore egli stesso.

Iscritto alla facoltà di giurisprudenza a Pavia, scrisse allora il suo primo romanzo e collaborò a vari giornali letterari.

Si laureò a Torino nel 1868, col proposito di dedicarsi però completamente alle lettere. Acquistò ben presto larga fama in Italia e all’estero, dove i suoi romanzi venivano tradotti.

Intraprese anche con un certo successo l’attività industriale di tipo chimico-farmaceutico, senza però tralasciare la sua attività di romanziere.

 

Opere

-         Capelli biondi (romanzo), Torino, 1879;

-         Che dirà il mondo (romanzo), Milano, 1893;

-         Fino alla morte (romanzo), Milano, 1903 (?);

-         Frutti proibiti. Fiamma vagabonda  (romanzo), Milano, 1892;

-         Nodi e catene. Sino alla morte (romanzo), Milano, (1902);

-         Le tre commedie della vita: Commedia allegra; Capelli bianchi; Bugie senza peccato, Milano, s.a.;

-         Altri romanzi e racconti pubblicati in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 455-476;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 208-214, nn. 6907-6970;

Cenni biografici, in “Rivista sarda”, Roma, a. I, gennaio 1919, pp. 29-32;

in “Il Nuraghe”, Cagliari, a. V, 1927, n. 2, p. 14.


 

153. Sebastiano Satta

 

di Antonio (Avvocato) e di Raimonda Gungui. Nato a Nuoro il 21 maggio 1867 e morto a Nuoro il 29 novembre 1914. Rimasto orfano di padre ancora bambino, frequentò le elementari e il ginnasio a Nuoro, il liceo e l’Università a Sassari. Giornalista, amico di Attilio Deffenu, ebbe frequenti rapporti con il gruppo dei socialisti sassaresi.

Diresse il giornale “L’Isola”.

Intrapresa la carriera forense, acquistò presto fama di valente penalista.

La sua poesia si ispira prevalentemente al suo credo politico e alla vita del popolo barbaricino.

 

Opere

-         Canti barbaricini, Roma, 1910;

-         Canti del salto e della tanca, Cagliari, 1924;

-         G. Chiesi – S. Satta, Un’intervista coi banditi Derosas, Delogu e Angius, Sassari, 1894;

-         Scritti e poesie in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura di Sardegna, Cagliari, 1954, p. 514;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 533-542;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 389, n. 3754; pp. 85-93, nn. 16305-16387.


 

154. Grazia Deledda

 

di Giovanni e di Francesca Cambosu. Nata a Nuoro il 27 settembre 1871 e morta a Roma il 15 agosto 1936. Trascorse a Nuoro una giovinezza travagliata, durante la quale esordì con alcune novelle, apparse su modesti giornali e riviste. Nel 1900, dopo il suo matrimonio, si trasferì a Roma.

I suoi numerosissimi scritti, ispirati alla vita agro-pastorale della Barbagia le diedero larga fama in Italia e all’estero. Fu in corrispondenza con i maggiori scrittori dell’epoca. Ottenne nel 1926 il premio Nobel per la letteratura.

I suoi romanzi, tradotti in moltissime lingue, l’hanno fatta considerare la maggiore espressione della letteratura sarda del 1900.

Morta a Roma, la sua salma fu trasportata a Nuoro, dove ebbe solenni cerimonie.

 

Opere

-         Elias Portolu (Romanzo), Torino, 1903;

-         Cenere (Romanzo), Milano, s.a.;

-         I giuochi della vita (Novelle), Milano, 1905;

-         Amori moderni (Novelle), Roma, 1907;

-         L’edera (Romanzo), Firenze, 1908;

-         Colombi e sparvieri (Romanzo), Milano, 1912;

-         Canne al vento (Romanzo), Milano, 1915;

-         Marianna Sirca (Romanzo), Milano, 1915;

-         La madre (Romanzo), Milano, 1920;

-         Cosima (Romanzo), Milano, 1947;

-         Altri, numerosissimi, romanzi e novelle.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 543-566;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 56-65, nn. 5498-5582;

Numerosi scritti di critica letteraria.


 

155. Giovanni Dettori

 

Economista.

 

Opere

-         Agricoltura e credito in Sardegna (prime linee di un’inchiesta sulle condizioni economico sociali della Sardegna), in “Studi economico-giuridici dell’Università di Cagliari”, Cagliari, a. II, 1910;

-         Movimento commerciale e di navigazione nei porti della provincia di Cagliari per gli anni dal 1881 al 1912, Cagliari, 1913;

-         Movimento commerciale e di navigazione nei porti della provincia di Cagliari dal 1913 al 1921, Cagliari, 1924.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 106-108, nn. 5969-5982.


 

156. Atti del primo Congresso Regionale Sardo, tenuto in Roma, in Castel sant’Angelo, dal 10 al 15 maggio 1914 ed organizzato dall’Associazione tra i sardi in Roma, Roma, 1914


 

157. Efisio Ardu Onnis

 

Opere

-         La Sardegna preistorica, in “Atti della società romana di antropologia”, Roma, vol. VI, 1899;

-         Anomalie fisiche e degenerazione nell’Italia “barbara” contemporanea (Sardegna), in “Archivio per l’antropologia e l’etnologia”, 1903, vol. XXXIII, fasc. 3, pp. 447-532;

-         Contributo all’antropologia della Sardegna. Nota I. Note di antropometria, in “Atti della Società romana di antropologia, Roma, 1896, vol. III, pp. 16 ss.;

-         Per la Sardegna preistorica, in “Atti della Società romana di antropologia”, Roma, 1903, vol. X, fasc. 1-2.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 69-71, nn. 656-671.


 

158. Antonio Taramelli

 

di Torquato. Nato ad Udine il 14 novembre 1868 e morto a Roma il 7 maggio 1939.

Di famiglia borghese di tradizioni risorgimentali, il Taramelli si laureò in lettere a Pavia. Dopo diversi incarichi, fu dal 1902 direttore del Museo di Cagliari. Si interessò agli scavi punici di S. Avendrace a Cagliari, di Sulcis, Cornus e Bitia, ai monumenti nuragici di Paulilatino, Abbasanta, Sarroch, ai sepolcreti di Anghelu Ruju (Alghero) e di Santa Lucia (Bonorva). Le sue ricerche furono determinanti per la conoscenza dei riti funerari sardi. Si devono a lui inoltre i restauri di vari monumenti medioevali in Sardegna.

Insegnò archeologia nell’Università di Cagliari e nel 1923 divenne sovrintendente delle opere di antichità e arti della Sardegna. Fu membro di numerose Accademie ed Istituti archeologici, tra i quali l’“Istituto archeologico germanico” e il “Regio istituto italiano di archeologia ed arte” di Roma.

 

Opere

-         La ricerca archeologica in Sardegna, in “Il Convegno archeologico in Sardegna”, Reggio Emilia, 1926;

-         Scritti in “Notizie e scavi”, Roma, 1903-31;

-         Scritti in “Monumenti Antichi dei Lincei”, Roma, 1907-31;

-         Cagliari romana, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1906, vol. II, pp. 17-35.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 339-364, nn. 18683-18900;

G. Lilliu, La civiltà dei Sardi dal neolitico all’età dei nuraghi, Torino, 1947, pp. 104, 115, 359, 360, 363, 365, 367, 368, 371;

G. Della Maria, Storia e scritti de “L’Unione sarda” (1889-1958), Cagliari, 1948, vol. I, p. 19;

V.C., È morto il senatore A. Taramelli, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 9 maggio 1939.


 

159. Filippo Nissardi

 

Morto nel luglio del 1922. Discepolo dello Spano, si dedicò con modestia ed entusiasmo agli studi archeologici, in cui profuse gran parte del suo patrimonio. Collaboratore del Mommsen e del Pais, coadiutore del Taramelli e di Dionigi Scano.

Nel 1878, su proposta del Mommsen, fu nominato Socio corrispondente dell’Imperiale Istituto Archeologico Germanico.

Riordinò con scrupoloso studio le suppellettili del Museo Acheologico di Cagliari, e riunì la più grande collezione di monete che l’isola possa vantare.

 

Opere

-         Nuraghi, domus de gianas e tombe di giganti riconosciuti nell’agro del comune di Bitti, in “Notizie e scavi”, Roma, 1901;

-         Un’oscura pagina di storia sarda sul giudicato d’Arborea, in relazione ad alcuni monumenti epigrafici, in “Bu.B.S.”, Cagliari, 1902, vol. II, pp. 54-56, 81-83; 1903, vol. III, pp. 69-74;

-         Rinvenimento di tombe di età romana e cristiana a Baressa, in “Notizie e scavi”, Roma, 1904;

-         Scavi in Sardegna. Scoperta di ceramiche medioevali, estratto da “Gallerie nazionali italiane”, Roma, 1897.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 239-241, nn. 12315-12333;

F. Loddo Canepa, Filippo Nissardi, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 19 luglio 1922.


 

160. Dionigi Scano

 

Di Giovanni Scano Loy (giudice) e Angela Caboni (figlia di Stanislao Caboni). Nato a Sanluri il 23 febbraio 1867 e morto a Cagliari il 16 novembre 1949. Dopo aver frequentato il liceo a Cagliari, lo Scano si laureò in ingegneria civile nella Scuola di applicazione di Torino.

Ebbe un incarico presso l’Ufficio regionale dei monumenti, poi, per incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, eseguì l’inventario degli edifici della Sardegna. In questa occasione poté percorrere tutta la Sardegna e, in 15 anni di lavoro, ricercare le opere d’arte, studiandone le forme costruttive e la storia. Eseguì numerosi rilievi e restauri, fra i quali la Torre di San Pancrazio a Cagliari, la chiesa di Simbranus presso Bulzi e la basilica di San Gavino a Portotorres, che furono riportate alla loro forma originaria. Si occupò anche di storia della Sardegna.

 

Opere

-         Storia dell’arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari-Sassari, 1907;

-         Forma Karalis. Stradario storico della città e dei sobborghi di Cagliari dal XIII al XIX secolo, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1922, vol. XIV, pp. 3-172;

-         La Cattedrale di Cagliari, Cagliari, 1902;

-         Il processo di Sigismondo Arquer, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1933, vol. XIX;

-         La Sardegna nelle lotte mediterranee del sec. XVI, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1936, vol. XX, fasc. 1-2;

-         Serie cronologica dei giudici sardi, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1940;

-         Altri numerosi articoli su “Archivio storico sardo”, “La Regione”, “L’Unione sarda”, “Mediterranea”, “Studi sardi”, ecc.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 519-532;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, pp. 108-113, nn. 16542-16579;

R. Carta Raspi, Artisti, poeti e prosatori di Sardegna, Cagliari, 1927, pp. 179-181.


 

161. Pietro Nurra

 

di Severino e di Carmina Trova. Nato ad Alghero il 5 dicembre 1871. Laureato in Giurisprudenza, fu prima bibliotecario a Sassari, poi a Milano e diresse infine la Biblioteca Universitaria di Genova. Si deve a lui la scoperta di vari manoscritti di Gerolamo Serra e degli autografi Littardi Sauli, fonti per la conoscenza della storia del Risorgimento.

Dedicò i suoi studi, oltre che alla biblioteconomia, alla storia ligure del Risorgimento e a quella della letteratura popolare sarda.

 

Opere

-         Antologia dialettale dei classici poeti sardi: G. Araolla, M. Madau, P. Pisurzi, G. Pes, L. Cubeddu, E. Pintor Sirigu, F. Manno, P. Mossa, Sebastiano Branca, Sassari, 1898;

-         Canti popolari in dialetto sassarese, in “Archivio tradizioni popolari”, vol. XII, 1893, pp. 220-241;

-         Banditi De Rosas e Angius nella poesia popolare (sarda), in “Nuova Sardegna”, Sassari, 25 settembre 1894.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 260-261, nn. 12498-12512;

F. Scarano, Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma, 1940, ad vocem.


 

162. Raffa Garzia

 

di Raimondo (amministratore e comproprietario de “L’Unione sarda). Nato a Cagliari il 10 aprile 1877 e morto a Bologna il 18 novembre 1938. Scrittore e giornalista, si occupò della letteratura, della storia, del folklore e della linguistica sarde.

Diresse “L’Unione sarda” dal 1904 al 1912 e fondò il “Bullettino Bibliografico sardo”.

Docente nell’Università di Cagliari, si deve a lui il primo numero degli Annali della Facoltà di Lettere.

Fu anche docente all’Università di Bologna e nella scuola superiore di Imola.

 

Opere

-         Pagine staccate della raccolta di 800 mutettus trascritti foneticamente ed illustrati, Cagliari, 1912;

-         Mutettus cagliaritani, Bologna, 1919;

-         Il canto d’una rivoluzione, Piacenza, 1899;

-         Un poeta latino del Settecento: Francesco Carboni, Cagliari, 1900;

-         Dopo il teatro, Cagliari, 1913;

-         Gerolamo Araolla, Bologna, 1914;

-         Sebastiano Satta, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1931, vol. XVIII;

-         Per la storia della stampa in Sardegna, in “Bu.B.S.”, Cagliari, 1904, vol. IV, pp. 55-61;

-         Scritti vari in “Bu.B.S.”, Cagliari, 1901-1905, Bologna, 1906-1913.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 309-315, nn. 7838-7899;

G. Della Maria, Storia e scritti de “L’Unione sarda” (1889-1958), Cagliari, 1968, vol. I, pp. LXIII-LXXXIV.


 

163. Ettore Pais

 

di Michele Pais Zatrillas e di Carolina Tronchero. Nato a Borgo San Damiano (Cuneo) il 27 luglio 1856 e morto a Roma il 28 marzo 1939. Di famiglia appartenente all’antica nobiltà sarda, benché nato in Piemonte, il Pais si sentì sardo di origine e di elezione. Laureatosi a Firenze nel 1878, fu professore di ginnasio a Sassari e direttore di quel Museo Archeologico. Diresse poi il Museo Archeologico di Cagliari e collaborò col Mommsen.

Insegnò storia all’Università di Palermo, Pisa e Napoli. In questa città ebbe anche la direzione del Museo Nazionale e degli scavi di Pompei. Ebbe poi la cattedra a Roma e nel 1905 si recò negli Stati Uniti per insegnarvi storia e diritto romano.

 

Opere

-         La Sardegna prima del dominio romano (Studi storici ed archeologici), in “Atti dell’Accademia dei Lincei”, estratto, Roma, 1881;

-         Storia della Sardegna e della Corsica durante il periodo romano, Roma, 1923;

-         Considerazioni sul significato pratico delle guerre puniche in Sardegna, in “Rassegna italiana”, Roma, aprile 1925;

-         Civiltà dei nuraghi e sviluppo sociologico della Sardegna, Cagliari, 1911.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 493-506;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, pp. 300-305, nn. 12868-12915;

R. Carta Raspi, Artisti, poeti e prosatori di Sardegna, Cagliari, 1927.


 

164. Carlo Aru

 

Nato a Cagliari nel 1881 e morto a Torino il 5 maggio 1958. Ispettore dal 1909 alla Soprintendenza ai monumenti della Sardegna, divenne in seguito Direttore dell’Istituto d’Arte medioevale e moderna. Riordinò il museo artistico di Cagliari e curò il restauro di vari monumenti in tutta l’Isola.

Nel 1924 insegnò Storia dell’Arte all’Università di Cagliari. Trasferitosi a Torino con l’incarico di Soprintendente alle Gallerie per il Piemonte, riordinò la pinacoteca sabauda. A Torino assunse anche la presidenza dell’Accademia albertina di Belle Arti.

 

Opere

-         L’arte in Sardegna, in “Guida generale della Sardegna”, Milano, 1914-15;

-         Un primo dicumento per la storia dell’architettura in Sardegna nel Rinascimento, in “Mediterranea”, Cagliari, dicembre 1930, a. IV, n. 12, pp. 1-6;

-         La pittura sarda nel Rinascimento, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1924, pp. 1-25; 1925, pp. 161-223;

-         La pittura sarda nei secoli XV e XVI, Relazione al X Congresso internazionale di storia dell’arte, Roma, 1912;

-         Il maestro di Castelsardo, in “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia della R. Università di Cagliari”, Cagliari, 1926-27;

-         Altri numerosi articoli di storia dell’arte in “Fontana viva”, “Il Nuraghe” e in altri giornali e riviste italiane e straniere.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 878-881;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 82-84, nn. 780-798.


 

165. Francesco Cocco-Ortu

 

Figlio dell’Avv. Giuseppe Cocco Mulas (originario di Benetutti) e di Berta Ortu Mereu. Nato a Cagliari il 22.10.1842 e morto a Roma il 4.3.1924. Visse in famiglia un’atmosfera di studi e di cultura, vivificati dallo spirito politico del nonno materno, che aveva partecipato ai moti del 1812, e dai cui discorsi il giovane Francesco apprese l’interesse per la vita politica. Ancora studente collaborò all’“Imparziale”, diretto da Gavino Fara e fondò egli stesso “La Bussola”, di ispirazione liberale, che uscì dal 3.10.1862 a tutto il 1863. Acquistò larga fama come avvocato, fatto che gli giovò anche nella carriera politica tanto che, appena sentisettenne, fu eletto sindaco di Cagliari, carica che ricoprì egregiamente, mostrando di conoscere le nuove esigenze della città. Dimostrò inoltre di essere buon conoscitore dei problemi dell’Isola, durante l’inchiesta parlamentare del 1871. Fu eletto più volte deputato, fu collaboratore e consigliere dello Zanardelli, Segretario Generale (sottosegretario), ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio, prima, poi alla Giustizia e ancora agli Interni. Contrario al sistema elettorale con il metodo della proporzionale, tenne su questo argomento un discorso polemico il 14.7.1919; mentre il suo più noto discorso fu tenuto il 10.8.1922 a favore dello Stato democratico. Ormai vecchio, inutilmente tentò di arginare l’affermazione fascista, intervenendo al Quirinale il 28.10.1922 per ottenere dal re la proclamazione dello stato d’assedio per la salvezza delle istituzioni democratiche, di cui fu convinto assertore anche durante la dittatura fascista.

 

Opere

-         Elezioni in Sardegna. Ricordi e profili, Cagliari, 1870;

-         Relazioni alla Camera, proposte di legge, scritti vari e discorsi.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 431-453;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 407-408, nn. 3922-3935;

Atti parlamentari (1878-1924);

F. Loddo Canepa, I giuristi sardi del sec. XIX, estratto da “Augusta”, numero unico del 28.10.1937;

G. Curis, Un grande parlamentare: Francesco Cocco-Ortu, in “Il Ponte”, Firenze, settembre-ottobre 1951, nn. 9-10, pp. 1056-1068;

Biografia di F. Cocco-Ortu su “L’Avvenire di Sardegna”, Cagliari, 27.10.1882;

Biografia di F. Cocco-Ortu su “Sardegna nova”, novembre 1922, fasc. 4, pp. 1-5;

Biografia di F. Cocco-Ortu su “L’Unione sarda”, Cagliari, 5.3.1929, n. 55;

Biografia di F. Cocco-Ortu in “Il giornale d’Italia”, Roma, 7.3.1929, n. 57;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

166. Luigi Congiu

 

Nato a Macomer nel 1855 e morto a Cagliari nel 1928 o nel 1930. Avvocato, cognato di F. Cocco-Ortu e suo seguace, fu deputato per varie legislature e dal febbraio 1922 sottosegretario ai Lavori Pubblici nel secondo gabinetto Facta.

 

Opere

-         Giovanni Francesco Fara. Discorso letto per l’Accademia letteraria la sera del 26 marzo 1876, in “Festa in commemorazione degli illustri sardi”, Cagliari, 1876;

-         Commemorazione degli illustri sardi (seconda) celebrati in Bosa il dì XII agosto MDCCCLXXVII, Cagliari, 1878.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 440-441, nn. 4231-4236;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

167. La propaganda repubblicana e radicale

 

167/1. Michele Saba

 

di Giovanni. Nato a Ossi il 14 luglio 1891. Laureato in Giurisprudenza. Giornalista. È stato redattore per la Sardegna de “Il Giornale d’Italia”. Ha collaborato a “La voce repubblicana”, “Il resto del Carlino”, “Il lavoro”, “Il Nuraghe”, “Studi sassaresi”.

 

Opere

-         Articoli su vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 8-9, nn. 15614-15622;

Notizie biografiche, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 15 aprile 1929, a. VII, n. 74.

 

167/2. Mario Berlinguer

 

167/3. Pietro Satta Branca (?)

 

167/4. Dino Cannas (?)


 

167/5. Umberto Cao (Y. K.)

 

Nato nel 1872, morto a Cagliari il 2 agosto 1959. Compiuti gli studi universitari a Torino, giunto a Cagliari, volle fondare insieme ad alcuni amici, ma con scarsi mezzi, un giornale quotidiano che ebbe poca fortuna. Deluso dalla vita politica, si dedicò all’insegnamento universitario di diritto processuale.

Durante la prima guerra mondiale diffuse uno scritto autonomistico, che gli valse il riconoscimento di antesignano del movimento autonomistico e del Partito Sardo d’Azione.

Eletto deputato alla Camera nelle liste sardiste, assunse una posizione di netto rifiuto al fascismo. In seguito da questa posizione di netto contrasto, assunse una posizione di consenso, illuso forse, come molti altri, dalle promesse in favore dell’Isola, fatte dal governo.

 

Opere

-         Per l’autonomia, Cagliari, 1918.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 293-294, nn. 2848-2858.


 

168. Egidio Pilia

 

di Battista e Anna Loi. Nato a Loceri il 22 ottobre 1888 e morto a Roma il 25 luglio 1938. Laureatosi in giurisprudenza a Cagliari nel 1910, conseguì nel 1918 a Roma anche la laurea in filosofia. Insegnò prima lettere, poi filosofia e pedagogia negli istituti medio-superiori di Cagliari.

Sardista, anticomunista, in una riunione tenutasi a Cagliari nel 1921, propose agli esponenti del Partito Sardo d’Azione la separazione della Sardegna dallo stato italiano in caso di vittoria del bolscevismo.

Costretto, durante il fascismo, a lasciare l’insegnamento, si trasferì a Lanusei, dove esercitò la professione d’avvocato.

 

Opere

-         Scritti vari, in “Sardissima”, Cagliari, 1 luglio 1920, a. I, n. 1;

-         L’autonomia sarda. Basi, limiti e forme, Cagliari, 1920;

-         Lucifero da Cagliari e la filosofia sarda medioevale, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 1928, a. VI, nn. 63-64, 65, 66, 67;

-         Tisi dell’anima sarda, inedito;

-         La letteratura narrativa in Sardegna: il romanzo e la novella, Cagliari, 1927.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 936-939;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 381-383, nn. 13603-13626;

Articolo biografico su “Il Nuraghe”, Cagliari, 15 aprile 1929, a. VII, n. 74.


 

169. Giovanni Maria Lei-Spano

 

Nato a Ploaghe e morto a Milano nell’ottobre 1935.

 

Opere

-         La questione sarda, con dati originali e prefazione di L. Einaudi, Torino, 1922;

-         Giovanni Spano, notizie biografiche, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1912, n. 355; 1913, nn. 1-2;

-         Provvedimenti per la Sardegna, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1914, n. 106;

-         Sardegna economica di guerra, Sassari, 1919.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, pp. 504-505, nn. 9504-9509.


 

170. Carlo Fadda

 

Di Antonio (avvocato) e Rita Zucca. Nato a Cagliari l’11 novembre 1853 e morto a Roma il 31 agosto 1931. Laureatosi a Torino in giurisprudenza, esercitò per breve tempo l’avvocatura nello studio paterno a Cagliari. Intraprese la carriera universitaria, insegnando Diritto romano all’Università di Macerata, poi a Genova ed infine dal 1895 al 1924 a Napoli, dove fu anche rettore. Come studioso di diritto appartenne alla scuola tedesca; aveva a suo tempo contestato le teorie di Lombroso sui caratteri ereditari e la predisposizione personale al delitto. Nel 1912 fu nominato senatore. Antifascista, si oppose nel 1924 all’approvazione di leggi fasciste. Presidente dell’Unione Nazionale, fondata da Giovanni Amendola, diresse il congresso di Roma dopo il delitto Matteotti. Per il suo antifascismo e il suo mancato giuramento al regime, fu perseguitato e destituito dalla cattedra universitaria.

 

Opere

-         Sulla dottrina della Novazione. Appunti di diritto romano, Cagliari, 1880;

-         L’equità e il metodo nel concetto dei giureconsulti romani, Macerata, 1881;

-         Altri numerosi saggi ed articoli di diritto.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 477, 492.


 

171. Attilio Deffenu

 

Di Giuseppe e Giovanna Sechi. Nato a Nuoro il 28 dicembre 1890 e morto a Fossalta di Piave il 16 giugno 1918. Nato in una famiglia fortemente politicizzata, manifestò sin da ragazzo vivi interessi culturali e politici. Entrato in contatto con gli esponenti democratici e socialisti che facevano capo a Sebastiano Satta, fu socio fondatore del primo circolo socialista nuorese (1907). Trasferitosi a Sassari, collaborò al settimanale “La Via”. Nel 1908, iscrittosi a Pisa nella facoltà di giurisprudenza, si inserì nei circoli di sinistra della città toscana. Collaborò alla rivista anarchica “Il Pensiero”, e a “La Lupa” di Paolo Orano. Laureatosi con una tesi su “La teoria marxista della concentrazione capitalistica”, tornò a Sassai, dove Michele Saba gli offrì la corrispondenza per la pagina sarda del “Giornale d’Italia”, di cui il Deffenu, sotto lo pseudonimo di Elia Spina, si servì come di un’arma politica per agitare i gravi problemi della Sardegna. Il Deffenu iniziò in questo periodo un’intensa corrispondenza con Nicolò Fancello. Trasferitosi a Milano nel 1913, divenne il legale dell’Unione sindacale e nel 1914 fondò la rivista “Sardegna”.

Interventista, prese parte, nella Brigata Sassari, alla prima guerra mondiale e vi trovò la morte in combattimento a soli 27 anni.

 

Opere

-         Noi e gli altri, in “L’Avanguardia”, 12 dicembre 1914;

-         La Sardegna di fronte al nazionalismo e al protezionismo, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1913, n. 113;

-         Epistolario 1907-18, a cura di M. Ciusa Romagna, Cagliari, 1972;

-         Scritti in varie riviste e giornali;

-         Teoria marxista del valore-lavoro, inedito;

-         La tendenza dei profitti al pareggiamento, inedito.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 40, nn. 5341-5344;

C. Bellieni, Attilio Deffenu e il socialismo in Sardegna, Cagliari, 1925;

Id, articolo in “Volontà”, Cagliari, 30 settembre 1921;

L. Del Piano, Attilio Deffenu e la rivista “Sardegna”, Sassari, 1963;

M. Ciusa Romagna, Rapporti tra intellettuali e artisti in Sardegna, in “Ichnusa”, Sassari, 1958, n. 23;

G. Sotgiu, Alle origini della questione sarda, Cagliari, 1967.


 

172. Paolo Orano

 

Di Giuseppe e di Maria Fiorito Bertì. Nato a Roma il 15 giugno 1875 e morto a Padula nel 1944. Professore di filosofia nei licei, giornalista, scrittore. Come socialista fu redattore dell’“Avanti!” e come sindacalista fondò “La Lupa”, giornale di ispirazione soreliana. Nazionalista convinto, andò volontario in guerra (1915-18) e al ritorno militò per breve tempo nel Partito Sardo d’Azione, di cui fu uno dei rappresentanti in Parlamento. Aderì poi al fascismo. Insegnò storia e dottrina del fascismo all’Università di Perugia, di cui fu anche rettore. Nel 1939 fu nominato senatore del Regno. Lasciò molti scritti di sociologia, politica, critica storica e letteraria.

 

Opere

-         I contemporanei, Milano, 1928;

-         Fantastica egemonia (sarda), in “L’Unione sarda”, Cagliari, 14 luglio 1923;

-         Gabriel Gavino, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 15 febbraio-15 marzo 1924;

-         Noi sardi, in “Rivista sarda”, Cagliari, 1919;

-         Psicologia della Sardegna, Roma, 1892;

-         Il rinnovamento della Sardegna. A proposito della relazione Pais sulla Sardegna, Firenze, 1897;

-         Il precursore italiano di K. Marx, Roma, 1889;

-         Nel solco della guerra, Milano, 1915;

-         La Sardegna. Analisi nuove, in “Italia moderna”, 1904, pp. 522-546.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 275-278, nn. 12642-12648;

A. Deffenu, Epistolario 1907-18, a cura di M. Ciusa Romagna, Cagliari, 1972, pp. 52, 54;

F. Scarano, Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma, 1948, ad vocem.


 

173. Egidio Castiglia

 

Ragioniere. Direttore amministrativo delle miniere di Bacu Abis e Candiazzus, di proprietà di Ferruccio Sorcinelli, figura di rilievo dei primi decenni del 1900, sia come imprenditore che come uno dei fondatori del fascismo in Sardegna.

Il 20 agosto 1920 gli fu affidata ad interim la direzione de “L’Unione sarda” di proprietà dello stesso Sorcinelli.

 

Opere

-         La questione granaria in Sardegna, dalla politica degli approvvigionamenti all’approvvigionamento della politica, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 31 agosto 1920;

-         Relazione sulla strordinaria amministrazione del comune di Perdasdefogu, Cagliari, 1909;

-         Undici mesi nella zona delinquente, Sassari, 1899.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 352, nn. 3385-3388.


 

174. Nicolò Fancello

 

di Pietro (consigliere di Corte di Cassazione) e di Giovannina Marchi. Nato a Osidda (Sassari) l’11 settembre 1886 e morto a Rieti nel 1944. Di famiglia agiata della media borghesia. Laureato in giurisprudenza. Fin da giovane svolse un’intensa attività politica: prima repubblicano, si avvicinò poi alla tendenza sindacalista rivoluzionaria. Collaborò come pubblicista al “Divenire sociale”, all’“Avanguardia”, giornale dei nuclei sindacalisti di Milano, e alla “Voce proletaria” di Piacenza. Si avvicinò poi a Salvemini, diventando segretario della lega antiprotezionista e collaborando a “L’Unità” In questo periodo N. Fancello ebbe una lunga e nutrita corrispondenza con Attilio Deffenu.

Interventista nel 1914, partecipò come volontario alla prima guerra mondiale e prese parte nel 1919 all’impresa di Fiume.

Tornato a Roma, fondò con V. Torranca il giornale “Volontà” di indirizzo democratico e laico. Da prima antifascista, finì coll’aderirvi iscrivendosi nel 1926 a P.N.F. Trascorse il resto dei suoi giorni (1928-42) ricoverato in manicomio per l’improvviso aggravarsi delle sue condizioni psichiche.

 

Opere

-         La piccola proprietà nel nostro sistema tributario. I dolori della Sardegna, in “L’Unità”, a. III, 20-27 marzo e 17 aprile 1914;

-         Spirito associativo e problemi tecnici nel risorgimento economico della Sardegna, in “Mediterranea”, Cagliari, giugno 1927;

-         Lettere ad A. Deffenu in Attilio Deffenu, epistolario 1907-18, a cura di M. Ciusa Romagna, Cagliari, 1972.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 193, nn. 6758-6760;

F. Andreucci – T. Detti, Il movimento operaio italiano. Dizionario Biografico, 1853-1943, Roma, 1976, ad vocem.


 

175. Francesco Fancello

 

Di Pietro (Consigliere di Corte di Cassazione) e di Giovannina Marchi. Nato a Oristano il 19 marzo 1884. Di famiglia agiata della media borghesia, fratello di Nicolò Fancello, fu tra i fondatori, con Bellieni, Lussu, Puggioni e Mastino, del Partito Sardo d’Azione nel primo dopoguerra. Si schierò apertamente contro il fascismo, facendone una chiara analisi, come risulta dalle sue lettere. Detenuto dal 2 novembre 1930, fu condannato dal Tribunale Speciale insieme a Cesare Pintus, per aver svolto attività sovversiva come aderente al movimento “Giustizia e Libertà”.

Scrisse spesso sotto lo pseudonimo di Francesco Brundo.

Di lui restano gli scritti sul “Solco”, organo del P.S.d’A., e un romanzo, che ebbe a suo tempo un certo successo.

 

Opere

-         Il salto delle pecore matte, romanzo;

-         Scritti vari sul “Solco”.

 

Bibliografia essenziale

P. Pili, Grande cronaca, minima storia, Cagliari, 1946;

Sentenza di condanna del Tribunale Speciale.


 

176. Camillo Bellieni

 

Di Nicola (farmacista) e di Elisabetta Marras. Nato a Sassari il 31 gennaio 1893 e morto a Napoli il 9 dicembre 1975. Trascorse la sua infanzia a Thiesi; trasferitosi con la famiglia a Sassari, vi frequentò il liceo dove ebbe per compagno P. Togliatti.

A Sassari cominciò ad interessarsi di politica, specialmente del problema del meridione. Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza, nel 1913 si recò a Napoli, avendo vinto il concorso di segretario capo della biblioteca della scuola di ingegneria. Nel 1914 si iscrisse all’Unione Radicale napoletana. Neutralista al tempo della prima guerra mondiale, dovette tuttavia combattere al fronte con la Brigata Sassari, rimanendo invalido per le ferite riportate.

Tornato in Sardegna nel 1918 costituì con Arnaldo Satta-Branca una società dei reduci della Trincea. Lasciando confluire nel movimento dei combattenti anche i non reduci, diede un forte contributo alla nascita del Partito Sardo d’Azione. Si laureò intanto in giurisprudenza a Sassari e in filosofia a Napoli, città dove risiedette quasi sempre e dove continuò il suo lavoro di bibliotecario. Tenuto costantemente sotto controllo dal fascismo, dopo la liberazione, partecipò a riunioni e congressi, ma non prese più parte attiva alla vita politica.

 

Opere

-         La Sardegna e i sardi nella civiltà del mondo antico, Cagliari, 1931;

-         Lineamenti di una storia della civiltà in Sardegna, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 1924-26, nn. 13-17;

-         Attilio Deffenu e il socialismo in Sardegna, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 1925, nn. 26, 29-30, 34;

-         Emilio Lussu, Cagliari, 1924;

-         Un maestro di probità scientifica, Ettore Pais, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 1924-26, nn. 13-17;

-         Eleonora d’Arborea, Cagliari, 1929;

-         Enfiteusi, schiavitù e colonato in Sardegna all’epoca di Costantino, in “Il Nuraghe”, Cagliari, 1928, n. 1, pp. 16-24; n. 2, pp. 19-25;

-         Scritti in “La voce dei combattenti”, Cagliari-Sassari, 1919-21, e in “Volontà”, Cagliari, 1899.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 148-150, nn. 1423-1443;

L. B. Puggioni e il P.S.d’A. (1919-1955), a cura di L. Nieddu, Cagliari, s.a.;

G. Mameli, È rimasto fedele ai quattro mori il padre dell’ideologia sardista, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 10 settembre 1974;

È morto a Napoli Camillo Bellieni politico e studioso, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 10 dicembre 1975.


 

177. La propaganda socialista

 

177/1. Antonio Tusacciu

 

Opere

-         Sardegna e socialismo, Cagliari, 1919.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 420, n. 19412.


 

177/2. Claudio Demartis

 

Opere

-         Proposte al governo sui provvedimenti per la Sardegna, Sassari, 1906.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 80, nn. 5711-5716.


 

177/3. Massimo Stara

 

Segretario della Camera del Lavoro, fu una delle personalità più rilevanti del movimento socialista sassarese.

 

Opere

-         Ai signori membri del Consiglio comunale di Sassari, numero unico, Sassari, 31 luglio 1910.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 17, n. 158.


 

177/4. Giuseppe Cavallera

 

Nato a Villar S. Costanzo (Cuneo) il 2 gennaio 1873 e morto a Roma nel 1948 (?).

Giunto ancor giovane in Sardegna, medico, si stabilì a Carloforte dove portò avanti l’organizzazione dei battellieri. Socialista, fu sindaco di Carloforte, deputato al Parlamento per la XXIV e XXV legislatura, prese parte attiva ai lavori della Camera. Subì numerosi processi politici, tra i quali famoso quello che lo vide coinvolto con lo sciopero dei battellieri carlofortini.

Membro della direzione del partito socialista, ricoprì come tale varie cariche amministrative in Sardegna.

 

Opere

-         Scritti su “Primavera umana”, settimanale socialista edito a Iglesias dal 1904.

 

Bibliografia essenziale

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

177/5. Jago Siotto

 

Di Annibale e donna Antonietta Pisano. Nato a Guamaggiore il 5 agosto 1876 e morto a Cagliari il 17 ottobre 1958. Studiò a Cagliari, dove, dopo essersi laureato in giurisprudenza, esercitò l’avvocatura. Militò fin da giovane nelle file socialiste, sostenendo numerosi contraddittori in difesa delle sue idee libertarie e democratiche. Nel 1902 era segretario della sezione socialista cagliaritana e per voto unanime dei socialisti sardi assunse la direzione del periodico “La lega”. Nel 1904 fondò ad Iglesias il settimanale “Primavera umana”. Dal 1906 al 1908 collaborò con numerosi articoli di interesse sociale a “L’Unione sarda”. Interventista, prese parte alla I guerra mondiale. Noto per il suo equilibrio, su proposta degli esponenti dei vari partiti, assunse dopo l’armistizio della seconda guerra mondiale, la direzione de “L’Unione sarda” dal novembre 1943 al marzo 1944. Fu anche, per alcuni anni, decano del Foro cagliaritano.

 

Opere

-         Scritti in “L’Unione sarda”, 1896, 1900, 1943-44; in “Primavera Umana”, Iglesias, 1904-05; in “La Lega”, Cagliari, 1905.

 

Bibliografia essenziale

G. Della Maria, Storia e scritti de “L’Unione sarda” (1889-1958), Cagliari, 1968, vol. I, n. 11793;

Notizie rilasciate dal Prof. G. Licheri (genero del Siotto) in data 29 novembre 1976.


 

177/6. Eduardo Cimbali

 

Docente universitario a Sassari.

 

Opere

-         La Sardegna è in Italia? Pregiudizi sul regionalismo, Roma, 1907.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 396-397, nn. 3821-3824.


 

177/7. Angelo Corsi

 

Nato a Capestrano (L’Aquila) il 16 ottobre 1889 e morto il 16 dicembre 1966. Sindaco di Iglesias, fu eletto deputato nel 1921, si iscrisse al Gruppo Socialista e, dopo la scissione, a quello Socialista Unitario. Nel secondo dopoguerra fu deputato all’Assemblea Costituente nella lista socialista e membro della Consulta per la Sardegna. Fu sottosegretario all’Interno nel secondo gabinetto De Gasperi nel 1946. Fu presidente del Fondo Industrie meccaniche.

 

Opere

-         Autonomia, commissariato civile o decentramento?, Cagliari, 1920.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 474, n. 4540;

Enciclopedia Biografica Italiana, Serie XLIII. Ministri, deputati, senatori. 1848-1922, Roma, 1940-41, ad vocem.


 

177/8. Silla Lissia

 

Fu uno dei primi intellettuali galluresi che aderirono al movimento socialista.

 

Opere

-         La Gallura (studi storico-sociali), Sassari, 1904;

-         Sopravvivenze primitive, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1909, vol. V, pp. 185 e ss.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, p. 530, nn. 9737-9741;

G. Sotgiu, Lotte sociali e politiche nella Sardegna contemporanea (1848-1922), Cagliari, 1974, pp. 163-164, 180.


 

178. Antonio Gramsci

 

Di Francesco e Giuseppina Marcias. Nato ad Ales il 23 gennaio 1891 e morto a Roma il 27 aprile 1937. Frequentò il liceo a Cagliari, dove viveva il fratello Gennaro, segretario della sezione socialista. In questa occasione si avvicinò anch’egli al Partito Socialista, prendendo parte a dibattiti sui problemi sociali ed economici dell’Isola. Nel 1911 vinse una borsa di studio, che gli permise di iscriversi alla Facoltà di Lettere a Torino. Iscritto al Partito Socialista, prese parte attiva alla grande manifestazione operaia del 9 giugno 1914. Divenne nel 1915 redattore dell’“Avanti!”. Con Tasca, Terracini e Togliatti fondò “L’Ordine nuovo”, di cui fu segretario di redazione. Di questo periodo è lo scontro tra Gramsci e Tasca sul problema della funzione e l’autonomia dei consigli di fabbrica.

Nel gennaio 1921 prese parte a Livorno al XVII Congresso del Partito Socialista. In quest’occasione appoggiò la scissione per la formazione del “Partito Comunista d’Italia”, di cui divenne membro del Comitato centrale. Designato, con Graziadei e Bordiga, a rappresentare il Partito a Mosca, dovette restare ricoverato per molti mesi in una casa di cura in Russia per le sue difficili condizioni di salute. Intanto in Italia, dopo la marcia su Roma del 28 ottobre del ’21, il Partito Comunista d’Italia dovette entrare nella clandestinità. Nel 1923 la polizia arrestò parte del Comitato esecutivo del P.C.d’I. e fu spiccato un mandato d’arresto anche contro Gramsci. In una lettera al Comitato esecutivo del partito Gramsci comunicava intanto la decisione dell’esecutivo dell’Internazionale Comunista di pubblicare in Italia un nuovo quotidiano, per il quale proponeva come testata “L’Unità”, auspicando l’alleanza fra gli operai del Nord e i contadini del Sud.

Nell’aprile 1924, dopo la sua elezione a deputato, rientrò in Italia. L’8 novembre 1926, nonostante godesse dell’immunità parlamentare, fu arrestato e da quel momento inviato da un carcere all’altro, attraverso tutta l’Italia, finché non fu inviato a Turi di Bari. Durante gli anni di carcere, Gramsci continuò a propagandare le sue idee e a studiare, riempendo 32 quaderni di appunti di vario argomento, che rimasero inediti fino al secondo dopoguerra.

La sua salute, sempre debole, risentì fortemente delle dure condizioni del carcere, tanto che vi furono forti pressioni internazionali presso il governo fascista per la sua scarcerazione.

Ma quando questa finalmente avvenne, era ormai troppo tardi e Gramsci si spense in una clinica romana, dove era stato ricoverato in un estremo tentativo di salvarlo.  

 

Opere

-         Scritti giovanili sull’“Avanti!” e “L’Ordine nuovo”;

-         I quaderni dal carcere, divisi per argomenti, pubblicati da Einaudi, Torino, tra il 1948 e il 1951;

-         Lettere dal carcere, Torino, 1947.

 

Bibliografia essenziale

A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio ed E. Fubini, Torino, 1972;

P. Spriano, I protagonisti della storia universale: Gramsci, Milano, 14 settembre 1965, fasc. 14;

G. Fiori, Vita di Antonio Gramsci, Bari, 1966;

Numerosi articoli, saggi critici, biografie.


 

179. Giovanni Zirolia

 

di Vincenzo e Maria Canalis. Nato a Osilo nel 1868 e morto a Sassari nel 1935.

Laureatosi in giurisprudenza, esercitò l’avvocatura. Fu per trent’anni consigliere provinciale, membro del consiglio provinciale scolastico, membro del consiglio d’amministrazione dell’Università di Sassari e presidente dell’opera Maternità e infanzia. Rivolse i suoi interessi alla storia sarda e particolarmente a quella del sassarese. Diresse “Riscossa popolare” (5 numeri), organo del Partito clerico moderato italiano, il cui primo numero uscì a Sassari il 19 ottobre 1919.

 

Opere

-         Sugli stamenti di Sardegna, Milano, 1892;

-         Ricerche storiche sul governo dei Giudici in Sardegna e relativa legislazione, Sassari, 1897;

-         Statuti inediti di Castel Genovese, Sassari, 1898;

-         Nota storica intorno a Castel Genovese e all’epoca degli statuti di Galeotto d’Oria, Sassari, 1899;

-         Estensione territoriale degli statuti del comune di Sassari, in “Studi sassaresi”, Sassari, 1902, sez. I, vol. II, pp. 1-63;

-         Voti della rappresentanza della provincia di Sassari a proposito del disegno di legge 8 marzo 1906, Sassari, 1906;

-         Castelsardo, Sassari, 1915.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 819-820;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 548-549, nn. 20587-20595.


 

180. Giuseppe Calvia

 

di Luigi e Maria Giuseppa Sechi. Nato a Mores il 31 luglio 1866 e morto a Mores il 13 maggio 1943. Dopo aver brillantemente seguito gli studi al liceo di Sassari, frequentò a Roma la Facoltà di Lettere e Filosofia, dove ebbe come maestri Antonio Labriola e Angelo De Gubernatis. A Roma ebbe come amici i sardi Antioco Zucca, Luigi Falchi e Paolo Orano.

Si dilettò di poesia dialettale e rivolse i suoi interessi alle tradizioni sarde, soprattutto del Logudoro, cui dedicò molti studi, lodati dal Niceforo, dal Bottiglioni e dal Wagner.

Dal 1895, per alcuni anni, fu consigliere provinciale di Sassari.

 

Opere

-         Pane e dolci tradizionali di Sardegna, in “Rivista delle tradizioni popolari italiane”, Milano, 1893, vol. I, pp. 482-484;

-         Il nodo di Salomone in Sardegna (su nodu de Salomone), in “Rivista delle tradizioni popolari”, Roma, 1894, a. II, fasc. 1°, p. 39;

-         Leggende del Logudoro, in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, Palermo, 1902, vol. XXI, pp. 61-71; 145-152;

-         Ninna nanne del Logudoro, Sassari, 1901;

-         Altri numerosi articoli in varie riviste di tradizioni popolari.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 817-818;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 260-262, 263, nn. 2512-2532; 2544-2549.


 

181. Antonio Scano

 

Nato a Neoneli il 30 marzo 1859 e morto a Cagliari il 1 febbraio 1945. Laureato in giurisprudenza all’Università di Cagliari, aveva mostrato sin da giovanissimo l’amore per le lettere e la poesia, collaborando con i suoi scritti a numerosi giornali, sotto vari pseudonimi. Dopo la laurea, si dedicò alla professione di avvocato, senza abbandonare però le lettere e il giornalismo.

Prima consigliere provinciale, poi, varie volte dal 1904 al 1919, deputato al Parlamento.

 

Opere

-         Il libro della vita (Versi), Cagliari, (1905);

-         Per la Sardegna (Discorsi alla Camera dei Deputati, nelle tornate 11 e 14 giugno 1907), Roma, 1907;

-         Collaborazioni a vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 793-797;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 98-108, nn. 16433-16537.


 

182. Luigi Caboni

 

Nato a Sassari il 24 settembre 1882 e morto a Roma nel giugno 1948. Laureato in giurisprudenza, si dedicò per oltre quarant’anni alla magistratura e all’insegnamento.

Consigliere di Corte d’Appello. Addetto alla direzione generale degli affari di culto al ministero dell’Interno. Nel 1937 divenne consigliere di Corte di Cassazione ed infine presidente di sezione onorario di quella stessa Corte.

Collaborò a numerosi giornali, riviste, enciclopedie.

 

Opere

-         La delinquenza della Sardegna, Sassari, 1907;

-         Correlazione fra alcuni fenomeni economici e sociali e criminalità, Cagliari, 1913.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 899-901;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 265, nn. 2564-2570.


 

183. Alfredo Pino Branca

 

di Gavino e Fanny Branca. Nato a Cagliari il 16 ottobre 1890. Laureato in giurisprudenza, ebbe l’incarico di scienza delle finanze nell’Università di Sassari, di statistica applicata a Padova, di storia economica a Ferrara. Conseguita la libera docenza, insegnò economia politica all’Università di Torino.

 

Opere

-         Scritti vari, in “Studi sassaresi”, Sassari, 1921-30, sez. I, serie II, vol. I-VIII;

-         Fatti d’ieri, problemi di oggi, Milano, 1921;

-         Influsso delle teorie mercantilistiche in Sardegna, Cagliari, 1914;

-         Note sulle condizioni economiche della Sardegna durante la guerra, Cagliari, 1920;

-         Politica economica del governo sabaudo in Sardegna (1773-1848), Padova, 1928;

-         Per la conservazione delle Università sarde, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 1 febbraio 1923;

-         Politica finanziaria del conte di Cavour in Sardegna, nel volume In onore e memoria di Giuseppe Prato. Saggi di storia e teoria economica, Torino, 1931.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 402-404, nn. 13815-13832;

F. Scarano, Chi è? Dizionario degli italiani d’oggi, Roma, 1940, ad vocem.


 

184. Sebastiano Pola

 

Nato a Torralba nel 1881 e morto a Sassari il 18 marzo 1959. Laureato in teologia a Trento, fu arruolato nel maggio 1915 come sottotenente di fanteria nella Brigata Sassari. Nelle pause fra i combattimenti aveva preparato la tesi per la laurea in lettere, che conseguì a Roma. Insegnante a Sassari, sostenne una polemica letteraria con L. Falchi. Appassionato studioso di storia sarda, si recò a Parigi per studiarvi documenti inediti del periodo angioino nell’Isola.

Nel 1917 conseguì la libera docenza in Storia del Risorgimento e come storico insegnò all’Università di Genova.

Fu tra i fondatori del settimanale “Libertà”, di cui fu per qualche tempo direttore.

Per il suo contributo alle iniziative sociali della diocesi di Sassari, gli fu conferito il canonicato ad honorem.

 

Opere

-         Moti delle campagne di Sardegna dal 1793 al 1802, Sassari, 1923;

-         L’isola di Sardegna nei rapporti diplomatici franco-piemontesi dal 1795 al 1798, Genova, 1936.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 881-884;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, pp. 444-445, nn. 14209-14216;

Articolo su “Archivio Storico Sardo”, Cagliari, XXVII, pp. 473-478.


 

185. Antioco Zucca

 

Nato a Villaurbana il 21 ottobre 1870 e morto a Villaurbana il 6 maggio 1960. Nato in una famiglia di agiati agricoltori, poté seguire gli studi inferiori a Oristano e a Cagliari. Iscrittosi alla facoltà di lettere di Bologna, dove fu allievo del Carducci, si trasferì nel 1893 all’Università di Roma dove conseguì la laurea in lettere e quella in filosofia. A Roma conobbe il De Gubernatis ed il Labriola, ed ebbe, fra i sardi, come amici fraterni L. Falchi, G. Calvia e P. Orano.

Trascorse anche un periodo di tempo a Parigi dove ebbe modo di conoscere Haeckel e Gasquet.

Per vari anni insegnò nelle scuole medie di Santu Lussurgiu, Oristano, Cagliari, Bari e Roma. Tornato, dopo il pensionamento, a Villaurbana, continuò a collaborare a riviste italiane e straniere.

Donò la sua biblioteca al comune di Oristano.

 

Opere

-         L’uomo e l’infinito, Imola, 1894;

-         Il grande enigma, Modena, 1910;

-         Essere e non essere, Roma, 1920;

-         Numerosi articoli in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 822-833;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 552, nn. 20623-20628;

Notizie in “Bullettino Bibliografico Sardo”, Cagliari, 1952, n. 23; 1960, n. 26.


 

186. Salvator Ruju

 

di Francesco e di Teresa Mannu. Nato a Sassari il 6 maggio 1878 e morto a Sassari il 9 giugno 1966. Di famiglia contadina, il Ruju conseguì la laurea in giurisprudenza all’Università di Sassari, poi quella in lettere a Catania.

Insegnante di lettere a Sassari, grande amico di Filippo Addis, collaborò a numerosi giornali e riviste con articoli di vario argomento e come critico letterario.

Partecipò attivamente sia alla vita culturale romana, che a quella sarda. Scrisse sia in lingua che in dialetto sassarese, firmando spesso con lo pseudonimo di Agniru Canu.

 

Opere

-         Agnireddu e Rosina (in dialetto sassarese), Sassari, 1956;

-         L’eroe cieco (poemetto lirico), Sassari, 1956;

-         Sassari véccia e nòba (in dialetto sassarese), Sassari, 1957;

-         Numerosi articoli e critiche d’arte in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 595-601;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 598-600, nn. 15553-15575;

R. Carta Raspi, Artisti, poeti e prosatori di Sardegna, Cagliari, 1927, pp. 102-103.


 

187. Filippo Addis

 

Di Sebastiano e Lucia Forteleoni. Nato a Luras il 9 luglio 1884 e morto a Sassari nel febbraio 1974. Compiuti gli studi a Tempio, Torino e Firenze, si laureò a Roma con una tesi su Giuseppe Manno.

Insegnante a Sassari, si occupò prevalentemente di letteratura e di critica letteraria di cui è conosciuto e apprezzato un saggio su Salvatore Farina. Scrisse numerose novelle, ottenendo lusinghieri apprezzamenti da numerosi critici, quali G. Mazzoni, L. Russo, R. Garzia, Pellizzari, Gobetti, Borgese.

 

Opere

-         Il divorzio (novella), Torino, 1920;

-         Giagu Iscriccia (novelle), Torino, 1925;

-         Il fior del melograno (novelle), Torino, 1929;

-         Le bestie dei miei amici: i bipedi, Torino, 1932;

-         Le bestie dei miei amici: i quadrupedi, Milano, 1934;

-         Vecchia Sardegna (due lunghi racconti polemici), Milano, 1939;

-         Salvatore Farina, (saggio critico), Sassari, 1942.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 635-641;

R. Carta Raspi, Artisti, poeti e prosatori di Sardegna, Cagliari, 1927, pp. 356-358;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 9-10, nn. 80-94;

L. Bianco, Filippo Addis novelliere, Cagliari, 1933;

L. Falchi, Il bestiarum di Filippo Addis, Cagliari, 1935;

A. Scano, Quadri intellettuali della Sardegna, Genova, 1937.


 

188. Antonio Marongiu

 

Nato a Siniscola il 29 dicembre 1902. Frequentò l’Università di Roma, laureandosi in Giurisprudenza e in scienze politiche. Per alcuni anni esercitò la professione legale. Dopo aver pubblicato uno studio sul Parlamento di Sardegna, conseguì la libera docenza in Storia del diritto italiano. Dal 1933-34 ebbe un incarico nell’Università di Urbino. In seguito tenne la cattedra di tale disciplina nelle Università di Cagliari e di Macerata.

 

Opere

-         I Parlamenti di Sardegna nella storia e nel diritto pubblico comparato, in “Studi dell’Istituto di diritto pubblico e legislazione sociale della Regia Università di Roma”, Roma, 1931, vol. I;

-         La famiglia nell’Italia meridionale, Milano, 1944.

 

Bibliografia essenziale

F. Scarano, Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma, 1940, ad vocem;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 68, n. 10706.


 

189. Antonio Boi

 

Morto a Sassari il 9 agosto 1958. Ufficiale giudiziario a Sassari, ebbe libero accesso alle carte del vecchio tribunale, raccolte in sacchi e destinate alla distruzione. Poté così pazientemente recuperare e consultare le carte riguardanti i processi, che sotto il Valentino, avevano portato alla spietata repressione dei moti angioini. Per oltre cinquanta anni si dedicò allo studio della questione angioina, riuscendo, aiutato da studiosi italiani e stranieri, a ricostruire la vita e l’azione dell’Angioy, servendosi anche delle carte degli archivi francesi.

La sua opera suscitò pareri discordi e vaste polemiche.

 

Opere

-         Giammaria Angioy alla luce dei nuovi documenti, Sassari, 1925;

-         Numerosi articoli in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 871-874;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 188-189, nn. 1824-1827;

C. Sole, articolo su “La Nuova Sardegna”, Sassari, 9 settembre 1958.


 

190. Agostino Saba

 

Nato a Serdiana l’11 novembre 1888 e morto a Sassari il 19 gennaio 1962. Laureatosi a Roma in teologia e lettere, insegnò negli istituti medi di varie città. Dal 1927 al 1928 risiedette a Montecassino per studiare e trascrivere dai documenti originali le più importanti relazioni intercorse tra quel monastero e la Sardegna.

Nel 1930 è a Milano, dove tenne la cattedra di Storia medioevale e di Storia della Chiesa all’Università Cattolica.

Nel 1953 vescovo di Nicotera e Tropea, divenne, sotto il pontificato di Giovanni XXIII, membro effettivo della Pontificia commissione degli studi per la preparazione del Concilio Vaticano II.

Divenne infine arcivescovo di Sassari.

 

Opere

-         Il Pontificato romano e la Sardegna medioevale, Roma, 1929;

-         Monachesimo benedettino in Sardegna, Torino, 1929;

-         Sardegna cristiana, Torino, 1929;

-         Montecassino e la Sardegna medioevale. Note storiche e codice diplomatico sardo-cassinese, Montecassino, 1927.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 665-675;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, pp. 6-7, nn. 15597-15609.


 

191. Antonio Era

 

Nato ad Alghero nel 1889. Laureato in giurisprudenza a Sassari, conseguì a Roma nel 1929 la libera docenza in Storia del diritto italiano. Ottenne la cattedra di Storia delle istituzioni giuridiche ed economiche della Sardegna e nel 1935 assunse l’incarico di esegesi delle fonti del diritto italiano.

Nel 1960 ebbe la nomina di membro del Consiglio superiore per gli Archivi di Stato.

 

Opere

-         Tribunali ecclesiastici in Sardegna, Sassari, 1929;

-         Testi e documenti per la storia del diritto agrario in Sardegna, Sassari, 1937;

-         Il parlamento sardo del 1481-1485, Milano, 1955;

-         Innumerevoli articoli pubblicati prevalentemente su “Studi sassaresi”, “L’Isola”, “Ichnusa” ed altre riviste italiane e straniere.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 163-165, nn. 6477-6490;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 677-683.


 

192. Damiano Filia

 

Di Giuseppe e Maddalena Carta. Nato a Illorai il 4 novembre 1878 e morto a Sassari il 22 maggio 1958. Inviato ancora fanciullo dai genitori a Bono, presso uno zio canonico, che gli fece proseguire gli studi, frequentò il ginnasio a Oristano per poi laurearsi in Teologia a Sassari; più tardi si laureò anche in diritto canonico e civile, materie tutte che furono oggetto del suo insegnamento.

Abile oratore partecipò, in diverse occasioni, a dibattiti, conferenze e congressi.

Ordinato sacerdote nel 1903, divenne in seguito canonico, vicario generale, penitenziere della cattedrale; chiuse la sua carriera ecclesiastica come decano del Capitolo turritano.

 

Opere

-         La Sardegna cristiana. Storia della Chiesa, Sassari, 1909;

-         La Chiesa di Sassari nel secolo XVI e un vescovo della riforma, Sassari, 1910;

-         Echi giobertani in Sardegna, in “La Regione”, Cagliari, 1922, a. I, fasc. 1°, pp. 5 e ss.;

-         Gli ordini religiosi e l’assolutismo riformista in Sardegna nel secolo XVIII, in “Mediterranea”, Cagliari, novembre 1928, pp. 27 e ss.; dicembre 1928, pp. 3 e ss.;

-         Ricordi costantiniani in Sardegna, Sassari, 1913.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 253-254, nn. 7322-7335;

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 603-612.


 

193. Pietro Casu

 

Di Salvatore e Maria Apeddu. Nato a Berchidda il 13 aprile 1878 e morto a Berchidda il 20 gennaio 1954.

Sacerdote, teologo, insegnò nei Seminari di Sassari e di Ozieri. Fu parroco di Oschiri ed infine di Berchidda, che divenne la sua sede definitiva. Le sue numerose prediche, tenute quasi sempre in dialetto sardo, gli diedero fama in tutta l’Isola.

Collaborò a numerosi giornali e riviste con scritti di argomento sardo. Poeta egli stesso, romanziere e studioso di lingua sarda, di cui stese un dizionario comprendente più di trentacinquemila voci, rimasto inedito.

Tradusse in sardo La Divina Commedia e poesie dal francese, dall’inglese e dallo spagnolo, al fine di far conoscere la più grande poesia anche alle persone più semplici.

Per i suoi studi sulla lingua sarda ebbe riconoscimenti dal Wagner e dal Rohlf.

 

Opere

-         Notte sarda (vecchia storia di Gallura), Sassari, 1910;

-         Ghermita al core (Romanzo), Roma, 1920;

-         Novelle, Milano, 1920;

-         La voragine (Romanzo), Voghera, 1925;

-         Altri numerosi romanzi e novelle.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 579-594;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 355-358, nn. 3412-3447;

R. Carta Raspi, Artisti, poeti e prosatori di Sardegna, Cagliari, 1927, pp. 258-260;

Articolo su P. Casu in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 27 gennaio 1959.


 

194. Federico Chessa

 

Nato a Sassari nel 1882 e morto il 12 giugno 1960. Studiò a Sassari, dove pubblicò i suoi primi studi di economia. Insegnò prima all’Università di Sassari e dal 1930 tenne la cattedra di economia presso la facoltà di economia e commercio di Genova, di cui fu preside dal 1950 al 1957. A Genova trascorse i suoi ultimi anni pur mantenendo i rapporti con la città natale, in cui tornava ogni anno.

 

Opere

-         Credito ad usura in Sardegna, in “Atti del I Congresso regionale fra gli agricoltori ed economisti sardi”, Cagliari, 1898, pp. 97 e ss.;

-         Il rinnovamento della Sardegna e l’attuale movimento agricolo economico, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1905, nn. 319 e 322;

-         Condizioni economico-sociali dei contadini dell’agro di Sassari, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1906, n. 19;

-         Usura e sue forme nella provincia di Sassari, estratto da “Archivio giuridico”, Modena, 1906;

-         Ademprivi e loro funzione economica in Sardegna, estratto dal “Bollettino della società agricoltori italiani”, Roma, 1906.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 891-892;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 386-387, nn. 3725-3730.


 

195. La commedia in lingua sarda

 

195/1. Manueli Pili

 

Opere

-         Bellu schesc’e Dottori, Cagliari, 1907.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 380, n. 13598.


 

195/2. Luigi Matta

 

Opere

-         Sa coja de Pittanu, Cagliari, 1910.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 98, nn. 10993-10994.


 

195/3. Efisio Vincenzo Melis

 

Opere

-         Su bandirori, Cagliari, (1920);

-         L’Onorevole a Campodaliga, Cagliari, (1921);

-         Ziu Paddori, Cagliari, 1921.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 110, nn. 11107-11109.


 

195/4. Gildo Melis

 

Opere

-         Is piccioccus de crobi, Cagliari, 1926.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 111, n. 11113.


 

196. Poeti popolari

 

196/1. Salvatore Poddighe di Dualchi

 

Opere

-         La mundana (commedia). Introduzione a sa sarda gioventude in versos dialettales, Sassari, 1921.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, p. 435, nn. 14126-14127.


 

196/2. Salvator Angelo Vidili e Salvatore Poddighe

 

Opere

-         Poesia sarda: critica alla Mondana commedia, Iglesias, 1924.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 483, n. 20002.


 

196/3. Antioco Casula (Montanaru)

 

Nato a Desulo nel 1878 e morto a Desulo il 3 marzo 1957. Di famiglia facoltosa, nonostante la rigida educazione paterna, che voleva indirizzarlo agli studi, il giovane Casula preferiva godere di una vita spensierata. Riuscito tuttavia a conseguire il diploma di maestro, insegnò a Desulo, facendo contemporaneamente il funzionario delle Poste. Fece il suo ingresso in campo letterario con un sonetto comparso su “La Piccola Rivista”; ne ebbe lodi e incoraggiamenti a pubblicare in volume i suoi versi. I suoi componimenti dialettali, anche in seguito pubblicati in vari giornali e riviste, fecero acquistare al Casula larga fama in tutta la Sardegna.

 

Opere

-         Desulo (Sonetto), in “La Piccola Rivista”, Cagliari, 1899;

-         Boghes de Barbagia, Cagliari, 1904;

-         Cantigos d’Ennargentu, Cagliari, 1922;

-         Cantigos de sa solitudine, Cagliari, 1933;

-         Sa Lantia, Nuoro, 1951.

 

Bibliografia essenziale

F. Alziator, Storia della letteratura in Sardegna, Cagliari, 1954, pp. 472-484;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, pp. 359-361, nn. 3460-3474;

Articolo su “La Nuova Sardegna”, Sassari, 5 marzo 1957.


 

197. Luigi Falchi

 

Di Giovanni Battista e Angelina Cicu. Nato a Sassari il 2 giugno 1873 e morto a Sassari il 28 novembre 1940. Compiuti gli studi classici e universitari a Sassari, si laureò in Giurisprudenza. I suoi interessi erano però prevalentemente letterari, tanto che si dedicò all’insegnamento delle lettere. Fin dal 1892 aveva inoltre contribuito alla fondazione della rivista “Nella Terra dei Nuraghes”, in cui pubblicò articoli e versi e in collaborazione con Ignazio Piras e Pompeo Calvia tenne la rubrica Nuraghe a mosaico. Trasferitosi a Roma, si laureò in lettere, lavorò nel gabinetto di F. Cocco-Ortu, allora ministro di Grazia e Giustizia, e fu consigliere comunale nel “blocco popolare”. Tornato a Sassari, divenne preside dell’Istituto Tecnico, conseguendo contemporaneamente a Roma la libera docenza in letteratura italiana.

 

Opere

-         Lineamenti di storia politica e letteraria, Sassari, 1952;

-         Difese della Sardegna fatte dai sardi, in “La Regione”, Cagliari, 1922, a. I, fasc. 1;

-         Libro di visioni (liriche), Roma-Torino, 1905;

-         Per una cultura sarda, in “Il Nuraghe”, Cagliari, a. II, 15 gennaio-15 febbraio 1924, fasc. 12°, pp. 3-4;

-         Il sardismo e gli altri partiti politici isolani, in “Il popolo sardo”, Sassari, a. I, n. 1, 18 febbraio 1923.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 844-849;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 182-186, nn. 6652-6700.


 

198. Giuseppe Biasi

 

Di Giovanni e Cesarina Cipriani. Nato a Sassari il 23 settembre 1885 e morto ad Andorno (Biella) il 20 maggio 1945.

Ancora giovane, mentre frequentava il liceo a Sassari, cominciò a manifestare la sua versatilità nel disegno e nella pittura. Nel 1905 a Roma pubblicò disegni e caricature specialmente sull’“Avanti!” della domenica, poi a Napoli nel “Giornale d’arte”.

Laureatosi in giurisprudenza nel 1908, non sfruttò mai il suo titolo accademico, preferendo dedicarsi alla pittura.

Fece la sua prima mostra personale a Sassari, dove ottenne successo. Nel 1909 una sua opera “Una processione in Barbagia” fu accettata alla Biennale di Venezia. Risale al 1912 il suo interesse per la xilografia, in cui raggiunse i livelli dei maggiori xilografi isolani.

Trascorse dal 1924 al 1927 un periodo di studio al Cairo e ad Alessandria d’Egitto: sono di questo periodo le sue opere di soggetto africano. Tornato in Italia continuò la sua opera pittorica, decorando diversi monumenti in Sardegna e nella Penisola. Morì tragicamente alla fine della seconda guerra mondiale.

 

Opere

-         Arte sarda, Milano, 1936, scritta in collaborazione con l’architetto Arata;

-         La prima e la seconda quadriennale, fascicolo, s.l., s.a.;

-         I parenti poveri, fascicolo, s.l., s.a.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 922-924;

AA.VV., Giuseppe Biasi. 1885-1955. In memoria, Sassari, 1947;

Cenno biografico in “Il Nuraghe”,Cagliari, 1927, n. 6.


 

199. Giulio Fara

 

Nato a Cagliari e morto a Pesaro il 10 ottobre 1949. Etnologo di fama internazionale, insegnò storia della musica ed estetica al Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Partendo dallo studio del suono «quale espressione diretta della psiche dei popoli nella loro infanzia», intraprese una profonda indagine sulla musica e sugli strumenti musicali. La Sardegna, con le sue musiche e i suoi strumenti musicali, fornì al Fara ampio materiale di studio.

 

Opere

-         Canti in Sardegna. L’anima del popolo sardo, Milano, 1923;

-         Giocattoli di musica rudimentale in Sardegna, in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1916, vol. XI;

-         Briciole di etnofonia sarda, in “Musica d’oggi”, Milano, 1923;

-         Caratteri della musica sarda, in “Musica”, Roma, 31 maggio 1917, a. XI, n. 10;

-         Studi comparati di etnofonia religiosa (sarda), in “Musica d’oggi”, Milano, 1921.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 868-871;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 200-202, nn. 6819-6838.


 

200. Bachisio Raimondo Motzo

 

Nato a Bolotana il 6 marzo 1883 e morto a Napoli nel 1970. Professore di materie letterarie negli istituti medi di Cagliari, preferì abbandonare l’abito sacerdotale per seguire i suoi studi, ideologicamente improntati in contrasto con le posizioni della Chiesa.

Ordinario di Storia greca e romana all’Università di Cagliari, preside della Facoltà di lettere, membro della “Reale Accademia de buenas letras” di Barcellona, presidente della Deputazione di Storia patria per la Sardegna. Diede impulso alla fondazione della rivista “Studi sardi”, all’istituzione di corsi di materie sarde nella Università di Cagliari e alla ricerca di documenti riguardanti l’Isola negli archivi spagnoli.

 

Opere

-         Cessione della Sardegna a casa Savoia (conferenza), Cagliari, 1921;

-         Modo di abitare degli antichi in rapporto con i Nuraghi, in “Atti del Convegno archeologico in Sardegna”, Reggio Emilia, 1929;

-         Sviluppo costiero dell’Italia e della Sardegna, in “Mediterranea”, Cagliari, novembre 1930, a. IV, n. 11, pp. 33-35;

-         Un progetto catalano per la conquista definitiva della Sardegna, in “Studi storici in onore di F. Loddo Canepa, Firenze, 1959, vol. I, pp. 165-180;

-         Scritti in “Archivio storico sardo”, Cagliari, 1921-26;

-         Scritti in “Studi sardi”, Cagliari, 1934, 1935, 1940, 1941, 1958.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 631-633;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. III, pp. 187-188, nn. 11809-11819;

“Quaderni bolotanesi”, a cura di L. Carta, maggio 1976;

L. Del Piano, Ricordo di Bachisio Motzo, in “L’Unione sarda”, Cagliari, 7 gennaio 1977.


 

200bis. Sinodi, Lettere pastorali ecc. e Storia della Chiesa sarda in generale (Ultimo Sinodo sardo – Bosa 1949)


 

201. Gavino Alivia

 

Di Michele e Maria Solinas. Nato a Nulvi il 21 dicembre 1886 e morto a Sassari il 21 aprile 1959. Il padre era docente universitario e medico provinciale di Sassari. G. Alivia si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a Roma, dove si laureò. Fu segretario della Camera di Commercio di Sassari, fondò l’Unione provinciale degli industriali, presiedette la Banca Popolare dalla sua fondazione (1926), partecipò al consiglio della società di navigazione “Tirrenia”. Economista, poliglotta, bibliofilo, ebbe come costante interesse l’economia sarda e la sua possibile rinascita, che egli teorizzò conseguibile attraverso l’incremento demografico dell’Isola.

 

Opere

-         Per la libertà economica della Sardegna. L’industria e l’esportazione dei formaggi sardi (Memoria), Sassari, 1921;

-         Problema del bonificamento in Sardegna, in “La Nuova Sardegna”, Sassari, 1925, nn. 195, 293;

-         Bonifica e colonizzazione della Sardegna al quinto convegno degli agricoltori meridionali per l’organizzazione dei consorzi di bonifica, Sassari, 14-16 novembre 1926; Bologna, 1926;

-         Fattori naturali e storici dell’economia della Sardegna. Relazione al Congresso Nazionale Cagliari-Sassari, in “Studi sassaresi”, Sassari, aprile 1934, vol. VI;

-         La colonizzazione interna e la Sardegna, dalla raccolta di studi in memoria di Giovanni Dettori, Firenze, 1938.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 931-934;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. I, p. 26, nn. 248-250;

Articoli su “La Nuova Sardegna”, 22-23 aprile, 21 maggio 1959.


 

202. Francesco Loddo-Canepa

 

Nato a Cagliari il 28 settembre 1887 e morto a Cagliari nel 1966. Si laureò in Giurisprudenza e, preso il diploma di paleografia, divenne direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari. Fu incaricato di Inglese nell’Università di Cagliari, di Paleografia, di Storia medioevale e moderna, di Storia del Risorgimento. Segretario della Deputazione di studi patri per la Sardegna.

Attento studioso, si servì spesso di documenti inediti per ricostruire la storia della Sardegna feudale, spagnola e piemontese.

 

Opere

-         Diritto d’asilo nei rapporti tra Stato e Chiesa (in Sardegna), in “Congresso nazionale di studi romani”, Roma, 1931, pp. 1-20;

-         Finanza sabauda, in “La Regione”, Cagliari, maggio-agosto 1925, a. II, n. 3-4;

-         Pubblicazioni ufficiali sul Regno di Sardegna. Contributo allo studio della stampa nell’Isola, in “Mediterranea”, Cagliari, agosto-ottobre 1931, a. V, n. 8-10, pp. 45-58;

-         Spopolamento della Sardegna durante le dominazioni aragonese e spagnola, in “Atti del Congresso Internazionale per gli studi della popolazione”, Roma, 1932;

-         Innumerevoli studi su giornali e riviste, particolarmente in “Archivio storico sardo”.

 

Bibliografia essenziale

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. II, pp. 537-541, nn. 9798-9827;

F. Scarano, Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma, 1948, ad vocem;

Articoli apparsi su “Il Convegno”, novembre-dicembre 1965-1966; “La Nuova Sardegna”, 17 marzo 1966; “L’Unione sarda”, 10-17 marzo 1968; “Almanacco di Cagliari”, 1968.


 

203. Antonio Segni

 

Di Celestino e di Annetta Campus. Nato a Sassari il 2 febbraio 1891 e morto a Roma nel 1964. Studiò a Sassari, dove si laureò in giurisprudenza. Non ancora trentenne vinse il concorso per la cattedra di Diritto processuale civile all’Università di Perugia. Insegnò poi a Cagliari, a Pavia e a Sassari, dove fu anche Rettore, ed infine a Roma. Seguace del Partito Popolare fin dalla fondazione, fu esautorato, durante il ventennio fascista, dalla carica di Rettore e privato di qualsiasi riconoscimento accademico.

Dal 1943 divenne il maggior esponente della Democrazia Cristiana in Sardegna. Ricoprì diverse cariche pubbliche: sottosegretario all’agricoltura dal ’44 al ’46, poi ministro fino al 1951; ministro della Pubblica istruzione; Presidente del Consiglio; Presidente della Repubblica, dovette lasciare la carica prima del suo scadere per motivi di salute.

Appassionato studioso di agricoltura e autore di numerose pubblicazioni in materia agraria, redasse la legge sulla piccola proprietà fondiaria e quella sull’equo canone. Nel 1950 dette l’avvio alla riforma fondiaria in Sardegna.

 

Opere

-         Discorsi politici, Roma, 1959;

-         Revisione degli estimi catastali e la Sardegna, Sassari, 1924;

-         Tutela giurisdizionale in generale, 1953;

-         Struttura giuridica della riforma fondiaria, 1953.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 685-692;

R. Ciasca, Bibliografia sarda, Roma, 1931-34, vol. IV, p. 137, n. 16800;

Articoli su “La Discussione”, Roma, 10 luglio 1955, n. 81; “La Nuova Sardegna”, Sassari, 21 gennaio 1955, 3-5-15 luglio e 10 agosto 1955; “Quotidiano sardo”, Cagliari, 22 gennaio 1956; “Documenti di vita italiana”, Roma, a. VI, n. 56, luglio 1956, pp. 4397-4398 e a. X, n. 104-105, luglio-agosto 1960, pp. 8258-8259.


 

204. Salvatore Cambosu

 

Nato a Orotelli il 5 gennaio 1895 e morto a Nuoro il 21 novembre 1962. Laureatosi in lettere nell’Università di Roma, insegnò italiano e latino a Cagliari. Come pubblicista collaborò a numerosi giornali dell’Isola e del Continente. Narratore. Interessato ai problemi sociali, soprattutto a quelli della salute in Sardegna, prospettò la risoluzione dei problemi di assistenza, prevenzione e assicurazione.

Curò, per “L’Unione sarda”, la rubrica settimanale “Il gazzettino delle lettere”.

 

Opere

-         Lo zufolo, Bologna, 1933;

-         Una stagione a Orolai, Milano, 1957;

-         Miele amaro, Firenze, 1954;

-         Racconti ed articoli su numerosi giornali, fra i quali “Il Politecnico” di Milano e “Nord e Sud”, la più nota rivista meridionalistica di questo dopoguerra.

 

Bibliografia essenziale

R. Bonu, Scrittori sardi, Sassari, 1961, vol. II, pp. 971-974;

Articoli in “L’Unione sarda”, Cagliari, 25 novembre 1962; 15 novembre 1964; “La Nuova Sardegna”, Sassari, 30 novembre 1962; “Rinascita sarda”, Cagliari, dicembre 1962; “Ichnusa”, Sassari, n. 50-51, 1962, pp. 131-135.


 

205. Pietro Mastino

 

Di Francesco (avvocato) e di Ignazia Nieddu. Nato a Nuoro il 24 gennaio 1883 e morto nel 1969. Di famiglia benestante, Pietro Mastino seguì gli studi medi a Nuoro e a Sassari, si laureò in giurisprudenza nell’Università di Torino nel 1905. Iniziò l’attività forense a Nuoro e si iscrisse al Partito Socialista, dove ebbe come compagno ed amico Sebastiano Satta. Insieme ad Attilio Deffenu firmò il Manifesto antiprotezionista. Interventista, partecipò alla prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra fu tra gli organizzatori del Movimento dei combattenti, sfociato nel Partito Sardo d’Azione. Nelle file di questo partito fu eletto deputato nel 1919, ’21 e ’24. Durante il ventennio fascista, tenuto costantemente sotto il controllo dell’O.V.R.A., mantenne sporadici contatti con Francesco Fancello, che si trovava a Roma. Eletto, nel secondo dopoguerra, deputato all’Assemblea Costituente, fu sottosegretario nel ministero Parri e nel primo De Gasperi. Fu, con Lussu ed altri sardisti, membro della Consulta regionale per la Sardegna. Senatore di diritto dal 1948 al 1953, anno in cui decise di abbandonare l’attività politica per quella forense. Ultima sua carica fu quella di sindaco di Nuoro.

 

Opere

-         Giustizia per la Sardegna (discorso all’Assemblea Costituente, 7 marzo 1947), in “Il Solco”, Cagliari, 8 marzo 1947;

-         Libertà e costituzione (discorso all’Assemblea Costituente, 3 aprile 1947), in “Il Solco”, Cagliari, 5 aprile 1947;

-         Discorso all’Assemblea Costituente, 18 giugno 1947, in “Il Solco”, Cagliari, 22 giugno 1947;

-         Discorso all’Assemblea Costituente, luglio 1947, in “Il Solco”, Cagliari, 6 luglio 1947;

-         Il potere giudiziario, discorso all’Assemblea Costituente nella seduta del 6 novembre 1947;

-         Sui rapporti tra il Potere Centrale ed il Consiglio Regionale Sardo, discorso al Senato nella seduta del 27 maggio 1950.

 

Bibliografia essenziale

I. Mocci, Vita e opere di Pietro Mastino, Tesi di laurea, anno accademico 1971-72, Università di Cagliari;

Articoli su “La Nuova Sardegna”, 15-16-23 marzo 1969; su “L’Unione sarda”, 15 marzo 1969.


 

206. Luigi Battista Puggioni

 

Di Antonio e di Teresa Tocco. Nato a Ozieri l’11 novembre 1893 e morto a Sassari il 22 gennaio 1958. Figlio di un modesto artigiano, compì i suoi studi, fino alla laurea in giurisprudenza, a Sassari, dove si stabilirà definitivamente. Nel primo dopoguerra, dopo la partenza di Camillo Bellieni per Napoli, assunse la direzione de “La voce dei combattenti” e partecipò all’organizzazione del Partito Sardo d’Azione. Antifascista senza tentennamenti, dovette subire le dure rappresaglie squadristiche. Dopo il ventennio fascista, fu uno degli animatori, tra il 1943 e il 1945, della ripresa del Partito Sardo d’Azione.

 

Opere

-         Scritti raccolti in L.B. Puggioni e il P.S.d’A. (1919-1955), a cura di Luigi Nieddu, Cagliari, s.a.

 

Bibliografia essenziale

Biografia in L.B. Puggioni e il P.S.d’A. (1919-1955), a cura di Luigi Nieddu, Cagliari, s.a.


 

207. Emilio Lussu

 

Di Gioanniccu (noto Ligas). Nato ad Armungia il 4 dicembre 1890 e morto a Roma il 5 marzo 1975. Di famiglia contadina, si laureò in giurisprudenza all’Università di Cagliari. Partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale della Brigata Sassari. Qui nacquero in lui le prime idee autonomistiche, sulla scia dei pensatori meridionalisti. Nel 1919 aderì al Movimento dei Combattenti e l’anno successivo fu uno dei promotori del P.S.d’A., di cui divenne uno dei più fascinosi leader. Suoi sono molti articoli sul giornale ufficiale del partito, “Il Solco”. Eletto deputato nel 1921 e nel 1924, all’avvento del fascismo, ne fu accanito oppositore.

Il 31 ottobre 1926, aggredito nella sua casa a Cagliari da squadracce fasciste, sparò, uccidendo uno dei suoi aggressori. Sottoposto a processo, fu assolto per legittima difesa, ma una speciale commissione fascista lo condannò a cinque anni di deportazione. Inviato a Lipari, riuscì ad evadere e a riparare in Francia insieme a C. Rosselli e F. Nitti. In Francia si unì ad altri antifascisti, fra i quali G. Salvemini, ed aderì al movimento “Giustizia e Libertà”. Rientrato in Italia dopo l’8 settembre 1943, riprese i contatti col P.S.d’A. di cui divenne il leader della sinistra. Deluso dalla fisionomia che il partito aveva assunto, finì per staccarsene con tutta l’ala sinistra per aderire al P.S.I. Ministro sotto il governo Parri e nel primo Gabinetto De Gasperi. Rieletto deputato nel 1946, divenne senatore di diritto nella prima legislatura repubblicana, fu ancora eletto senatore nella II, III e IV legislatura. Nel 1964, con la scissione all’interno del P.S.I. aderì al nuovo Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, di cui fu uno dei maggiori esponenti.

Nel 1968 si ritirò dalla vita politica.

Lussu scrisse la maggior parte delle sue opere nell’esilio, tanto che esse furono pubblicate per la prima volta a Parigi.

 

Opere

-         La catena, Parigi, 1929;

-         Marcia su Roma e dintorni, Parigi, 1932; Roma, 1945;

-         Teoria dell’insurrezione, Parigi, 1936;

-         Un anno sull’Altipiano, Parigi, 1938; Roma, 1945;

-         Scritti su “Il Solco”; “Riscossa sardista”; “Quaderni di Giustizia e Libertà”; “Il Ponte”; “Belfagor”.

 

Bibliografia essenziale

Articolo su “Almanacco della Sardegna”, a cura di F. Fiori, Cagliari, 1975;

A. Mattone, Introduzione ad una antologia di articoli tratti da “Riscossa sardista”, Cagliari, 1976;

M.R. Cardia, Introduzione ad una antologia di articoli tratta da “Il Solco”, Cagliari, 1976;

Altri numerosi articoli e saggi di critica letteraria e politica dell’opera di E. Lussu.


 

208. Velio Spano

 

Di Attilio e Antonietta Contini. Nato a Teulada il 15 gennaio 1905 e morto nell’ottobre 1964. Prese parte fin da studente, a Roma, all’attività del Partito Comunista, di cui fu tra i dirigenti della Federazione giovanile. Trasferitosi a Torino dopo la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste, si dedicò soprattutto alla stampa illegale del Partito. Arrestato, costretto ad espatriare, si recò prima in Francia, poi in Africa. Combattente in Spagna, rientrò poi clandestinamente in Italia per assumere la direzione clandestina de “L’Unità”. Nel 1938 si recò in Tunisia per organizzarvi l’attività antifascista dei lavoratori italiani. Fu condannato a morte in contumacia dal Governo Pétain. Nel 1943 rientrò in Italia per riorganizzarvi il Partito Comunista. Dopo la liberazione fu eletto deputato e poi senatore sempre tra le file del P.C.I.

 

Opere

-         Numerosi scritti politici in vari giornali e riviste.

 

Bibliografia essenziale

F. Scarano, Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma, 1948, ad vocem.


 

209. Renzo Laconi

 

Nato a Sant’Antioco il 13 gennaio 1916 e morto a Catania nel 1967. Professore di liceo. Aderì nel 1942 al Partito Comunista Italiano, ed iniziò allora la propaganda clandestina tra le file dell’esercito. Nel secondo dopoguerra, membro della Consulta regionale sarda, guidò le organizzazioni dei contadini, alla cui testa diede vita a numerose cooperative e all’esproprio dei terreni incolti. Eletto deputato all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946 nelle liste del P.C.I., mantenne la carica di Deputato al Parlamento sino alla sua morte.

 

Opere

-         Scritti politici e discorsi in varie riviste e giornali.

 

Bibliografia essenziale

F. Scarano, Chi è? Dizionario biografico degli italiani d’oggi, Roma, 1948, ad vocem.


 

210. La Consulta Regionale e la preparazione dello Statuto autonomistico, 1946-1949


 

211. Antonio Pigliaru

 

Di Pietro e di Maria Murgia. Nato a Orune il 17 agosto 1922 e morto a Sassari il 27 marzo 1969. Ordinario di Dottrina dello Stato nell’Università di Sassari; benché vissuto per molti anni in condizioni di salute molto precarie, fu un grande organizzatore di cultura.

Studioso della società sarda, soprattutto di quella barbaricina, su cui ha lasciato studi fondamentali. Si espresse inoltre attraverso una lunga azione pubblicistica, promuovendo l’incontro e il dibattito politico ed intellettuale in Sardegna. Fondò a Sassari la rivista “Ichnusa”, di cui fu anche direttore e animatore, facendo sì che divenisse ben presto il punto d’incontro dei più qualificati studiosi sardi del momento.

 

Opere

-         Scritti vari in “Ichnusa”, Sassari, 1949-1964;

-         Il codice della vendetta barbaricina come ordinamento giuridico, Milano, 1959;

-         Il banditismo in Sardegna, Milano, 1970;

-         L’eredità di Gramsci e la cultura sarda (Relazione al Convegno internazionale di studi gramsciani, aprile 1967);

-         Persona umana e ordinamento giuridico, Milano, 1953;

-         Meditazioni sul regime penitenziario italiano, Sassari, 1959;

-         La Piazza e lo Stato, Sassari, 1961;

-         Struttura, soprastruttura e lotta per il diritto, Padova, 1965.

 

Bibliografia essenziale

Antonio Pigliaru, politica e cultura, a cura di M. Brigaglia, S. Mannuzzu e G. Melis Bassu, Sassari, 1971;

Articolo su “La Nuova Sardegna”, Sassari, 14 maggio 1969.


 

212. Paolo Dettori

 

Nato a Tempio il 20 dicembre 1926 e morto a Sassari il 14 giugno 1975. Laureato in lettere all’Università di Sassari, insegnò nelle scuole medie. Fu presidente diocesano a Tempio e consigliere centrale della gioventù cattolica per la Sardegna.

Consigliere regionale per la Democrazia Cristiana nel 1957; più volte assessore; presidente della giunta regionale di centro-sinistra nel 1966.

Dall’11 gennaio 1948 fu chiamato a presiedere il gruppo democristiano. Nel 1970, a conclusione del I Congresso regionale della D.C., venne eletto segretario regionale del partito.

La sua attività governativa approdò ad alcuni provvedimenti di legge di estrema importanza: la costituzione di un fondo sociale della regione, il diritto allo studio, la scuola a tempo pieno.

 

Opere

-         Articoli e discorsi sull’Autonomia, i problemi della Sardegna, il dibattito nel partito, il rapporto fra i cattolici e lo stato e la storia del movimento cattolico in Sardegna.

 

Bibliografia essenziale

P. Dettori, Scritti politici e discorsi autonomistici, a cura di P. Soddu, Sassari, 1976.
IS.B.E.S. – Istituto Bibliografico Editoriale Sardo

Direzione editoriale, Redazione e Amministrazione

Viale Regina Margherita, 99 – 09100 Cagliari, tel. 651904

 

 

Alla compilazione del catalogo hanno collaborato:

Marilena Cannas – Susanna Cardia – Simonetta Giacobbe – Franca Sini.

 

 

Realizzazione grafica e stampa a cura della DIELLESSEPI

Cagliari, febbraio 1977.


 

[1] In un sonetto (al club giacobino cagliaritano) leggiamo: “Cabras, Musso, Pintor, Angioy, Cortese – cisterne del partito simoniano – ecco il perfido club cagliaritano – che vuol piantare la libertà francese” (in A. Boi, Giommaria Angioy alla luce dei nuovi documenti, Sassari, 1925, p. 17). 

 
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